Jean-Baptiste de La Salle un santo tutto da scoprire |
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Nel centenario della canonizzazione del fondatore dei fratelli delle Scuole Cristiane - Remo L.Guidi
In fatto di ricorrenze giubilari, in questo inizio di millennio, Jean-Baptiste de La Salle, gentiluomo francese del Grand Siècle ( 1651-1719 ) e fondatore dei Fratelli delle Scuole Cristiane, va posto in prima fila: cento anni fa, infatti, Leone XIII lo iscriveva nell'albo dei Santi, e cinquant'anni dopo Pio XII lo volle celeste patrono di tutti gli educatori; se a questo, poi, si aggiunge, che i Fratelli nel mese di maggio hanno iniziato il 43° capitolo generale, e il loro Collegio s. Giuseppe di Roma ( qui don Roncalli venne ripetutamente a dire messa ) è entrato felicemente nel suo 150° anno di attività didattica, avremo un quadro, ancora assai incompleto, degli appuntamenti con i quali i Fratelli si stanno già misurando.
Gli anniversari, intesi nel significato più fecondo, costituiscono una scadenza da non perdere, per una serie di verifiche volte a comprendere ( non a disperdere ) i percorsi seguiti, arricchendoli con nuove sintonie, a meglio muoversi all'interno di un mondo il cui incontenibile trasporto per gli aspetti insoliti dell'esistenza sembra proscrivere, invece, ogni recupero della memoria e, dunque, della tradizione; questa dicotomia tra passato e presente l'avvertono, con sofferta consapevolezza, quegli Istituti dalle attitudini operative a più scoperto contatto con i giovani, la cui repulsa per quanto non ha il sigillo delle loro impellenti ( e, a volte, confuse ) richieste si accompagna, non di rado, a una apatia contagiosa e generalizzata, in grado di sottrarsi a qualsiasi diagnosi.
Negli ultimi Capitoli e Assemblee non erano sfuggite ai Fratelli italiani queste inquietanti sintomatologie in grado di ridurre, o comunque ostacolare, la dinamica dell'apprendimento e soprattutto della formazione nella scuola cattolica; fu così che si decise, all'inizio degli anni Novanta, di aprire il "Cantiere Jean-Baptiste de La Salle", per procedere a una sistematica ricognizione della sua opera e della sua cifra spirituale, visto come ogni verifica sull'efficacia apostolica di una congregazione può riassumersi in un ripensamento dialettico delle cellule germinali da cui essa prese l'avvio, per difenderne le peculiarità e, soprattutto, renderle compatibili con gli ambiti dell'hic et nunc nei quali si opera.
Il progetto di scavo nella spiritualità del gentiluomo francese, che ha severamente impegnato la Regione Italia dei Fratelli nell'ultimo decennio, sta dando i suoi frutti: la Rivista lasalliana il più autorevole dei periodici in materia, oltre ad avere organizzato due Congressi su questi temi, ha esteso le sue aree di indagine alla luce di un rigore e di uno scrupolo storiografici, che hanno fatto da innesco al progetto di tradurre in sei volumi l'Opera omnia di Jean-Baptiste de La Salle, dei quali già usciti:
I.Trattati brevi, Regole, Scritti personali; II. Meditazioni, Spiegazione del Metodo di orazione; VI. Lettere, tutti a cura di fratel Serafino Barbaglia; un altro è preventivato per il maggio prossimo ( Guida delle scuole, Regole di buona creanza e di cortesia cristiana a cura di fratel Rodolfo Meoli ), mentre il grande catechismo ( Devoirs d'un chrétien ) e il libro di istruzioni e preghiere ( Instructions et prières ) saranno fruibili in tempi più lunghi.
È ancora della Regione Italia il saggio Jean-Baptiste de La Salle: un problema storiografico del Grand Siècle ( su cui vedi l'Osservatore Romano 10/11/'99 ), nel quale si ricostruiscono i lunghi e sofferti percorsi volti a riformulare, su basi critiche, la fisionomia del gentiluomo francese, depurandola da quanto l'omiletica dei memorialisti settecenteschi e un culto pago più di sognanti visioni leggendarie che di rigore filologico gli avevano attribuito il saggio, agendo su basi sincroniche e diacroniche, recupera l'indole del santo nel vissuto di ogni giorno con gli uomini, come è pur vero che ridisegna il vivace oscillogramma della sua anima e gli arricchimenti sotto gli stimoli della grazia, sfociando, così, nelle indagini su una santità in cammino, mai statica.
Nascono, in tal modo, tre altri capitoli tesi a enucleare i calchi, i prestiti e le concertazioni operate dal gentiluomo francese sui ceppi della spiritualità monastica ( per il silenzio ), i metabolismi di derivazione minoritica ( sulla povertà, zelo e amore ) e gli altri riconducibili alla Compagnia di Gesù ( per quanto concerne le sintonie sulla regolarità, l'obbedienza, l'interesse per i ragazzi ).
Jean-Baptiste de La Salle è un santo la cui doviziosa cifra spirituale costituisce ancora una sorta di riserva nella quale pochi entrano, e tuttavia il garbo aristocratico di quest'uomo, l'originalità delle sue scelte didattico-pedagogiche, la sua devozione mai simulata al soglio pontificio in un'epoca in cui il gallicanesimo, il quietismo e il giansenismo volevano intaccarne la credibilità riducendone il carisma, ne fanno una figura a tutto sbalzo, i cui lineamenti, però, attendono dagli archivi un restauro accuratissimo, e che sarà lungo e difficile.