L'esercito invisibile |
B283-A11
La Crociata della sofferenza fa parte del Movimento Adoratori di Gesù Crocifisso i cui membri adorano ogni giorno, come fa la Chiesa il Venerdì Santo, le piaghe sanguinanti e gloriose del Signore
Sull'esempio di Maria, la Mamma di Gesù, i membri della Crociata della sofferenza si soffermano ogni giorno con Lei davanti al Crocifisso per adorare con Lei e come fece Lei, il primo Venerdì Santo della storia, il Figlio Crocifisso per la nostra salvezza.
Mossi da uno stupore sempre nuovo per l'acerbo dolore della crocifissione e per l'amore infinito con il quale Gesù l'ha accettata, i membri della Crociata della sofferenza, uniti a Maria SS. e con tutti gli Angeli e i Beati del Cielo, gli dicono, con tutto l'amore di cui sono capaci, il loro più sincero e gioioso grazie e, con infantile confidenza, gli chiedono tutto ciò di cui hanno bisogno.
Questi generosi adoratori del Signore, dei quali facciamo parte, formano la sua santa Crociata, la Crociata di Dio: il suo esercito.
Non si tratta di un esercito che s'impone con iniziative vistose e roboanti, ma di un esercito invisibile.
Vi si arruolano le persone che nel silenzio adorante, noto solo a Dio, e in ascolto dell'invito di Gesù: "Pregate il padrone della messe perché mandi operai nella sua messe", offrono a Lui, in unione al suo sacrificio, le gioie e le sofferenze di ogni giorno per il prezioso dono delle vocazioni; "La messe - infatti - è molta, ma gli operai sono pochi".
Le vocazioni sono opera dello Spirito Santo, solo Lui le suscita nel cuore degli uomini.
Nostro compito è quello di assecondare la sua azione attraverso la preghiera e l'offerta delle nostre sofferenze, perché i chiamati, sostenuti dalla Sua forza, abbiano a rispondere generosamente con un "sì" pronto e gioioso.
La nostra preghiera sarà tanto più efficace presso Dio quanto più sarà umile, fiduciosa e tutta amore, offerta in unione al sacrificio di Gesù, manifestato nelle sue piaghe sanguinanti e trionfanti.
nel mese di settembre con la festa dell'Esaltazione della S. Croce, il 14 settembre, e della Beata Vergine Addolorata, il 15 settembre, siamo richiamati fortemente dalla Chiesa al sacrificio redentore di Gesù.
La Chiesa celebra ogni anno due feste in onore della Santa Croce:
- il 3 maggio: l'Invenzione ( ritrovamento ) della S. Croce
- il 14 settembre: l'Esaltazione della S. Croce.
Per quanto riguarda le notizie storiche circa l'anno di origine di queste feste non abbiamo informazioni certe, ma sappiamo che cristiani esaltavano la S. Croce ancora prima del suo ritrovamento che si ritiene sia avvenuto il 14 settembre di un anno compreso tra il 310 e il 320.
Pare che la festa dell'Esaltazione della S. Croce abbia avuto inizio a Gerusalemme in occasione della dedicazione della Chiesa del S. Sepolcro avvenuta nel 325, e che da lì si sia poi gradatamente diffusa in tutto il mondo cristiano.
Più che la conoscenza dell'anno esatto dell'origine di tali feste, ai cristiani dovrà stare particolarmente a cuore il loro significato, cioè il perché dell'annientamento e dell'esaltazione di Gesù.
S. Paolo ( Fil 2,6-11 ) ci dice che Gesù umiliò se stesso fino alla morte e alla morte di croce; un'umiliazione la sua che non poteva essere maggiore se pensiamo che è stato tradito, respinto, deriso, abbandonato, flagellato e crocifisso.
Gesù si è annientato per amore, svuotando totalmente se stesso.
Per questa sua piena obbedienza al Padre, al quale per amore totalmente si è abbandonato, il Padre lo ha esaltato e gli ha dato un nome che è al di sopra di ogni altro nome, perché davanti a Lui ogni ginocchio si pieghi e ogni lingua proclami la sua grandezza.
Se Gesù innocente si è annientato per amore, cosa dovremo fare noi peccatori?
Sul suo esempio anche noi dobbiamo svuotare tutto noi stessi per amore, perché solo con un cuore profondamente umile potremo riprodurre in noi i sentimenti di Gesù e dedicarci generosamente al servizio dei fratelli.
Tutto ciò non si improvvisa, carissimi amici, ed è un dono di Dio, che Egli fa a chi a Lui totalmente si affida.
Per ottenere questo occorre sostare silenziosi davanti al Crocifisso per rinnovare lo stupore per un amore così grande per noi peccatori.
Se Gesù innocente ha sofferto tanto per noi, anche noi dobbiamo offrire a Dio tutto noi stessi: tutto quello che ci accadrà, anche se spesso avrà il sapore della sofferenza.
Amore, sofferenza e gioia dovranno essere il nostro regalo di ogni giorno a Dio.
E se questa offerta sarà fatta in unione al sacrificio redentore di Gesù, sarà quanto di meglio possiamo offrire a Dio per il prezioso dono delle vocazioni: la migliore risposta all'invito di Gesù di pregare perché quelli che Egli chiama rispondano generosamente al suo invito.
Cerchiamo allora di caratterizzare tutta la nostra vita con il migliore S.U.S. possibile, e cioè con un:
Silenzio adorante - Umiltà profonda - Servizio gioioso
senza mai lamentarci di nulla, senza mai dir male dei fratelli … tutto per amore di Gesù e dei fratelli, con la pace e la serenità nel cuore, sull'esempio della sua e nostra Mamma, la Vergine Immacolata-Addolorata.
A tutti il mio fraterno saluto.