Crociata della sofferenza |
B284-A15
La Crociata della sofferenza è parte del Movimento Adoratori di Gesù Crocifisso i cui membri adorano ogni giorno, come il Venerdì Santo, le piaghe sanguinanti e gloriose del Signore.
Sull'esempio di Maria, la Mamma di Gesù, i mèmbri della Crociata della sofferenza si soffermano ogni giorno con Lei davanti al Crocifisso per adorare con Lei e come fece Lei, il primo Venerdì Santo della storia, il Figlio Crocifisso per la nostra salvezza.
Mossi da uno stupore sempre nuovo per la Crocifissione di Gesù e per l'amore infinito con il quale Lui l'ha accettata uniti a Maria SS. e con tutti gli Angeli e i Beati del Cielo, gli dicono, con tutto l'amore di cui sono capaci, il loro più sincero e gioioso grazie e, con semplicità e confidenza, gli chiedono tutto ciò di cui hanno bisogno.
Questi generosi adoratori del Signore, dei quali facciamo parte, formano la sua santa Crociata, la Crociata di Dio: il Suo esercito.
Non si tratta di un esercito che s'impone con iniziative vistose e roboanti, ma di un esercito invisibile.
Vi si arruolano le persone che nel silenzio adorante, noto solo a Dio, e in ascolto dell'invito di Gesù:
"Pregate il padrone della messe perché mandi operai nella sua messe", offrono a Lui, in unione al suo sacrificio, le gioie e le sofferenze di ogni giorno per il prezioso dono delle vocazioni; "La messe - infatti - è molta, ma gli operai sono pochi".
Le vocazioni sono opera dello Spirito Santo, solo Lui le suscita nel cuore degli uomini.
Nostro compito è quello di assecondare la sua azione attraverso la preghiera e l'offerta delle nostre sofferenze, perché i chiamati, sostenuti dalla Sua forza, abbiano a rispondere generosamente con un "si" pronto e gioioso.
La nostra preghiera sarà tanto più efficace presso Dio quanto più sarà umile, fiduciosa e tutta amore, offerta in unione al sacrificio di Gesù, manifestato nelle sue piaghe sanguinanti e trionfanti.
Carissimi amici, a tutti il mio fraterno saluto unito all'augurio di ogni bene e all'invito a …
Protesi all'amore di Gesù, contemplato nelle sue piaghe sante e gloriose, noi siamo i fortunati abitatori del suo Cuore aperto, al cui interno Egli ci invita, per porre lì la nostra stabile dimora.
La fornace ardente di amore, che è il Cuore squarciato di Cristo, supera ogni nostra capacità di immaginazione, ed è lì che Egli vuole che risediamo per poterci purificare, e avvolgere del suo amore infinito, per poterci inondare della sua pace e della sua gioia.
È molto importante, carissimi, abitare nel Cuore di Gesù, perché solo questi fortunati abitatori del suo cuore potranno esser da Lui plasmati e nutriti dei sentimenti purissimi del suo cuore umano e divino, perché è lì che Egli ci potrà rendere, sempre più perfettamente, immagine e somiglianza sua.
Lavati dal sangue prezioso di Gesù, e avvolti dal suo amore infinito, troveremo in Lui il riparo dalle insidie del male, la forza nelle difficoltà, la capacità di perdonare, la salvezza e la gioia.
Non tutti, purtroppo, sperimentano la gioia di questa profonda intimità con Gesù, perché non lo conoscono, o perché lo conoscono male, o perché non sanno che solo Lui può riempire e saziare i nostri cuori di amore, di verità, di vita e di gioia.
Tocca agli amici di Gesù annunciarlo a questi fratelli, tocca loro dire che Egli ci ama tantissimo e che il suo amore non è immaginario o fatto di belle parole, ma è un amore che si manifesta in gesti concreti che giungono al dono della sua vita per la nostra salvezza.
Un posto particolare nel suo cuore Gesù lo riserva ai suoi più intimi amici, a coloro che adorano ogni giorno le sue piaghe sanguinanti e gloriose.
Gesù li ama moltissimo, e li considera i suoi più intimi amici perché, oltre ad adorarlo nei segni del suo amore per noi, scolpiti nel suo corpo, invitano anche altri a guardarlo crocifisso, per ricambiargli il loro amore .
Qualcuno potrà chiedersi se è proprio tanto importante guardare il Crocifisso e adorarlo nelle sue piaghe sacratissime e gloriose.
La risposta è: sì, è tanto importante, perché le piaghe del Signore ci danno la certezza di essere amati da Dio, perché solo esse ci mostrano quanto siamo importanti per Lui, perché solo esse ci mostrano la gravita del peccato, per togliere il quale Gesù ha dovuto dare la vita.
Le piaghe sanguinanti e gloriose di Gesù, questi squarci nel suo corpo, prodotti dalla crudele flagellazione, dall'incoronazione di spine e dalla crocifissione, sono i segni indelebili di un amore divino e umano, incisi nella carne del Figlio di Dio, immolato per la nostra salvezza.
Solo attraverso le piaghe del Signore si entra nell'intimità del suo cuore trafitto; solo attraverso ad esse si entra nell'oceano infinito d'amore che è il Cuore di Gesù.
Egli ha detto: "Allorché sarò innalzato da terra, tutti attirerò a me" ( Gv 12,32 ),
"Quando avrete levato in alto il Figlio dell'uomo, allora conoscerete che io sono" ( Gv 8,58 ).
Perché Gesù fece queste solenni affermazioni ? Perché solo contemplandolo crocifisso per la nostra salvezza , ( con la fede e l'amore di cui saremo capaci ), verremo attratti a Lui, perché solo guardandolo crocifisso scopriremo che Egli è davvero l'amabilissimo nostro Signore e nostro Dio, perché solo guardandolo crocifisso, scopriremo che cosa sia veramente l'amore …
Abitare nel Cuore di Gesù e riposare in Lui è sommamente importante per chiunque voglia vivere da figlio di Dio, ed entrare nell'intimità con Lui.
Ora però occorre precisare in che cosa consista, nel concreto, questo abitare e riposare nel Cuore di Gesù.
Abitare nel cuore di Gesù significa entrare in una sempre più profonda sintonia con i sentimenti del suo Cuore divino fino ad avere, in tutto, la sua mente e i suoi affetti.
A questo dovrà tendere chi vorrà abitare e riposare nel Cuore di Gesù.
Se infatti i nostri pensieri fossero diversi o in opposizione coni suoi, come potrebbe esserci dello spazio nel suo cuore?
La gloria del Padre, il perfetto compimento della sua volontà, e l'ardente zelo per la salvezza degli uomini, è ciò che ha contraddistinto la vita di Gesù, questo dovrà contraddistinguere anche la vita di coloro che desiderano abitare e riposare nel suo Cuore.
Ciò richiede l'anteporre ai nostri desideri, o a quanto a noi piace, quello che piace a Gesù e il verificare a questa luce le proprie scelte e il proprio operare.
Tutto ciò nella pace, senza affanno, e con il cuore in preghiera.
I tempi di preghiera, per noi, immersi nelle molteplici e distraenti attività del mondo, non potranno essere, il più delle volte, molto estesi, ma ciò non impedirà al nostro cuore, racchiuso nel Cuore di Gesù, di rimanere lo stesso costantemente unito al Salvatore.
Come fare perché questo avvenga, pur non vivendo in un monastero?
Non occorre vivere in un monastero per abitare e riposare nel Cuore di Gesù, e se anche per la nostra psiche questo non sarà possibile, sarà possibilissimo al nostro spirito.
Se infatti avremo la volontà di rimanere in Dio, sarà lo Spirito Santo a pregare in noi e per noi e lo farà anche nel sonno o quando le situazioni ci impediranno di concentrarci in Dio.
Ecco alcuni suggerimenti pratici che possono aiutarci a mantenere il cuore in preghiera;
- alimentare la nostra comunione con Dio, in tutto l'arco della giornata, con frequenti giaculatorie, ovvero con brevi preghiere infuocate d'amore;
- dire spesso a Gesù, durante la giornata, quanto Lui stesso ci ha suggerito : Tu ami me, io amo tè;
- pensare spesso a quanto siamo amati da Dio, per averci chiamati a condividere nientemeno che la sua vita divina;
- pensare spesso all'infinito amore di Dio, che è morto per noi sulla Croce;
- dire a Gesù, con infantile confidenza: "Gesù pensaci tu", oppure: "Gesù fa tutto tu per me", specialmente in presenza di difficoltà, dubbi o scoraggiamenti.
Questi sentimenti di fiducia e di amore ci inseriranno sempre più intimamente nel Cuore di Gesù e ci aiuteranno a mantenere costantemente il cuore in preghiera.
In questo modo, alimenteremo in tutta la giornata il nostro amore per Gesù ed il nostro cuore batterà sempre più perfettamente in sintonia con il suo.
In questo stare in Lui si realizzerà il nostro riposo all'interno del suo Cuore, ed è lì che attingeremo la forza di fare ovunque e in ogni cosa tutto quello che ci dirà.
Questa unione con Gesù dovrà costituire come il tessuto di ogni nostra giornata, senza tuttavia esimerci dal cercare e dal fissare dei momenti più ampi e più forti di preghiera, in cui poter partecipare al sacrificio eucaristico, leggere e meditare la sua Parola, intrattenersi con Lui per ascoltarlo, per potergli raccontare "tutto" e per chiedergli l'abbondanza del suo Spirito
L'unione con Dio richiede, inoltre, l'impegno a realizzare la sua volontà attraverso l'esatto compimento dei doveri del nostro stato.
Il nostro impegno dovrà essere come se tutto dipendesse da noi, ma nello stesso tempo, riconoscendo i nostri limiti, attenderci tutto da Dio, riconoscendoci servi inutili.
Quando sapremo stare come un corpo morto nel Cuore di Gesù, così che Egli possa fare di noi quello che vorrà, questo sarà il fondamento della nostra gioia e il compimento della nostra santità.
Ciò esige la nostra trasformazione in Cristo, fino ad avere la mente e il cuore di Cristo fino a diventare nel mondo " altri Gesù", "altri Cristi".
Questa cristo-conformazione è ciò a cui dobbiamo tendere e assecondare, ma la sua attuazione, come ben sappiamo, non sarà opera nostra ma dello Spirito Santo, il solo capace di renderci, se glielo permetteremo, creature nuove e trasparenza di Gesù, e del suo amore presso i fratelli.
Il Cuore di Cristo e tutte le sue piaghe sacratissime e gloriose sanguinano ancora, carissimi, e continueranno a sanguinare incessantemente fino alla piena realizzazione del suo Regno alla fine del mondo.
Perché sanguinano ancora? Com'è possibile che il Corpo glorioso di Cristo sanguini ancora, dal momento che il Risorto nella gloria del suo Regno non soffre più ?
È vero, Gesù nella gloria del suo Regno non soffre più, perché il suo sacrificio cruento si è consumato in quel terribile Venerdì Santo in cui storicamente Gesù è stato crocifisso; Egli non soffre più, ma in qualche modo, ancora a noi misterioso, Gesù soffre ancora nel suo Corpo che è la Chiesa.
Capo del suo Mistico Corpo, Gesù soffre insieme alle sue membra sofferenti, soffre nei "crocifissi" di ogni tempo, soffre nei tribolati, nei malati, nei perseguitati, negli affamati … e in tutti coloro che completano nella loro carne ciò che manca alla sua passione.
Il sangue di Gesù fluisce ancora dalle sue piaghe sacratissime per essere comunicato nei sacramenti della Chiesa.
Occorre infatti che gli uomini di ogni tempo possano partecipare al suo sacrificio, occorre che tutti abbiano la possibilità di essere lavati e rigenerati dal suo sangue prezioso, senza del quale nessuno potrà ottenere la salvezza.
Amore obbediente che si fa sofferenza, e sofferenza che si fa amore per la gloria del Padre e per la nostra salvezza, è la sintesi di tutta la vita di Gesù.
Gesù non poteva amarci di più ! Come rispondere allora a tanto amore?
La risposta ad un così grande amore non può che essere una risposta d'amore e di un amore che sia forte e concreto, umile e puro, docile e generoso … un amore che si manifesti nel fare propri i suoi sentimenti e nel riposare nel suo Cuore di Gesù.
Questo nostro stare in Lui ci porterà:
- a glorificare il Padre con Gesù, e mossi dal suo Spirito
- a donarci ai fratelli e per i fratelli, come ha fatto Gesù.
Questo è l'obiettivo al quale tendere e, se diversi potranno essere i cammini per raggiungerlo, identico dovrà esserne lo spirito.
Nella mia precedente lettera ho accennato, senza sviluppare l'argomento, alla necessità di coltivare il silenzio, l'umiltà e il servizio; ora riprendo questo argomento proponendovi alcune riflessioni sul primo di questi tre punti: il silenzio.
Il silenzio al quale alludo non è il silenzio vuoto di chi si astrae dal mondo per nulla pensare, nulla udire, soffocando ogni desiderio o tensione.
Questo sarebbe un silenzio passivo, simile a quello della morte … non è questo il silenzio richiesto a un cristiano.
Il cristiano si astrae, per quanto possibile, dal rumore e dal chiasso esterni, e frena il grido delle passioni che la psiche continuamente alimenta in lui, per orientare il proprio spirito a Dio, riconosciuto Creatore, Signore e datore di ogni bene.
Anche in situazioni di frastuono e chiasso esterni, non siamo dispensati dal riposare nel Cuore di Gesù e dal mantenere il nostro cuore in preghiera, perché se questi fattori esterni non dipendono da noi, non ci potranno impedire di abitare nel Cuore di Gesù, anche se indubbiamente sarà più difficile avvertirne la presenza.
Questo raccoglimento inferiore, che potrà sussistere anche durante l'assolvimento dei compiti legati ai doveri del nostro stato di vita, è frutto di conquista, e normalmente lo si raggiunge, dopo un tempo, tanto più breve quanto più grande è l'amore che abbiamo per Gesù.
Poiché conseguirlo è molto importante, conviene non rimandare a tempi successivi, l'inizio di questo meraviglioso cammino, qualora non l'avessimo ancora intrapreso, o ci fossimo fermati.
Volendo conseguire questo obiettivo, conviene allora togliere da noi tutto ciò che si oppone all'ascolto di Dio e alla nostra unione con Lui cominciando dal deciso impegno nel respingere ogni giudizio, critica, o valutazione cattiva … e l'eccessiva preoccupazione per il futuro.
Si tratta di intraprendere o di continuare un cammino in compagnia di Gesù e Maria, fidandoci e affidandoci a loro, con la docilità dei bimbi.
Se infatti ci sentiremo come bambini in braccio a Gesù e Maria questo cammino ci sarà più facile, perché saranno loro a portarci.
Se in ogni situazione ci lasceremo guidare da loro, esperimenteremo l'efficacia della loro protezione e potremo gustare la tenerezza del loro amore familiare che continuamente ci avvolge.
Con la forza e la grazia che essi ci donano occorre dunque impegnarci a respingere ogni pensiero vano e inutile, i discorsi frivoli, le
spiritosaggini che hanno qualche idea di immoralità, i doppi sensi come pure le vuote o pericolose fantasie.
Solo allora la nostra niente e il nostro spirito potranno ascoltare la voce di Dio e nell'intimo della coscienza potremo parlare con Lui per raccontargli "tutto", per ringraziarlo di tutto e per chiedergli il suo aiuto.
Si tratta di intessere con Dio un ininterrotto dialogo d'amore, un dialogo che il silenzio facilita, ma che potrà sussistere in ogni ambiente ed in ogni situazione di vita.
Sintetizza il nostro modo di mantenere il cuore in preghiera e nell'intimità con Gesù
Si tratta dunque, carissimi amici, di una intimità e di un silenzio pieno di Dio, di un silenzio adorante.
Tutto questo costerà certamente un po', ma ne vale la pena!
Offriamo a Dio la fatica di questa crescita nell'intimità con Lui; offriamola per le vocazioni di particolare consacrazione al Signore, certi che Lui benedirà con larghezza la nostra generosità.
A tutti dunque buon cammino e, uniti al grande esercito degli adoratori di Gesù Crocifisso, restiamo nel suo Cuore trafitto per intercedere con Lui presso il Padre, nello Spirito Santo, il prezioso dono delle vocazioni, sacerdotali, Religiose, e di speciale consacrazione laicale.
Ciao a tutti.