Crociata della sofferenza |
B274-A15
Carissimi amici della Crociata della Sofferenza,
la Settimana Santa e la gioia della Pasqua ci fanno vivere con più intenso amore la passione, la morte e la resurrezione del Signore, sorgente della nostra salvezza.
La croce di Cristo è il segno di questa salvezza, ed essere salvati significa raggiungere già su questa terra, e poi nella vita futura, il fine per cui siamo stati creati.
Tale fine, come ben sappiamo, è quello di conoscere, amare e servire Dio, e stabilire con Lui e per Lui con i fratelli una profondissima comunione d'amore.
Questo, e solo questo, è il fine per cui siamo stati creati; tutto il resto va orientato e finalizzato a questo ultimo e unico obiettivo.
Ma chiediamoci: può l'uomo entrare in comunione con Dio?
L'uomo non è Dio e in quanto tale non può pretendere di entrare in comunione con Lui, perché tra noi e Lui vi è un salto di natura.
Ma Dio, per un atto di amore infinito, ha reso possibile all'uomo ciò che a lui sarebbe stato impossibile, rendendoci figli nel Figlio, e quindi partecipi della divina natura.
Siamo stati fatti figli di Dio per un puro atto d'amore del Padre che, in Cristo, ci ha donato suo Figlio, il quale ha patito, è morto ed è risorto per la nostra salvezza.
Amati per primi, lasciamoci catturare dall'amore di Cristo.
Entriamo idealmente nella ferita del suo costato per contemplare dall'interno del suo cuore la passione e la morte, che egli ha accettato per la nostra salvezza, per scoprire che cos'è l'amore e per alimentare uno stupore sempre nuovo al pensiero che, peccatori come siamo, abbiamo meritato un tanto nobile e grande Redentore.
Per solo amore, il Padre del Signore nostro Gesù Cristo ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale, e in Cristo ci ha eletti perché diventassimo figli suoi e santi nell'amore al suo cospetto.
Per approfondire questo tema, ci avvaliamo di alcune riflessioni di don Timoteo Munari.
Sul Calvario il più grande atto d'Amore.
« Egli ha amato me, e ha sacrificato se stesso per me ». ( Gal 2,20 )
Mi ama, personalmente mi ama, a tu per tu, e la sua vita offre sulla croce per me, perché io non muoia.
Per tutto questo possiamo affermare che Gesù, il Figlio di Dio che si è incarnato nel seno purissimo della Vergine Maria di Nazaret, ci ha conosciuti e amati nel tempo della sua vita terrena in Palestina, e in modo tutto speciale durante la sera dell'Eucarestia, nel Cenacolo, nell'agonia dell'orto del Getsemani e lungo tutta la passione, dal tribunale di Anna e Caifa a quello di Filato, dalla flagellazione alla coronazione di spine, dagli insulti del manipolo di soldati romani agli scherni di Erode, dal pesante legno che portò sulle sue spalle attraverso la via della croce, fino al Golgota quando fu inchiodato e innalzato al ludibrio di tutti, e poi durante le tre ore di vita inchiodato sulla croce, quando ha pronunciato le supreme e sublimi parole: « Padre perdonali perché non sanno quello che fanno »; « Oggi sarai con me in Paradiso »; « Donna, ecco tuo figlio, figlio, ecco tua madre »; « Dio mio, perché mi hai abbandonato? »; « Ho sete »; « Tutto è compiuto »; « Padre, nelle tue mani consegno l'anima mia », e l'ultimo straziante grido senza parole quando emise lo Spirito ( grido che è forza di Dio, se pensiamo che scaturisce da un morente ).
È l'amore che porta Gesù al Calvario. Dalla croce Gesù ci manifesta l'amore di Dio Padre per noi.
Mi accosto all'Amore puro, disinteressato, così forte che dona vita grande e libera all'amato.
Mi avvicino e tocco l'Amore quando salgo anch'io sulla croce e mi aggrappo a Gesù, che mi dona Dio, a Gesù che affronta battiture, sputi, derisioni, chiodi, nudità, a Gesù che rinnega se stesso, che si carica dei miei peccati, che diventa il « maledetto », l'uomo distrutto, il Cristo totale, Gesù che amando diventa il Vincitore: ci redime, cancella il peccato, distrugge la morte, ci introduce nel seno del Padre e ci divinizza.
Gesù ha conosciuto me, ha amato me. Tutti e ciascuno in particolare, lo dice il Cat. della Chiesa Catt., al n. 478: Gesù ci ha conosciuti e amati, tutti e ciascuno durante la sua vita, la sua agonia e la sua passione, e per ciascuno di noi si è offerto.
Ci ha amati tutti con cuore umano.
Il sacro Cuore di Gesù, trafitto a causa dei nostri peccati e per la nostra salvezza, è considerato il segno e il simbolo principale di quell'infinito amore con il quale il Redentore divino incessantemente ama l'eterno Padre e tutti gli uomini.
Per ognuno di noi egli si è offerto. Dunque ha pagato lui per i miei peccati e mi ha riscattato dalla morte eterna.
Mi ha amato e ha dato se stesso per me.
Mi ha amato con il grande cuore umano, con quello stesso cuore con il quale incessantemente ama il Padre suo, scrive Pio XII. Non un amore qualsiasi, ma un amore infinito, cioè grande, che non si pente, che non si ritira, che non rimprovera.
Un amore tenero, delicato, paterno e materno, e allo stesso tempo forte, capace di catturarci, ed essere a sua volta lui pure catturato dal nostro amore, non solo quando gli diciamo: « lo ti amo, Gesù », con amore sincero, ma soprattutto se ci amiamo per davvero gli uni gli altri, come egli ci ha amato, fino a dare la sua vita per noi.
Pentiti e amanti nel suo cuore squarciato, e con Lui - un solo corpo e un solo spirito -, nel seno santissimo del Padre entriamo, perché quello è il luogo dove abita il figlio-Amato, quello è il Luogo dell'Amore.
Stupiti di un amore così grande e di essere stati redenti a così caro prezzo, ci sentiamo più forti nel sostenere le sofferenze di ogni giorno, che vogliamo accettare con amore e per amore in unione al sacrificio di Cristo.
La nostra preghiera e l'offerta della nostra sofferenza per le vocazioni sacerdotali, religiose e laicali porterà una corrente nuova di amore e di zelo per la salvezza delle anime, e susciterà nella Chiesa nuove vocazioni, al seguito di Cristo.
Rispondiamo ogni giorno all'invito di Gesù di pregare per le vocazioni, ma facciamolo con amore, perché davanti a Dio ciò che conta è solo l'amore.
Solo l'amore, quello vero, può vincere tentennamenti e resistenze di coloro che Egli chiama; solo l'amore che viene da Dio può rendere forti e anche gioiosi di fronte alle prove nelle quali potremo trovarci.
L'amore di Dio passerà ai fratelli anche attraverso di noi e questa è la bellezza della nostra vocazione che ci vede altri Cristi nel mondo.
Solo nell'altra vita potremo vedere quanto bene avranno prodotto le nostre sofferenze accettate con amore in unione a quelle di Cristo.
Dio si serve di creature umili, piccole e deboli per compiere opere grandi.
A Lui ora e sempre siano rese grazie.
Leandro Pierbattisti
Perché l'Ostensione della Sindone che in questi giorni richiama a Torino un gran numero di persone, sia per tutti la tangibile testimonianza di quanto siamo stati amati dal Signore, e disponga i nostri cuori allo stupore e ad una concreta risposta di amore che si traduca in gesti di riconciliazione, di solidarietà e di pace.
Preghiamo perché lo Spirito Santo sostenga l'impegno di conversione e di crescita dei cristiani impegnati nei gruppi ecclesiali, affinché docili alla sua azione accolgano con semplicità e audacia la fatica della crescita, per poter giungere a gustare la gioia dell'amore scambievole.
Per le intenzioni degli iscritti alla Crociata della Sofferenza, e in particolare di: B. l. ( Torino ) per Marco e per tutta la famiglia; R. A. S. ( Novate Milanese ) per sue intenzioni; M. M. A. ( Bologna ) per sue intenzioni; G. W. ( Vercelli ) per una grazia particolare; R. O. ( Borgo d'Ale ) per sue intenzioni; G. R. ( Andora ) preghiere per i suoi cari vivi e defunti; M. F. ( Palermo ) per sue intenzioni; P. E. ( Rivoli ) per sue intenzioni; S. F. ( Gerace ) per sue intenzioni; M. S. ( Torino ) per la sua salute; P. L. ( Roma ) per Mario; Q. G. ( Torino ) per sue intenzioni; C. G. ( Novate Milanese ) per sue intenzioni; C. A. ( Ad Bonaccorsi ) per una grazia; G. R. ( Andora ) per i suoi cari vivi e defunti; Suor V. A. ( Cuneo ) per una persona molto ammalata.
Preghiamo perché il Signore conceda ai nostri defunti la gioia di poter vedere al più presto lo splendore del suo Volto.
In particolare ricordiamo: Giuseppina Cocco, mamma del sig. Giovanni Rosso; Giovanni Alberto Agnelli, nipote di donna Marcila Agnelli, benefattrice; Anna Testone, mamma dell'insegnante Valerio Grieco; Giacomo Micchiardi, papa di mons. Piergiorgio Micchiardi; Albino Carraro, marito della sig.ra Brovida; Maria Arnolfo, sorella di don Marco Arnolfo; Mariangela Campione, moglie dell'ex-allievo Michele Piperìs e figlia dei sigg. Campione; Vittorio De Luca, marito della sig.ra Abate ( dipendente centro di Ovada ); Fr. Lamberto, al secolo Francesco Locami; Caterina Barale, mamma dell'insegnante Roberto Bertero; Ebe Navac in Candiollo, mamma dell'insegnante Carlo Candiollo; Gianni Cargnelli, cognato del dr. Lorenzo Cattaneo; Rosaria Apuleo, suocera dell'insegnante Bruno Balla; Padre Cornelio Visintainer, ex parroco di N.S. della Salute; Don Giovanni Lano, benefattore; Giorgio Bruera, fratello dell'insegnante Silvia Bruera.
Preghiamo secondo le intenzioni degli iscritti alla Crociata della sofferenza, ricordando in particolare: P. V. S. ( Roma ), in suffragio di Marta, Evasio, Giuseppe, Celestino e Vittoria; I. M. ( Torino ), in suffragio di Caterina Vallerò; L. A. ( Torino ), in suffragio di Matteo e Maria Maddalena; L. V. ( Ad Bonaccorsi ), in suffragio di Tommaso e Venera; L. G. C. ( Vibo Valentia ), in suffragio di Concetta, del nonno e dello zio; V A. ( Marina di Carrara ), in suffragio della mamma e del fratello; M. R. ( Torino ), in suffragio della sig.ra Silvia Strona; Fr. Mario P. ( Roma ), in suffragio della mamma; M. M. ( Vibo Valentia ), in suffragio dei suoi cari defunti; R. B. ( Torino ), in suffragio della mamma; C. M. ( Torino ), in suffragio di Gilia Croci Daverio.