Il Coraggio della sofferenza |
B292-A8
- Leandro Pierbattisti -
Carissimi amici, la quaresima, riproponendoci le domande fondamentali della nostra esistenza – chi siamo, d'onde veniamo, dove siamo diretti? … – ci richiama con maggior forza al senso della vita.
L'imposizione delle ceneri sul nostro capo, il mercoledì delle ceneri, accompagnata dalle parole: "Ricordati che sei cenere e che in cenere ritornerai", ci ha richiamato la nostra creazione.
Nel racconto biblico, Dio ha plasmato l'uomo dalla terra, e gli ha soffiato lo spirito di vita ( Gen 2,7 ) .
Al termine del suo soggiorno terreno, l'uomo, ricorda la liturgia della Chiesa, ritornerà cenere nel suo corpo, in attesa della risurrezione.
Nel breve soggiorno terreno, noi uomini ci giochiamo nientemeno che l'eternità: o per sempre con Dio in paradiso, o per sempre lontani da Lui nell'inferno.
La nostra vita sulla terra, e in modo particolare nel tempo di quaresima, è, come ben sappiamo, un tempo di prova nel quale la Chiesa ci sollecita a fare il bene, allenandoci a compierlo attraverso una più intensa preghiera, il digiuno e la penitenza.
Questo allenamento dello spirito, impegnativo e talvolta faticoso, è paragonabile ai pesanti allenamenti che hanno preceduto le gare delle recenti olimpiadi invernali.
Sono stati onerosi, gravosi e talvolta molto duri, ma c'era in palio la medaglia d'oro.
Ma anche nel campo dello spirito c'è in palio una medaglia di tanto più preziosa: il paradiso.
Per questo occorre dispiegare le forze e andare avanti, protesi verso la vittoria finale che ci ricompenserà di ogni fatica e ci procurerà una grande gioia, nell'intimità con Gesù.
Come il maratoneta 490 anni prima di Cristo annunciò ai cittadini di Atene la loro vittoria sui Persiani, anche noi siamo chiamati ad un annuncio molto più risolutivo: la vittoria della vita sulla morte.
Questo grido di vittoria esploderà in un modo particolarmente vigoroso nella liturgia pasquale nella quale celebreremo il trionfo di Cristo che, con la sua morte e risurrezione, ha sconfitto il peccato e la morte, inchiodandoli alla Croce.
Ringraziamo Gesù di aver vinto la morte, e siamogli grati per l'aiuto che ci dà a vincerla.
Ci sostenga nella nostra corsa verso il traguardo, e ci aiuti a perseverare fino alla vittoria finale.
Con la gloriosa risurrezione Gesù ha portato a compimento il progetto di salvezza annunciato nel protovangelo, quando Dio, minacciando il serpente, gli disse che la discendenza della donna gli avrebbe schiacciato la testa ( Gen 3,15 ).
Il serpente, ovvero il diavolo, è colui che ha provocato la morte e che continua a seminarla tra gli uomini che si lasciano sedurre da lui.
Ma sappiamo che la discendenza che lo colpisce al capo è Gesù.
Resistiamo al demonio, acerrimo nemico, forti nella fede, e opponiamoci alle allettanti correnti del male per non lasciarci invischiare.
Offriamo a Dio, carissimi amici, la vita di ogni giorno con il suo carico di gioie e di fatiche, per intercedere dalla sua misericordia il dono di nuove sante vocazioni, e il dono della perseveranza di quanti Egli ha già chiamato, cosicché abbiano a restate fedeli fino alla morte.
La generosa offerta delle sofferenze di quanti si uniscono ai patimenti di Gesù per intercedere con Lui presso il Padre per ottenere il prezioso dono delle vocazioni, rientra nelle finalità del Movimento Adoratori e Adoratrici di Gesù Crocifisso, i cui membri si impegnano ad adorare ogni giorno le Piaghe sanguinanti e gloriose del Signore, perpetuando la liturgia della Chiesa nel Venerdì Santo.
Queste persone, mosse da profondo senso di riconoscenza verso Gesù, che ha accettato i dolori della passione e ci ha amato fino a dare la vita per noi, gli esprimono il loro più sincero grazie e con totale confidenza e umiltà gli chiedono di essere liberate dai mali del corpo e dello spirito, fiduciose che venga loro donato tutto ciò di cui necessitano per essere suoi fedeli discepoli.
Ma il loro obiettivo specifico è l'offerta delle sofferenze per le vocazioni.
Difatti quanti fanno parte di questo Movimento, da intimi amici di Gesù, non si impongono per vistose e roboanti iniziative, ma operano nel nascondimento per divenire il lievito che prepara il pane della vita.
Nel silenzio adorante, noto solo a Dio, e in ascolto della parola di Gesù, "pregate il padrone del campo perché mandi operai a raccogliere la sua messe" ( Mt 9,38 ), offrono a Gesù, in unione al suo sacrificio, le gioie e le sofferenze di ogni giorno per il dono delle vocazioni, perché "la messe è molta, ma gli operai sono pochi" ( Mt 9,37 ).
Con questo invito alla preghiera, Gesù trasmette agli apostoli e ai suoi discepoli di ogni tempo la sua compassione e trepidazione per tanta gente "stanca, scoraggiata come pecore senza pastore" ( Mt 9,36 ).
La preghiera per le vocazioni è condividere l'ansia di salvezza che Gesù ha trasmesso ai suoi e che noi dobbiamo fare nostra.
La preghiera vocazionale cambia e arricchisce chi la fa, e da essa nasceranno rigogliosi frutti di vita.
Amici, preghiamo dunque con fede e umiltà perché il Signore abbia misericordia di noi e ci conceda il prezioso dono di generose risposte alla sua chiamata.
Buona Pasqua, carissimi amici.
I nostri cuori siano invasi da rinnovata gioia nei giorni santi nei quali il triduo pasquale e il giorno di Pasqua ci faranno rivivere quell'amore infinitamente grande che ci dà la certezza di essere amati da Gesù.
Le piaghe gloriose che Egli ha voluto conservare nel suo corpo di risorto sono il vangelo eterno del suo amore per noi, e fonte di gioia per tutti coloro che accettano la sua salvezza.
Cristo, nostra Pasqua, immolato sulla croce, ha sconfitto la morte.
Con la sua gloriosa risurrezione Gesù, che ha distrutto il peccato inchiodandolo alla croce, è il fondamento della gioia.
Un giorno anche noi risorgeremo in Lui per partecipare alla sua gloria, e restare per sempre con Lui.
Quella sarà la nostra ultima e definitiva Pasqua.
Se io pongo la mia speranza in te, Signore, vuol dire che credo in Te, vuol dire che Ti amo.
Vuol dire che mi impegno a vivere secondo Te, i tuoi insegnamenti e i tuoi comandamenti.
Vuol dire che spero di vederti un giorno "faccia a faccia" e "riconoscere" il Tuo Volto che ho già conosciuto su questa terra guardando con i tuoi occhi ogni uomo o donna, bambino o bambina, giovane o vecchio, sano o malato, ricco o povero, bianco o nero.
Così Ti "riconoscerò", come Tu "riconoscerai" me, che ho lasciato tutto per seguirti ovunque, che ti ho seguito con la mia famiglia: Tu Crocifisso risorto, per fare la volontà del Padre.
Sempre con l'aiuto di Maria.