Il coraggio della sofferenza |
B289-A7
Con Gesù il Crocifisso Risorto - Leandro Pierbattisti -
Carissimi amici di Gesù Crocifisso,
a tutti il mio fraterno saluto, unito all'augurio di un rinnovato slancio apostolico nell'ambito delle vostre famiglie e tra la gente dei vostri quartieri.
La coraggiosa offerta delle sofferenze giornaliere di quanti si uniscono alle sofferenza di Gesù per intercedere con Lui presso il Padre il prezioso dono delle vocazioni, rientra nelle finalità del Movimento Adoratori di Gesù Crocifisso i cui membri adorano ogni giorno, come fa la Chiesa nel Venerdì Santo, le Piaghe sanguinanti e gloriose del Signore.
Mossi da uno stupore sempre nuovo per l'amore infinito con il quale Gesù ha sopportato l'acerbo dolore della crocifissione per la nostra salvezza, quanti hanno il coraggio di soffrire con Lui, uniti a Maria SS. e con tutti gli Angeli e i Beati del Cielo, gli dicono ogni giorno il loro più sincero grazie e, con infantile confidenza, gli chiedono tutto ciò di cui hanno bisogno.
Questi generosi adoratori del Signore, dei quali facciamo parte, formano il suo esercito apostolico.
Non si tratta di un esercito che s'impone per vistose e roboanti iniziative, ma di un esercito invisibile.
Vi si arruolano le persone che nel silenzio adorante, noto solo a Dio, e in ascolto dell'invito di Gesù: "Pregate il padrone della messe perché mandi operai nella sua messe", offrono a Lui, in unione al suo sacrificio, le gioie e le sofferenze di ogni giorno per il prezioso dono delle vocazioni;
"La messe - infatti - è molta, ma gli operai sono pochi"
Occorre guardarsi attorno, carissimi amici, per scoprire che anche oggi ci sono tante "pecore senza pastore", persone unicamente rivolte alle realtà passeggere della terra, totalmente indifferenti alle realtà ultraterrene ed eterne per le quali Dio ci ha chiamati all'esistenza.
Occorrono dei pastori, secondo il cuore di Gesù, che indichino loro il senso della vita.
La solennità di tutti i Santi, che abbiamo recentemente celebrato e la solennità dell'Immacolata, ci invitano a guardare oltre il corto orizzonte terreno per fissare lo sguardo alla vita piena e perfetta che Dio ha preparato ai suoi amici, in Cielo.
Trascorrere un giorno dopo l'altro unicamente protesi ai propri affari o a godersi la vita, ignorando volutamente sia la comunione d'amore con Dio e con i fratelli, come pure ogni riferimento alla vita ultraterrena per la quale Dio ci chiamati all'esistenza, non è da persone sagge, perché, come dice S. Paolo, chi si comporta così è "nemico della croce di Cristo.
La perdizione sarà la loro fine, perché essi che hanno come dio il loro ventre, si vantano di ciò di cui dovrebbero vergognarsi, tutti intenti alle cose della terra.
La nostra patria invece è nei cieli e di la aspettiamo come salvatore il Signore Gesù Cristo, il quale trasfigurerà il nostro misero corpo per conformarlo al suo corpo glorioso" ( Fil 3,18-21 )
Che ci si pensi o no, giungerà comunque per tutti un termine del nostro cammino terreno, un traguardo che stabilirà per sempre chi saranno i vincitori e chi i perdenti, cioè coloro che avranno scelto la vita con Cristo, e coloro che avranno scelto la morte lontani da lui.
Il fatto che molti respingano nel modo più assoluto il pensiero della morte non cambia la realtà della morte, alla quale seguirà, come sappiamo, il giudizio particolare che fisserà per sempre, secondo la scelta che ognuno avrà fatto. la condizione della propria vita futura.
Fortunati noi se avremo scelto di abitare per sempre con il Signore in paradiso, e infelici coloro che avranno scelto di abitare per sempre con Satana all'inferno
La solennità di tutti i Santi ci presenta, in uno scenario di luce e di gloria, coloro che hanno scelto Dio nella loro vita terrena, e che ora condividono con Lui in Cielo la gloria perfetta nel giorno senza tramonto per il quale siamo stati creati.
Questi nostri fratelli, hanno meritato la gloria del Cielo per essere rimasti fedeli al Signore anche in mezzo ai disagi, alle contraddizioni, alle malattie e ai tormenti che hanno dovuto affrontare.
Ora, fissati per sempre nella vita piena e perfetta del Cielo, possono contemplare senza veli il volto di Dio nel fulgore della sua gloria, e saziarsi della sua conoscenza e del suo amore.
Essi finalmente hanno raggiunto la meta per la quale Dio li ha chiamati all'esistenza; quella meta alla quale anche noi siamo diretti e per la quale siamo stati creati.
Come hanno fatto questi nostri fratelli a rimanere fedeli a Dio fino alla morte, dal momento che anch'essi, come noi, erano peccatori?
Consapevoli di essere dei peccatori essi si sono rivolti costantemente a Dio, per essere da lui rifatti nuovi ogni giorno.
Con il pentimento e la confessione dei loro peccati, essi hanno lavato le loro anime rendendole candide col sangue di Gesù: l'Agnello immolato per la nostra salvezza; e con Lui hanno vinto.
Immersi nella vita in Dio, pieni di una gioia così grande da non potersi descrivere, ora essi, uniti a Maria SS. e con tutti gli Angeli del Cielo, lodano, adorano e ringraziano incessantemente il Signore per averli salvati ed elevati alla dignità di figli suoi.
Il libro dell'Apocalisse, nel descirverci una visione dell'apostolo san Giovanni, ci offre uno squarcio di Paradiso che ci mostra l'adorazione che gli angeli e i santi fanno incessantemente in Cielo: "vidi una moltitudine immensa che nessuno poteva contare, di ogni nazione, razza, popolo e lingua.
Tutti stavano in piedi davanti al trono e davanti all'Agnello, avvolti in vesti candide e con palme nelle mani". ( Ap 3,9-10 )
Questa moltitudine immensa, che nessuno può contare, è costituita da: martiri, apostoli, testimoni della fede e vergini; è la folla gloriosa dei salvati che gioisce nella contemplazione della gloria di Dio nella sua regale maestà, e che incessantemente lo adora dicendo: "La salvezza appartiene al nostro Dio seduto sul trono e all'Agnello..le e tutti profondamente prostrati dicevano: "Amen, lode, gloria, sapienza, azione di grazie, onore, potenza e forza al nostro Dio nei secoli dei secoli. Amen" ( Ap 3,13 )
Questi esseri così gloriosi sono vissuti come noi sulla terra, hanno conosciuto come noi miserie, difficoltà, e lotte.
La loro attuale beatitudine non dipende dalla grandezza e dagli onori avuti nella loro vita terrena, perché delle persone umili, grandi, povere e potenti, una sola cosa rimane nell'altra vita: il grado d'amore che esse hanno raggiunto, cui corrisponde il grado di gloria che li rende eternamente beati.
Chiediamo a questi nostri fratelli che intercedano per noi presso Dio l'anelito alla santità, e la forza di imitarli nel compiere sempre più perfettamente la volontà dell'amabilissimo nostro Signore, e di saper "dare la vita, cantando l'amore"
La Vergine Immacolata: la donna vestita di luce e coronata di stelle, Colei che è piaciuta a Dio per la sua verginità, ma che ha concepito per la sua umiltà, è la prima salvata dal Figlio Crocifisso e risorto.
Per il suo amore e umiltà; per la fedeltà che ebbe fino ai piedi della croce, e per la sua divina maternità Dio l'ha esaltata con la gloriosa assunzione in Cielo, e l'ha colmata di una gloria così grande che non ha pari tra le creature celesti.
Incoronata Regina degli Angeli e dei Santi ora Maria condivide la gloria del suo Figlio Gesù che dall'alto della croce ce la diede come Mamma.
Nei pericoli della vita affidiamoci dunque a Lei; imitiamola nell'amore e nell'umiltà, e lasciamoci plasmare dallo Spirito Santo con totale docilità come ha fatto lei, per diventare anche noi santi, cioè pieni di amore a Dio e ai fratelli.
Con Lei il nostro cammino procederà sicuro, fino al giorno in cui il Signore, giusto giudice, darà anche a noi la corona di gloria che avremo meritato.
Allora con Maria ci uniremo all'immenso coro degli Angeli e dei Santi in Cielo per cantare in eterno l'infinita misericordia di Dio.
Viene un ora nella vita in cui occorre una fede e una speranza come quelle di Maria dall'Annuncazione al Calvario.
Quando arriva anche per noi l'ora del dolore e del disorientamento, quando sembra che Dio non ascolti più la nostra preghiera, ricordiamoci della fede di Maria e gridiamo: "Padre mio, non ti comprendo più, ma mi fido di Te"
L'impegno a diventare santi, a cui tutti siamo chiamati, comporta la pratica di tutte le virtù come Maria e il rinnegamento di noi stessi.
Questo richiede una volontà decisa e pronta al sacrificio.
Offriamo con generosità al Padre questo sacrificio, per intercedere uniti a Gesù e alla sua Mamma, il dono di numerose e sante vocazioni.
Le vocazioni, già lo sappiamo, non siamo noi a suscitarle, perché sono opera dello Spirito Santo, nostro compito è quello di assecondare la sua azione attraverso la preghiera e l'offerta delle nostre gioie e sofferenze, perché i chiamati, sostenuti dalla sua forza, abbiano a rispondere al suo invito con un "sì" pronto e gioioso.
Mentre vi chiedo, carissimi amici, un reciproco ricordo nella preghiera, vogliate gradire i miei migliori saluti .uniti all'augurio di procedere spediti nella via del Signore per gustare la dolcezza del suo amore.