L' « Adorazione a Gesù crocifisso » preghiera lasalliana |
B296-A5
Vito Moccia
- 1. Centenario dell'Adorazione
- 2. Proprietà artistica letteraria dei Fratelli
- 3. Prima stesura e datazione dell' Adorazione
- 4. Stesura nella struttura completa e modifiche successive
- 5. Le devozioni al tempo della formulazione dell'Adorazione
- 6. Le devozioni dopo il Concilio
- 7. L' Adorazione e gli insegnamenti conciliari
- 8. Carattere "mariano" dell'Adorazione
- 9. L'Adorazione nella teologia contemporanea della croce
- 10. "La croce cammino di felicità" ( Giovanni Paolo II )
- 11. Legittimità del culto di adorazione alle Sacre Piaghe
- 12. L'Adorazione, rafforzamento della speranza. Il convegno ecclesiale di Verona
- 13. Ambiti di speranza nel nostro tempo
- 14. Catechesi di speranza nel Crocifisso
- 15. Radicamento nei Fratelli delle Scuole cristiane
Nell'agosto 2006 si è compiuto il centenario della preghiera Adorazione a Gesù crocifisso, o Devozione alle cinque piaghe.
Infatti tale pio esercizio compare la prima volta negli scritti del servo di Dio fra Leopoldo Maria Musso ofm1 sotto la data dell'agosto 1906,2 in una formulazione autografa del frate francescano.
Nello stesso anno compare nel Diario una seconda formula della pre ghiera, più organica e meglio sistemata nel testo, ma che si basa sugli stessi elementi fondamentali della prima, elementi che subito evidenziarne, per caratterizzarne l'impostazione e l'animazione spirituale che la pervade, prima di riportare entrambi i testi.
L'adorazione al Crocifisso sono espressi in cinque stazioni, per ognuna delle piaghe provocate dai chiodi con cui il Redentore è stato infisso alla croce ed ivi trafitto: la crocifissione viene quindi contemplata, e rivissuta nel cuore del fedele, nel suo aspetto dinamico, rifacendosi alla successione dei dolori, ma soprattutto alla pienezza di amore vissuta da Gesù.
In tale disposizione spirituale sgorga la preghiera universale per la Chiesa e per il mondo, come in quella nel Venerdì santo, in un'atmosfera che la sovrabbondanza di amore scaturente dal Crocifisso rende fortemente intima, cosi come plasticamente emerge nell'immagine che accompagna il testo, affigurante un'anima attratta da Lui e abbracciata ai suoi piedi, secondo la visione avuta da fra Leopoldo, in stretta adesione al testo evangelico.3
Nell'intendimento di illustrare l'efficace valore di questa preghiera, anche sotto l'aspetto pedagogico, ritengo opportuno subito evidenziarne il carattere lasalliano, per la sua rispondenza al carisma spirituale e formativo di Jean-Baptiste de La Salle, per il ruolo determinante che essa ha avuto nel messaggio e nell'opera del ven. fr. Teodoreto, segnatamente nell'origine dell'Unione Catechisti e della Casa di Carità Arti e Mestieri, ma altresì, circostanza forse non a tutti nota, perché è ai Fratelli delle Scuole cristiane che tale preghiera è stata affidata, tanto che essi ne hanno la proprietà letteraria.
Ritenendo questo elemento della massima importanza, penso sia bene risalire direttamente alla fonte di tale notizia, riportando quanto ha scritto al riguardo fr. Teodoreto nella biografia di fra Leopoldo: "Nella in timità del Crocifisso", pur limitandomi al momento a qualche stralcio: Egli ( fra Leopoldo ), come era solito fare, prese tempo per pregare e la sera del 24.1.1916, udì queste parole di Gesù nel SS. Sacramento: " … Ogni Divozione stampata nei libri abbia l'effigie di Gesù Crocifisso coll'anima, e sotto le orazioni sia segnato così: Per concessione dei Fratelli delle Scuole Cristiane".
La mattina seguente, 25 gennaio, mentre fra Leopoldo pregava Gesù Crocifisso, udì queste parole: 'Dirai ai Fratelli delle Scuole Cristiane che conservino il privilegio".4
Fra Leopoldo mi disse che queste espressioni volevano dire che i Fratelli delle Scuole cristiane dovevano conservare la proprietà riservata del foglietto contenente la Devozione a Gesù crocifisso.
Lasciai passare qualche tempo, ma poi avendo fra Leopoldo udito ripetere con insistenza lo stesso ordine, feci le pratiche occorrenti, e presentemente il Superiore dei Fratelli delle Scuole cristiane della Casa Generalizia di via Aureila 476, Roma, ha la proprietà artistico - letteraria di tale foglietto.
Naturalmente nella stampa e nella diffusione della preghiera sono coinvolti anche i Catechisti, come fr. Teodoreto espressamente dichiara: Uniti ai Fratelli delle Scuole Cristiane vi sono i Catechisti del santissimo Crocifisso che diffondono essi pure la detta Divozione, occupandosi di raccogliere le elemosine per farla stampare e spedirla a quanti la domandano.5
Come abbiamo detto la prima stesura della preghiera risale al 1906, in base alla data riportata sul manoscritto di fra Leopoldo.
Ma da un'altra annotazione del servo di Dio risulta che tale adorazione era da lui praticata molto tempo prima, sicuramente dal 1893, anno in cui ebbe una visione del Crocifisso.6
Infatti in data 29 giugno 1914 è riportato nel Diario: "Dopo essersi tenuta nascosta per venti e più anni, finalmente, come piacque al Signore, quest'anno 1914, nel mese di maggio, la santa Adorazione - Divozione andò a mettere radici nella reverendissima Congregazione, tanto umile per amor di Dio, dei Fratelli carissimi nel Signore, delle Scuole Cristiane ".7
Riportiamo il testo della prima formula, così come compare nello scritto autografo.
Orazione - Adorazione a Gesù crocifisso come nel Venerdì santo ( 1906 ):
« Ti adoriamo, santìssimo nostro Signor Gesù Cristo, sopra questa croce e sopra tutte le croci che sono nelle tue chiese dell'universo mondo: colla tua santa croce e morte tua hai comprato il mondo ( recita un Pater, Ave, Gloria per ogni piaga ).
1. ( Per la sacra piaga della Mano destra ) - Si prega che il Signore santifichi il santo Padre, e lo difenda dagli inimici suoi, che protegga sempre la sua Sposa, la Chiesa, che dia ai sacerdoti la grazia di celebrare santamente, che benedica copiosamente l'angelo dell' Arcidiocesi.
2. ( Per la sacra piaga della Mano sinistra ) - Si prega per la conversione dei poveri peccatori e per gli agonizzanti, principalmente per quelli che non vogliono riconciliarsi con Dio, invocando la bontà di Dio colla giaculatoria "Gesù mio, misericordia " tre volte.
3. ( Per la sacra piaga del Piede destro ) - Si prega che Dio conceda a tutti gli ordini e congregazioni religiose molti santi a nostra edificazione; che benedica le nostre famiglie, le nostre case ( agosto 1906 )
4. ( Per la sacra piaga del Piede sinistro ) - Si prega per le anime sante del purgatorio, specialmente per quelle che aspettano da noi questa preghiera.
5. ( Per la sacra piaga del Costato ) - Si prega per tutti quelli che si raccomandano alle nostre preghiere avvalorate dai meriti infiniti di Gesù Crocifisso: preghiamo inoltre che ci conceda la santità della vita, un ardentissimo desiderio di fare la santissima volontà di Dio in tutto, la rassegnazione nelle pene, nelle contrarietà, la grazia di ricevere i santi sacramenti in punto di morte, e la gloria eterna del paradiso, nostro ultimo fine.
Sia lodato ringraziato, benedetto ogni momento il mio dolce Gesù Crocifisso e il SS.mo Sacramento ».
Abbiamo riportato questo testo per risalire alla fonte originaria, e per rilevare come esso, ancorché ancora grezzo e incompleto nella forma, contenga però già tutti gli elementi che caratterizzano e che costituiscono il pregio di questo pio esercizio.
Anzi, esso presenta alcune invocazioni particolari, che saranno riprese solo nella versione ultima del 1998.8
Secondo quanto afferma fr. Teodoreto, "fra Leopoldo venne a comporre la nuova formula alternando le preghiere vocali con l'orazione mentale più affettuosa, sotto la guida di Gesù Crocifisso".9
Che questa guida vi sia stata, lo troviamo in un espresso detto del Signore riportato nel Diario.
Infatti il 29 marzo 1917 fra Leopoldo, mentre stava in adorazione ai piedi del Crocifisso, udì quanto segue: Alzati e va a segnare che le parole della santa Adorazione, cioè delle cinque Piaghe, sono Io, tuo Gesù, che ti ho guidato nello scriverle.10
Come ho già osservato, nella prima redazione sono formulate solo domande e intercessioni, poiché non vi è ancora, nella orazione ad ogni piaga, il testo introduttivo di invocazione, di adorazione, di ringraziamento e di impetrazione, il che apporterà un sostanziale arricchimento alla preghiera, come si nota dalla lettura della seconda formula, di un anno dopo, cioè del 1907.
Stante il carattere essenzialmente celebrativo di tale scritto, con riguardo alle sue tematiche ed alla sua validità anche nei nostri giorni, non ci soffermiamo in un'analisi filologica dei testi e delle varie versioni succedutesi, peraltro senza modifiche d'ordine sostanziale, rimandando magari ad altra occasione tale esame.
Conseguentemente ci limitiamo a riportare in nota la versione del 1907, che costituisce la base strutturale del pio esercizio, e successivamente il testo dell'ultima versione, del 1998.
D'altra parte nell'ambiente lasalliano l'Adorazione è conosciuta e praticata, per cui il riportarne i testi risponde essenzialmente a comodità di consultazione e di raffronto.11
Rispetto alla prima formula, quella del 1907 è il punto di arrivo di uno sviluppo, poiché la preghiera viene fissata nella sua struttura definitiva.
Anzi, possiamo considerarla il primo testo della Adorazione, anche perché fu dato alle stampe, munito dell'approvazione ecclesiastica, e nel 1915 indulgenziato da papa Benedetto XV.12
Invero anche questo testo ebbe inizialmente una diffusione su fogli manoscritti, a cura delle prime "zelatrici" di tale preghiera, così come quello originario, che non è stato mai stampato.
La formula risulta compiuta con l'inserimento, per ogni piaga, dell'invocazione al Crocifisso, qualificato come "amatissimo"- successivamente "amabilissimo" -, "mio" e "Signore", termini in cui confluiscono ad un tempo sentimenti di amore, di intimità e di riconoscimento della trascendenza divina.
L'adorazione avviene in unione corale con Maria santissima,13 con gli angeli e i beati, cioè nel contesto della comunione dei santi e con carattere mariano.
Dopo la morte di fra Leopoldo il testo dell'Adorazione ha subito altre modifiche, di cui la più rilevante è quella apportata a cura dell'Autorità ecclesiastica romana, in occasione del suo inserimento nel volume Preces et pia opera, della Penitenzieria apostolica, edizione del 1938, al n. 170, il che è avvenuto d'iniziativa di tale dicastero, senza che ne sia stata avanzata domanda.
Si è trattato di modifiche marginali,14 che hanno lasciato invariata la struttura e il testo fondamentale del pio esercizio.
Ma l'innovazione più radicale è avvenuta nel 1998, occasionata dall'ostensione della Sindone in Torino.
Dovendosi approntare uno stampato della Adorazione che riportasse anche un'immagine del sacro Sudario, si è ritenuto che fosse necessario un aggiornamento del testo, pur nella stretta fedeltà all'impostazione data da fra Leopoldo e sistemata da fr. Teodoreto, ma formulato secondo gli orientamenti conciliari, e le aspettative di sensibilità e di linguaggio nel frattempo maturate.15
Trattandosi della formula attuale, per comodità di consultazione e di raffronto riporto anche essa in allegato.16
Così esaurita questa rapida sintesi sulle origini del testo dell'Adorazione e sui suoi aggiornamenti sperando in altra circostanza, a Dio piacendo, di poter esporre tale materia in modo più completo passo all'esame dei contenuti teologici e pedagogici della preghiera.
La preghiera di fra Leopoldo è maturata spiritualmente nella sua mente e nel suo cuore, come abbiamo visto, verso la fine dell'Ottocento, per essere poi scritta all'inizio del Novecento.
Pur nella sua originalità, essa ha rispecchiato il clima spirituale e la religiosità del tempo, che sul piano cultuale prevedevano un ampio ricorso alle pratiche di devozione, e non solo nella massa dei fedeli, ma altresì nei religiosi e negli intellettuali.
L'uso del latino nella liturgia - pur se temperato con l'introduzione dei primi messalini in italiano - e l'esclusività di fatto da parte del clero nella recita dell'ufficio divino, facevano convergere il laicato nelle devozioni, quali mezzi validi ed efficaci per la meditazione, l'ascesi e la valorizzazione dei Sacramenti, in definitiva per una sana e robusta vita religiosa.
Inoltre hanno indubbiamente influito sullo stile della composizione gli orientamenti antropologici del tempo, caratterizzati dalla coesistenza di due sensibilità apparentemente contrastanti, ma in pratica complementari, quali il positivismo e il tardo romanticismo. Il positivismo ha portato l'attenzione sui dati concreti, sfociando nel campo artistico nel movimento verista, e ciò sul piano religioso può avere accentuato il particolare riguardo ai fatti e alle circostanze reali, peraltro già innestato nella tradizione, tra cui gli aspetti fisici della passione del Signore.
Da parte sua la mentalità romantica ha sollecitato la sensibilità dei fedeli ad un intenso sentimentalismo nella pietà e nella partecipazione affettiva.
Con questo non si intende censurare tali atteggiamenti e mozioni inferiori, ma solo individuarne le concause che possono avere concorso al loro insorgere, e valutare se, e in quale modo, possono avere avuto una certa influenza nello stile compositivo dell'Adorazione.
Tra le varie pratiche di devozione, la più diffusa era, e lo è tuttora, il rosario mariano.
Ma ampio seguito avevano quelle relative al Crocifisso, segnatamente la Via crucis, ed altre molto praticate, come l'adorazione al sacro Cuore di Gesù ( di cui dirò ancora in seguito ), la corona delle sante Piaghe di N. S. Gesù Cristo,17 l'orazione alla Piaga della spalla di N. Signore,18 le litanie della santa Passione di Cristo,19 i vari pii esercizi al Preziosissimo Sangue di Gesù, nella forma di preghiere, consacrazione, offerta, coroncina e litanie.20
Tali devozioni offrono preziosi vantaggi, come le indulgenze e grazie particolari di ordine spirituale e anche materiale.
I frutti morali ad esse connessi sono rilevanti, anche sul piano comunitario e sociale, considerando che la conoscenza e la sensibilizzazione a molti aspetti delle verità di fede e della vita cristiana avvengono loro tramite, e non solo per i piccoli e gli ignoranti, ma altresì per gli adulti e i dotti, corroborati da queste preghiere nell'elevazione e nell'intimità con Cristo.
Vanno pertanto disattese quelle critiche, quando non si tratti di autentico disprezzo, che alcuni rivolgono verso le devozioni, anche se non sempre percepite dalla pietà popolare nella loro autenticità e purezza, dato che il raggiungimento dell'ideale non è talora alla portata di tutti.21
Tuttavia, per evitare abusi, la Chiesa ha sempre vigilato sul sorgere delle devozioni, talora intervenendo con censure.
La circostanza che l'Adorazione sia stata inserita nell'elenco delle Preces et pia opera, a cura della Sacra Penitenzieria, come detto sopra, è un'ulteriore garanzia della validità della medesima.
La riforma e la forte valorizzazione della liturgia apportate dal Concilio, con l'adozione delle lingue parlate e la conseguente maggiore partecipazione dei fedeli al sacrificio eucaristico e alla recita dell'ufficio divino, non hanno tolto spazio alle formule devozionali, ma in certa misura, presentandole in una prospettiva connessa alla liturgia, le hanno maggiormente valorizzate.
Infatti una più viva partecipazione alle funzioni e alle preghiere rituali comporta che i fedeli vi si preparino convenientemente e si adoperino ad estenderne gli effetti nella vita di tutti i giorni.
È sotto questa luce che il Concilio valorizza l'importanza delle devozioni e degli esercizi di pietà.
Afferma il Concilio: "La vita spirituale tuttavia non si esaurisce nella partecipazione alla sola sacra liturgia.
Il cristiano, infatti, benché chiamato alla preghiera in comune, deve anche entrare nella sua stanza per pregare il Padre in segreto; anzi, secondo l'insegnamento dell'Apostolo, pregare incessantemente.
Il medesimo Apostolo poi ci insegna a portare continuamente nel nostro corpo i patimenti di Gesù morente, affinché anche la vita di Gesù si manifesti nella nostra carne mortale".22
"I pii esercizi del popolo cristiano, purché siano conformi alle leggi e alle norme della Chiesa, sono vivamente raccomandati".23
Nell'epoca post-conciliare, il concorso di varie correnti di pensiero e di concezioni antropologiche non rende agevole l'individuazione di un indirizzo ricapitolativo e dominante, ove si consideri da un lato la crisi delle ideologie, il nichilismo, il relativismo morale con gli sbocchi nell'individualismo radicale e in definitiva nel consumismo, e dall'altro la riaffermazione e la difesa dei valori da parte dell'opinione pubblica recettiva agli insegnamenti del magistero, con particolare riguardo alle tematiche della vita e della solidarietà, e con adesioni anche su un piano aconfessionale.
Ci sembra comunque che un elemento comune possa essere ravvisato nella filosofia dell'esistenza ( cioè nel fatto che noi, le cose e le circostanze "ci siamo" ), ancorché diversamente intesa, cioè con o senza il riferimento alla trascendenza.
Ora anche in una visuale esistenziale la contemplazione dei misteri cristiani, in particolare la passione, morte e resurrezione di Gesù, trova ampio spazio di riflessione e di culto, anzi si pone in una situazione privilegiata, mirando alla sostanza e all'essenziale delle cose.
Per cui, anche sotto questi aspetti, le devozioni hanno un'ampia gamma di espressione e di formulazione.
In effetti pure nel nostro tempo sono sorte nuove forme di devozione, talune connesse a rivelazioni soprannaturali.
Valga per tutte, come significativo esempio, la Coronaria della divina misericordia, la cui promotrice, suor M. Faustina Kowalska, è stata canonizzata da Giovanni Paolo II.24
Ma tornando al citato testo conciliare, colpisce come esso sembri stilato proprio con riguardo all'Adorazione.
Invero l'esortazione "a portare continuamente nel nostro corpo i patimenti di Gesù morente", trova una perfetta rispondenza proprio nella contemplazione delle piaghe del Crocifisso, per cui possiamo affermare che la nostra preghiera riceve dagli insegnamenti conciliari non solo una legittimazione generica, in quanto pio esercizio approvato dalla Chiesa, ma soprattutto un'incentivazione quale mezzo che favorisce il perseguimento delle finalità ivi prospettate per ogni fedele, cioè di unirsi all'amore e alle sofferenze di Gesù in croce.
Non sarà mai sufficientemente sottolineata la rispondenza dell' Adorazione all'ideale presentato dal Concilio per la preghiera privata, di ispirarsi a Gesù crocifisso, secondo la dottrina di san Paolo.
Basterebbe questo rilievo a evidenziare l'attualità e la modernità del pio esercizio composto da fra Leopoldo.
In effetti "portare continuamente nel nostro corpo i patimenti di Gesù morente", è la perenne novità del cristiano, è la meta cui riferirsi per incorporarsi in Lui.
L'Adorazione, con la contemplazione ad una ad una delle piaghe del Signore, è indubbiamente uno degli strumenti più idonei per realizzare quest'assimilazione spirituale delle sofferenze di Gesù, e soprattutto del suo amore infinito, "affinché - per riprendere la citata espressione conciliare - anche la vita di Gesù si manifesti nella nostra carne mortale". ( 2 Cor 4,10-11 )
In questa devozione l'assimilarsi a Gesù morente avviene mediante l'adorazione delle singole piaghe, considerate nella totalità del corpo reale di Cristo, dato che sono appunto le piaghe della crocifissione a farci intuire e a riproporre nel modo più manifesto tutta l'umanità martoriata di Gesù.
Ma la totalità del corpo di Cristo comprende la sua mistica sposa, la Chiesa, anche lei piagata e quindi contemplata, nella preghiera,
nelle sue necessità e aspirazioni.25
E in questo culto delle piaghe del Signore e del suo corpo mistico vi è la riproposizione della funzione del Venerdì santo, in cui la Chiesa ci fa adorare il Crocifisso, in stretta aderenza pertanto ad un rito liturgico.
D'altra parte uno dei "detti" ispiratori del pio esercizio, come abbiamo già notato, si ricollega proprio al Venerdì santo, secondo l'annotazione di fra Leopoldo: " Il giorno 2 agosto 1906, festa della Madonna degli Angeli, Gesù mi fece intendere: Si faccia divotamente l'Adorazione come nel Venerdì santo, e molte grazie e favorì concederò a tutti quelli che in grazia di Dio si prostreranno ad adorarmi ".26
Ma il richiamo della liturgia del Venerdì santo è altresì richiamo della liturgia perenne del sacrificio eucaristico del Corpo e del Sangue di Cristo, al quale pertanto l'Adorazione fa continuo riferimento.
Essa si pone quindi come preparazione alla Messa, di cui individua la centralità nell'offerta del Crocifisso al Padre, ed altresì come continuazione dei suoi effetti, nell'applicazione dei frutti salvifici di Gesù a tutti gli uomini e nei vari aspetti della vita.
Anche le preghiere corali di domanda per le necessità della Chiesa e degli uomini, formulate ad ogni singola piaga, richiamano la preghiera universale del Venerdì santo e quelle specifiche di ogni messa.
Lo ripetiamo perché della massima importanza: contemplare le piaghe nella totalità del Cristo comporta considerare il suo Corpo mistico con le necessità e le sofferenze degli uomini.
Le preghiere di domanda costituiscono pertanto piena partecipazione a Gesù sofferente, anche con riguardo alla Chiesa e all'umanità.
È sufficiente quindi esaminare, e soprattutto praticare con amore, l'Adorazione nei suoi elementi fondamentali - in sintesi l'ispirazione alla liturgia sacrificale del Venerdì santo, nel culto delle cinque piaghe e nella preghiera universale - per trovare stretto collegamento con gli insegnamenti conciliari, e pertanto per rilevarne tutta l'attualità.
Ma un altro aspetto della rispondenza agli orientamenti conciliari sta nel carattere mariano della nostra preghiera, avendo il Concilio ribadito e raccomandato il culto di iperdulia alla B. Vergine.
Invero l'adorazione è compiuta " unito a Maria ", la quale più d'ogni altra creatura ha vissuto la passione di Gesù, ha sentito in sé impresse le piaghe del Figlio, piaghe nelle quali Lei si è certamente immedesimata, sentendole in sé ad una ad una, come si addice ad una madre verso il figlio morente.
In tale concretezza di percezione sta, tra l'altro, la modernità e l'attualità di questa preghiera, come sopra rilevato, tanto più che la considerazione delle piaghe e dei dolori del Signore, pur nella consapevolezza della crudezza del martirio ( " aver sofferto tanti dolori " ), non conduce all'esasperazione, ma si distende in un clima calmo e rasserenato di gratitudine e di affetto, espresso nelle locuzioni: " Ti ringrazio di avermi amato " e " lasciarmi attrarre dal tuo amore ".
L'atteggiamento interiore, ove si pratichi nel modo debito l'Adorazione, è quindi quello dell'agape filiale, ma anche fraterna, verso il Redentore, che si è fatto nostro fratello, e questo stato d'animo porta ad uno slancio di ascesi, lo stesso di cui fra Leopoldo era profondamente compenetrato.
La guida in questa ascesi è Maria, che accanto alla croce è non solo madre di Gesù e della Chiesa, ma la prima adoratrice del Crocifisso.
Come nella Via crucis la pietà popolare ha introdotto l'invocazione a Maria attraverso lo Stabat Mater cantato tra stazione e stazione, cosi nella Adorazione i singoli momenti che la compongono iniziano uniti a lei, pertanto in un contesto spirituale che è garanzia di autenticità e di sincera e robusta devozione, come viene sottolineato in più luoghi del Diario di fra Leopoldo.27
Ma sempre con riguardo agli orientamenti conciliari, va ancora osservato come la menzione, nella nostra preghiera, di Maria accanto agli angeli e ai santi nell'adorazione delle ferite aperte di Gesù, richiami - pur formulata prima del Concilio - l'insegnamento conciliare su Maria modello della Chiesa.28
Può essere questo un altro frutto eccellente dell'Adorazione, incrementare in noi e negli altri, specialmente nei giovani, il culto di venerazione a Maria e, suo tramite, la consapevolezza della comunione dei santi.29
Come noto, la teologia contemporanea, nella scia del rinnovamento conciliare, ha ampiamente sviluppato e approfondito le tematiche relative alla croce, con riguardo alle verità fondamentali della rivelazione.
Così nel mistero pasquale della morte e resurrezione di Cristo, oltre l'aspetto " satisfattorio " viene evidenziato, tra le motivazioni, il conseguimento della perfezione morale di Gesù.
Egli preferisce dare la vita piuttosto che annientare i suoi persecutori, accettando attraverso la croce di compiere la volontà del Padre, volontà che è l'amore per l'umanità attraverso lui, Figlio unigenito.30
Parimenti nella dottrina trinitaria si fa leva sulla teologia della croce, nel senso che la croce di Gesù è un avvenimento trinitario, poiché il Padre consente che il Figlio si sacrifichi e ci doni lo Spirito, per cui attraverso la croce si perviene alla conoscenza della santa Trinità.31
Ora la pratica dell'Adorazione è un mezzo efficace perché la conoscenza e la coscienza di tali sublimi verità si diffondano tra i fedeli, accanto naturalmente all'istruzione e alla catechesi.
Tanto più che la nostra preghiera, nella formulazione attuale, ha recepito le suddette dottrine, pur nella stringatezza della semplice enunciazione: è stata inserita, nella preghiera introduttiva, l'espressione " per amore dei Padre, nello Spirito Santo ", per evidenziare la dimensione trinitaria del sacrificio salvifico.
Inoltre, sempre nell'invocazione introduttiva, in luogo della motivazione " per espiare i miei peccati ", riferita ai dolori di Gesù, è stata inserita la frase " avere preso su di Tè i miei peccati ", in cui emerge l'aspetto grazioso ed erogatorio. ( Gv 1,29 )
Da questi semplici lineamenti risulta l'idoneità dell'Adorazione a costituire la base per una catechesi, oltre ad essere un valido strumento di elevazione a Dio nella preghiera.
Ma oltre agli odierni orientamenti teologici, la spiritualità suggerita dall'Adorazione risponde agli indirizzi pastorali proposti dal Magistero.
Il tema della croce ricorre con perseverante costanza, eppure in termini di perenne novità, nelle esortazioni e nelle catechesi dei pontefici.
Limitandoci a pochi cenni, ma estremamente significativi, ricordiamo che Giovanni Paolo II, rivolgendosi ai giovani all'inizio del terzo millennio, pertanto in una circostanza solenne, diede loro, quale mandato per la nuova epoca, il seguente programma: La croce come cammino di felicità, esortandoli a " essere testimoni della croce di Cristo lungo le vie del mondo ".32
In precedente circostanza, il Papa aveva esortato i giovani con questo pressante appello: " Occorre aprire gli occhi e il cuore alla luce dello Spirito Santo. Allora parleranno a ciascuno le ferite aperte di Cristo risorto ".
Appello che veniva proposto in una tematica intitolata dal Papa " laboratorio della fede ".33
L'incontro con Cristo e l'attestazione della sua risurrezione ci vengono pertanto presentati attraverso le ferite aperte di Gesù risorto, con riferimento alle parole di Gesù a Tommaso ( Gv 20,27 ).
L'ispirato pastore e sorprendente psicologo quale è stato Giovanni Paolo II, non ha esitato quindi a presentare ai giovani, come programma di vita per l'avvenire, la croce, e in una prospettiva di vita, e perciò di gioia, prospettiva da cui dovremmo trarre fiducia e forza nella catechesi.
L'Adorazione è mezzo valido per mettere i giovani, e più in generale i fedeli, in ascolto di quelle ferite aperte richiamate dal Papa.
Il magistero di Benedetto XVI è in corso di svolgimento e i suoi insegnamenti ci sono attuali.
Mi limito ad una sola breve citazione da un suo testo: " Oggi siamo in grado di constatare con una certa sicurezza che il luogo di origine della fede cristiana semplicemente, è la croce. ( … ).
In quanto è il Crocifisso questo Gesù è il Cristo, il re. ( … ).
Egli è Verbo, parola, perché è amore.
A partire dalla croce la fede comprende sempre meglio come questo Gesù non solo abbia fatto e detto qualcosa, ma come in lui messaggio e persona si identifichino, anzi, come egli sia già sempre ciò che dice ".34
Quanto esposto in ordine alla croce va ovviamente riferito al Crocifisso.
Ma ritengo di fare questa asserzione, che sembrerà ovvia, per l'analogia che si potrebbe porre considerando le Piaghe di Gesù, oggetto di adorazione, con riguardo a Gesù stesso.
E a tanto accenno per il fatto di avere rilevato in qualche occasione, sia pur rara, per lo meno una titubanza circa il tributare il culto di latria alle Piaghe del Signore.
Va subito notato, al riguardo, come tutta la tradizione della pietà cristiana non abbia mai avuto esitazioni in merito, dall'adorazione alla croce, che risale alle origini del cristianesimo, a quella al sacro Cuore di Gesù, nei tempi moderni.
Circa la prima, è evidente che rendendo il culto alla croce si rende il culto a Cristo, poiché la croce ce lo rappresenta disteso su di essa, e perché venne a contatto con le membra di lui e fu bagnata con il suo sangue.35
Circa il sacro Cuore, se l'oggetto dell'adorazione è il cuore fisico di Cristo, il " termine " di questa è la Persona di Cristo, in quanto manifesta mediante il cuore il suo amore per noi, e il fine della devozione è accendere e incrementare nei cuori l'amore per Cristo.36
Quanto esposto per il sacro Cuore vale per le sante Piaghe, con riguardo alle quali, come ho già sottolineato, occorre rilevarne la stretta connessione con l'umanità di Cristo, dato che esse sono state percepite sensitivamente da lui per tutto il tempo in cui pendeva dalla croce, con devastante incidenza dolorifica sul suo sentimento corporeo, e perciò su tutto il suo essere teandrico, cioè Dio e uomo, pur nella serenità dell'abbandono al Padre.
Contemplare e meditare le sue Piaghe è quindi un immedesimarsi nell'umanità di Cristo, ipostaticamente unita alla divinità del Verbo.37
Il convegno ecclesiale di Verona 2006
Il centesimo anniversario della compilazione dell'Adorazione è avvenuto in coincidenza con il convegno di Verona dell'ottobre scorso: Testimoni di Gesù Risorto: speranza del mondo.38
Tale circostanza è provvidenziale perché consente di sottolineare come l'Adorazione sia allineata con gli attuali orientamenti della Chiesa italiana, poiché la preghiera di fra Leopoldo, innestandosi, come abbiamo visto, nella teologia della croce, concorre alla raffigurazione, anzi al sostanziarsi della speranza: Ave crux, spes unica.
Questa formula, cantata dalla Chiesa nella liturgia del Venerdì santo, non è solo un'espressione poetica, né tanto meno uno slogan.
Essa è la sintesi della vita cristiana, nell'abbandono fiducioso all'amore di offerta del Crocifisso risorto, e pertanto contrassegna il pellegrinaggio del popolo di Dio, e quello personale di ogni fedele, anzi di ogni uomo, anche se inconsapevole dell'abbraccio amoroso di Gesù dall'alto della croce, per attirare tutti a sé.
L'Adorazione opera in questa direzione, per cui rafforza la capacità di prospettarsi un futuro, nella consapevolezza che la meta finale è l'accoglienza nella casa del Padre.
La croce, che in una visuale puramente terrena può apparire, come è stato detto, " la gigantografia di tutte le ragioni per la disperazione, con Cristo ivi appeso diviene invece la solida pietra angolare della speranza".39
Gesù crocifisso è l'amore che nessuna violenza e tortura sono riuscite a scoraggiare, e che al rifiuto, all'offesa e al dileggio oppone il perdono.
Le invocazioni che si susseguono nella contemplazione delle ferite sanguinanti e gloriose del Signore - che ancora ripeto - per il Papa, i pastori e il popolo di Dio, per il perdono e la riconciliazione, per i consacrati e le famiglie, per i defunti e le vittime dell'odio, per la salvezza di tutti gli uomini in Cristo, si inquadrano nella certezza della divina misericordia, pertanto in un atteggiamento di filiale amore.
E ciò avviene nella intercessione di Maria, degli angeli e dei santi, nell'offerta al Padre dell'Agnello immolato, per ricevere dal suo Spirito la santificazione, cioè l'attrazione al Crocifisso, in cui riconoscere e adorare il volto di Dio, nel vincolo di carità che affratella i redenti.
È in questo quadro che alita la speranza e si rende palpabile, risorta anche lei con il Crocifisso dalla mentalità secolarizzante e neopagana che la vorrebbe morta presso i sepolcri.40
L'Adorazione, consolidandoci nella virtù della speranza, ci prospetta gli ambiti operativi e culturali per i quali necessita nel nostro tempo una particolare fiducia nell'aiuto di Dio, a sostegno del nostro impegno apostolico.
Sul piano dell'agnosticismo contemporaneo, che si oppone alla fede, la croce ci offre le risposte: a chi teme " l'assenza di Dio ",41 il Crocifisso dà la testimonianza di un'incondizionata adesione alla volontà del Padre, e di sicurezza della sua presenza anche nell'abbandono.
A chi va oltre, e pretende che "Dio sia morto",42 il Crocifisso attesta che per tre giorni ciò è avvenuto quanto alla sua natura umana, ma senza che perisse anche la speranza, poiché egli è il Risorto.
A ben pensarci è stupefacente, anzi è tutto da adorare, il piano di Dio, nell'aver voluto porre un elemento di contatto anche con chi ne pretenda la morte: Gesù l'accetta, ma come salvezza per l'umanità e premessa alla resurrezione.
Così nella sua amabilità può concedere al suo oppositore una parziale ragione, come punto di partenza e approdo di speranza per una fede piena in Lui vivente.
Dal Crocifisso ci viene pertanto la fiducia nel dialogo, e la speranza che le barriere di opposizione tra un laicismo intollerante e un integralismo intransigente cadano nell'incontro fraterno della riconciliazione, pur senza occultare la verità, che è l'autentica garanzia di libertà. ( Gv 8,32 )
Analoghe considerazioni valgono per i rapporti interreligiosi e, in certa misura, per quelli tra le diverse realtà e i movimenti nella Chiesa.
Dalla croce quindi scaturisce la speranza dell'avvento della civiltà dell'amore, a superamento di quella dei contrasti, delle lotte, delle sopraffazioni e delle oppressioni, nel campo economico e in quello politico, dalla sfera familiare a quella sociale, nel rispetto della sacralità e inviolabilità della persona.
Questi orizzonti ci portano nell'ambito della tutela della vita e della dignità della persona, con tutte le implicazioni e i delicatissimi problemi connessi, che trovano soluzione nella luce del Crocifisso, morto per darci la vita, e paziente alle umiliazioni per ricondurci alla nobiltà di creature e di redenti.
In antitesi con questa dignità e nobiltà si pongono certamente il consumismo sregolato, l'edonismo e il culto del successo come valori assoluti dell'esistenza: un semplice sguardo al Crocifisso ce ne rivela l'incompatibilità con l'autentica natura umana, e ci offre altresì la forza e la fiducia per il superamento di quanto ne mina il valore.
Questi, ed altri, sono i filoni di speranza che la contemplazione delle ferite sanguinanti e gloriose del Signore ci infonde, ponendoci altresì nelle disposizioni per renderli operanti in noi, e per dare il nostro apporto nell'aiuto agli altri, secondo le indicazioni che ci vengono dalla Chiesa italiana.
" Dal Crocifisso Risorto nasce la speranza, dalle sue piaghe la salvezza, nella sua luce noi cammineremo, Chiesa redenta dal suo amore. "
Così il ritornello dell'inno del Convegno ecclesiale di Verona sintetizza efficacemente il significato della speranza nel nostro tempo, sottolineando come essa sgorghi dall'alto della Croce, per illuminarci nel cammino della vita e nel nostro servizio ecclesiale.
È quanto abbiamo cercato di trarre dall'esame della preghiera di fra Leopoldo, che medita e contempla lo sgorgare e il fluire della speranza dalle sue fonti salvifiche, cioè le ferite sanguinanti e gloriose del Crocifisso.
La luce della speranza ci interpella pertanto per una catechesi incentrata nel Crocifisso, ad animazione di ogni forma d'insegnamento, di formazione e di educazione.
Nel Crocifisso, che è il segno del cristiano, vi è la rivelazione del Padre creatore cui Cristo si offre, e il dono che egli ci fa dello Spirito santificatore: e non manca la presenza di Maria che, per quanto " addolorata " ai piedi della Croce, divenendo nostra madre per la volontà del Figlio, è altresì per tutti specchio di fiducia, come canta il divino poeta Dante: "e gl'uso, intra i mortali, se' di speranza fontana vivace ".43
L'Adorazione sia di potente sussidio in questo cammino di speranza, proteso a guarire le ferite dell'uomo mediante le ferite sanguinanti e gloriose del Crocifisso.
" Adoriamo le cinque piaghe di Gesù che Egli ha conservato anche dopo la risurrezione come segni gloriosi della vittoria da Lui riportata sull'inferno e sul peccato, da cui ha strappato via gli uomini ".44
Questo pensiero del La Salle, con quello in cui esorta i Fratelli ad inserire la mano nel costato di Gesù, più che per una verifica di fede, per sentire i palpiti del suo Cuore, è fondamentale per intendere la spiritualità del Fondatore, e perciò della sua congregazione, a fronte del sacrificio salvifico del Crocifisso.
Meriterebbe soffermarsi su questi pensieri, da cui traspare un'immediatezza di espressione che prelude alla sensibilità moderna, e dovrebbe pertanto essere rispondente alle attese dell'uomo e del giovane del nostro tempo.
Infatti, senza mezzi termini, il La Salle dichiara di adorare le cinque piaghe, con un riferimento esplicito e particolareggiato che è indice di profondo amore.
È la stessa linea tracciata dall'Adorazione, come abbiamo tentato di indicare, e che riveste una profonda validità anche sul piano pedagogico, quale strumento da offrire ai giovani per facilitare la comprensione dell'amore e dell'intimità con Gesù.
Quale rilievo abbia avuto tra i Fratelli l'Adorazione è storia recente, a tutti nota.
Una testimonianza ufficiale è data dalla Circolare 328, del 19 marzo 1949, del superiore generale fr. Athanase - Emile, intitolata La pieuse Union de Jésus Cruci fié et de Marie Immaculée ", nella quale non solo è raccomandata l'Adorazione a tutto l'Istituto lasalliano, ma è dimostrato quanto l'Unione Catechisti, frutto dell'Adorazione, corrisponda allo spirito del fondatore.45
Ma la testimonianza maggiore di tale rilevanza nell'Istituto è costituita dall'apporto che i Fratelli hanno dato, e prestano tuttora, in fraterna collaborazione con i Catechisti, per la diffusione dell'Adorazione e per la realizzazione delle opere da essa scaturite, principalmente l'Unione Catechisti, sia nelle sedi italiane che in quelle all'estero, nonché la Casa di Carità Arti e Mestieri, le varie scuole di catechesi, tra cui quelle sulla famiglia, e le attività catechistico - assistenziali, come la Messa del Povero in Italia e la Colonia marina in Perù.
Si dovrebbe aprire a questo riguardo un altro discorso, quello appunto delle vicende e dei frutti dell'Adorazione con riguardo all'apporto dato dai Fratelli: vivente fr. Teodoreto, la distribuzione dei foglietti della preghiera era dell'ordine di milioni, con traduzioni in circa 30 lingue, e le sedi dell'Unione erano nel 1936 in numero di 38, quasi tutte presso case di Fratelli in Italia.
Successivamente vi è stata una regressione, su cui ci limitiamo, in tale scritto, ad osservare come essa sia stata prevista da fr. Teodoreto, secondo quanto risulta da una sua nota autografa del 18 maggio 1916.46
La speranza è che l'occasione del centenario dell'Adorazione porti ad un rinnovato impulso di attenzione e di studio per questa preghiera, per valorizzarne l'efficacia carismatica e spirituale, ed il suo carattere profondamente educativo.
Tale valenza didattica e pedagogica è certamente una delle ragioni per cui essa è stata affidata ai Fratelli, e per essi ai Catechisti, e non viceversa all'Ordine francescano cui fra Leopoldo appartiene, come risulta dal seguente passo del suo Diario, oltre che da quelli sopra riportati, e da molti altri: " La pianta della pia Unione dei giovani e dell'Adorazione al ss. mo Crocifisso, voglio che rimanga dai Fratelli delle Scuole Cristiane " ( Gesù Crocifisso, 6 marzo 1915, sera ore 10 ).47
It is written about thè topical subjects of thè Devotion to thè Five Wounds or Adoration to Jesus thè Crucified " of Frìar Leopoldo, answering to the exhortations of thè Council ( par. 6-7 ), in its most important elements: the inspiration to the liturgy of the Holy Frìday, the cult o f thè Five Wounds, the " Marìan character " ( 8 ).
The practice of the Adoratìon appeais to the theology of the Cross, meant also like " the happiness path " ( 9-10 ) and the identifying with the humanity of Christ ( 11 ); the contemplation of the Wounds reveais the light of the " only hope " ( 12-13 ).
The Devotion demonstrates of being a strong didactic and pedagogical subsidy for a catechesis centralised in the Cruci fied, corresponding to the spiritual and formative charisma of St John Baptist de La Salle ( 14-15 ).
KW: catechesis - Christology - cross ( theology of the ) - devotions - spirituaiity
Se ilustra la actuaiidad de la Devoción a las Cinco Liagas o Adoración a Jesùs Crucificado de fray Leopoldo, que responde a las exhortaciones del Concilio, en sus elementos prìncipales: la inspiración en la liturgia del Viernes Santo, el culto de las Cinco Liagas, el caràcter 'marìano '.
La prèdica de la Adoración se apoya en la teologia de la Cruz, entendida come ' camino de felicidad ' e identificación con la humanidad de Cristo; la contemplación de las Liagas manifesta la luz de la ' ùnica esperanza '.
La Devoción se muestra come un potente recurso didàctico y pedagogico para una catequesis contrada en el Crucificado, que responde al carisma espiritual y formativo de san J. B. de La Salle.
KW: catequesis - cristologia - cruz ( teologia de la ) - devociones - espiritualidad
1 Fra Leopoldo Maria ofm, francescano laico, al secolo Luigi Musso, nacque a Terruggia Monferrato ( AL ) il 30 gennaio 1850.
Di professione cuoco, entrò in convento dopo la morte della mamma, già da lui assistita, il 17 dicembre 1901, nel santuario di S. Antonio in Torino.
Il 21 gennaio 1902 fu destinato al convento allora annesso alla chiesa di S. Tommaso, sempre in Torino, via Pietro Micca, dove risiedette sino alla morte, avvenuta il 27 gennaio 1922.
Uomo di alta spiritualità, arricchita di singolari carismi soprannaturali, di profonda umanità e di viva sensibilità, per quanto praticamente illetterato, ha lasciato un voluminoso Diario, mirabile documento di ascesi inferiore e di intimità con Gesù e Maria, varie lettere, e ha compilato l' "Adorazione a Gesù crocifisso ".
Numerose le persone che si rivolgevano a lui per consigli e aiuti interiori, e tra questi fr. Teodoreto con riguardo alla sua missione apostolica e catechistica.
Il messaggio spirituale lasciateci da fr. Teodoreto con le sue opere - Unione Catechisti, Casa di Carità Arti e Mestieri, Adorazione al Crocifisso - converge, anzi si identifica con quello di fra Leopoldo.
Per approfondirne la conoscenza rinviarne al testo di fr. Teodoreto Nell'intimità del Crocifìsso, reperibile in italiano e in francese presso l'Unione Catechisti, c.so Brin 26, 10149 Torino.
2 Gli scritti di fra Leopoldo datano dall'agosto 1906 sino praticamente alla sua morte.
Il primo di questi riguarda proprio l'Adorazione.
In questi scritti, particolarmente nel Diario, sono riportati colloqui e dichiarazioni - indicati come detti - attribuiti direttamente a Gesù e a Maria, di cui egli percepiva " la voce interna ".
Sono riportati anche alcuni prodigi, oltre a previsioni tutte avveratesi.
Su tali consolanti, ma delicati aspetti, ci atteniamo a quanto scritto al riguardo da fr. Teodoreto: " Riferirò alcune di quelle parole inferiori udite da fra Leopoldo e scritte a me, ad altri o nel suo Diario.
Ma non intendo dare a tali manifestazioni altro valore che quello umano, e, presentandole come scritte dal servo di Dio, accetto sin d'ora il giudizio che dalla Santa Chiesa, a suo tempo, verrà dato" ( op. cit., 1984, 44 ).
Da parte mia sommessamente aggiungo che con la dichiarazione della eroicità delle virtù di fr. Teodoreto, per cui gli compete la qualifica di venerabile, una prima valutazione positiva, ancorché indiretta, da parte dell'Autorità ecclesiastica ci sarebbe stata, poiché fr. Teodoreto ha basato il suo carisma spirituale e il suo messaggio apostolico, oltre che sulla sua missione di educatore lasalliano, sulla costante verifica ed arricchimento dei suoi progetti e delle sue intuizioni con i consigli e suggerimenti di fra Leopoldo.
3 L'immagine caratteristica dell'anima sollevata da terra che abbraccia i piedi del Crocifisso fa parte integrante dell'Adorazione.
Tale configurazione deriva da una visione avuta in sogno da fra Leopoldo nel 1893, ma risponde altresì al passo evangelico: " Quando sarò innalzato dalla terra, attirerò a me tutti gli uomini." ( Gv 12,32 ).
Per iniziativa di fr. Teodoreto tale immagine, tratta da un acquarello di una ditta di Milano, fu stampata su tutti i foglietti dell'Adorazione dall'anno 1915, mentre in precedenza erano riportate riproduzioni del Crocifisso di diversi autori.
Verso la fine degli anni '30 venne stampata la riproduzione del quadro di Luigi Guglielmino, che interpreta in modo egregio la visione, e che si conserva nella sede generalizia dell'Unione, e da allora essa compare costantemente sui foglietti della preghiera, e pertanto riteniamo nota nell'ambiente lasalliano.
Unica eccezione si è avuta in occasione della stampa dell'Adorazione nella versione riveduta e aggiornata del 1998, di cui diremo in seguito, essendo state inserite nella circostanza tre immagini: la Sindone, il Volto sindonico e il Crocifisso con l'anima nella versione di Mario Caffaro Rore.
Il relativo quadro, molto pregevole anche dal punto di vista artistico, è conservato nella Casa di Carità Arti e Mestieri.
Successivamente si è tornati all'immagine del Guglielmino.
Altre raffigurazioni della visione sono un disegno schematico in stile moderno realizzato da un Fratello S.C., e utilizzato in alcuni stampati su fr. Teodoreto e sulla vita dell'Unione Catechisti, e soprattutto la recente imponente scultura in inox opera dello scultore Massimo Ghiotti, pure in stile contemporaneo, installata nel salone fr. Teodoreto, nel complesso edilizio della Casa di Carità.
Per l'approfondimento di tali tematiche, oltre all'op. cit. di fr. Teodoreto ( 128 e 133 ), si possono consultare i bollettini L'Amore a Gesù crocifisso, 12.1992, 25 e 31; n. 277, 2004, 9, reperibili presso l'Unione.
4 Nel riportare tali detti attribuiti a Gesù, contenuti in un biglietto di fra Leopoldo a fr. Teodoreto, ribadisco quanto esposto alla nota 2 sul giusto significato da dare ad essi, senza peraltro sminuire il loro alto valore.
5 Cf. op. cit., 133-135.
6 Fr.Teodoreto, op. cit.,128.
7 Fra Leopoldo, Diario IV, Unione Catechisti, 91.
8 Trattasi della richiesta di benedire " le nostre famiglie e le nostre case ", che viene omessa nelle altre stesure, ma è ripresa nell'ultima recente redazione del 1998.
Parimenti non viene più espressa nei termini originari la domanda di " un ardentissimo desiderio di fare la santissima volontà di Dio in tutto, la rassegnazione nelle pene, nelle contrarietà.
Inoltre l'impetrazione per le anime del purgatorio ha una menzione particolare per quelle che "aspettano da noi questa preghiera ", espressione a mio avviso particolarmente toccante, che però sarà formulata in termini diversi nelle versioni successive.
9 Fr. Teodoreto, op. cit., 48.
10 Fra Leopoldo, Diario IV, Unione Catechisti, 187.
11 Riporto il testo del 1907, traendolo da un autografo di fr. Teodoreto: Adorazione a Gesù crocifisso ( 1907 ) - Come nel venerdì santo ( adagiato il Crocifisso per terra sopra un tappeto ), prostrato dinanzi al Crocifisso, adora con riverenza le sue 5 Piaghe, chiedendogli perdono dei tuoi peccati.
Tè felice se praticherai stabilmente questa divozione, essendo grandissimo il numero di grazie che si ottengono!
1. Alla piaga della mano destra - Amatissimo mio Signor Gesù Crocifisso, io adoro profondamente prostrato, con tutti gli angeli e beati del cielo, la piaga ss. della vostra mano destra.
Vi ringrazio dell'amore infinito col quale voleste sopportare questi atroci dolori per isconto dei miei peccati, perciò li detesto con tutto il cuore, e Vi domando la grazia di liberare il sommo Pontefice dai suoi nemici, e che oggi tutti i sacerdoti del mondo abbiano a celebrare santamente.
2. Alla piaga della mano sinistra - Amatissimo mio Signor Gesù Crocifisso, io adoro profondamente prostrato, con tutti gli angeli e beati del cielo, la piaga ss. della vostra mano sinistra, e Vi domando grazia pei poveri peccatori e pei moribondi, specialmente per quelli che non vogliono riconciliarsi con Dio.
3. Alla piaga del piede destro - Amatissimo mio Signor Gesù Crocifisso, io adoro profondamente prostrato, con tutti gli angeli e beati del cielo, la piaga ss. del vostro piede destro, e Vi chiedo grazia affinché in tutti gli ordini e congregazioni religiose germoglino molti Santi.
4. Alla piaga del piede sinistro - Amatissimo mio Signor Gesù Crocifisso, io adoro profondamente prostrato, con tutti gli angeli e beati del ciclo, la piaga ss. del vostro piede sinistro, e Vi prego per la liberazione delle anime del purgatorio, principalmente per quelle che molto sperano in questa divozione.
5. Alla piaga del sacro costato - Amatissimo mio Signor Gesù Crocifisso, io adoro profondamente prostrato, con tutti gli angeli e beati del cielo, la piaga ss. del vostro costato, e Vi prego affinché vi degniate benedire l'angelo della nostra Are/diocesi e tutte quelle anime che si raccomandano alle nostre preghiere. Pater, Ave e Gloria.
Che Gesù Crocifisso si degni avvalorare queste preghiere coi meriti della sua Passione: ci conceda la santità della vita, la grazia di ricevere i santi sacramenti in punto di morte e la gloria eterna.
Sia lodato, benedetto, amato, adorato ogni momento il mio Crocifisso Gesù nel ss. mo Sacramento. Amen.
12 L'edizione a stampa del 1912 fu curata da fr. Teodoreto, che articolò il foglio in formato dépliant, ricavandone sei paginette, con l'aggiunta delle finalità della preghiera e del mOdo di praticarla.
L'indulgenza e la benedizione del Papa è del 18 gennaio 1915, con la seguente dichiarazione: " Preghiamo il Signore a colmare di grazie il direttore e gli iscritti alla Pia Unione del ss. mo Crocifisso, canonicamente eretta in Torino, perché i sacerdoti con la voce e con l'esempio, e i secolari con la santità della vita, debbano sempre praedicare Jesum Christum et hunc cruci fixum ".
13 L'invocazione Virgo dolorosissima, ora prò nobis viene inserita nell'edizione del 1912, mentre la locuzione "con Maria santìssima" compare in un'edizione del 1914.
In precedenza l'invocazione alla Vergine era già ritenuta compiuta attraverso la recita dell'Ave ad ogni piaga.
14 Ho detto modifiche marginali, ma rispetto al contesto, dato che, a mio modesto avviso, una certa innovazione nei punti modificati, quanto allo spirito originario della preghiera, l'hanno apportata.
Difatti la domanda per la Chiesa viene formulata come " vittoria sui suoi nemici ", mentre nel testo originario di fra Leopoldo si prevede difesa e liberazione del Papa dai suoi nemici.
Parimenti l'invocazione per le anime del purgatorio, " che in vita furono più devote delle tue sacratissime piaghe ", sembra più restrittiva rispetto all'originaria: " che molto sperano in questa devozione ".
Peraltro fr. Teodoreto ha sempre tenuto in alta considerazione tali interventi delle Autorità ecclesiastiche ( cf. op. cit.,134 ).
15 L'aggiornamento è stato deliberato dalla commissione permanente per i rapporti tra i Fratelli e i Catechisti, in quella circostanza presieduta dal compianto fr. Giuseppe Lazzaro, allora Regionale per l'Italia, e dal sig. Rollino, allora Presidente generale dell'Unione.
Il comitato incaricato di redigere il nuovo testo era composto dai FF. Felice Proi, Egidio Mura, da Domenico Conti e il sottoscritto.
16 Adorazione a Gesù, il Crocifiso Risorto ( 1998 ) - Mio Signore Gesù Crocifisso, Ti adoro e Ti amo, perché per amore del Padre, nello Spirito Santo, con la tua croce hai redento il mondo.
Ti ringrazio di avermi amato, di aver sofferto tanti dolori e preso su di Te i miei peccati, di cui mi pento con tutto il cuore.
Alla piaga della mano destra - Mio Signore Gesù Crocifisso, unito a Maria, con gli Angeli e i Santi, adoro la piaga della tua mano destra.
Benedici la Chiesa, tuo popolo, il Papa e i Pastori chiamati ad annunciare il Vangelo e a celebrare l'Eucaristia. ( Pausa di meditazione, oppure Padre, Ave e Gloria, o una di queste a scelta, dopo ogni adorazione ).
Alla piaga della mano sinistra - Mio Signore Gesù Crocifisso, unito a Maria, con gli Angeli e i Santi, adoro la piaga della tua mano sinistra.
Ti prego per chi non conosce il tuo amore, per chi lo rifiuta e non vuole riconciliarsi con Te.
Alla piaga del piede destro - Mio Signore Gesù Crocifisso, unito a Maria, con gli Angeli e i Santi, adoro la piaga del tuo piede destro.
Ti prego perché i cristiani e le persone a Te consacrate vivano la loro vocazione nella santità e in ogni famiglia regni il tuo amore.
Alla piaga del piede sinistro - Mio Signore Gesù Crocifisso, unito a Maria, con gli Angeli e i Santi, adoro la piaga del tuo piede sinistro.
Ti prego per i defunti, e per le vittime dell'odio e della violenza, perché purificati dal tuo amore siano per sempre con Te.
Alla piaga del costato - Mio Signore Gesù Crocifisso, unito a Maria, con gli Angeli e i Santi, adoro la piaga del tuo costato.
Ti prego perché gli uomini trovino nel tuo Cuore trafitto l'amore che salva, la forza del perdono e della riconciliazione, il conforto nella sofferenza.
Maria Immacolata, madre di Gesù e madre nostra, prega per noi.
Signore Gesù, mio Salvatore, con Te offro al Padre, nello Spirito Santo, le tue piaghe sanguinanti e gloriose.
Possa io vedere in Te Crocifisso il volto di Dio e lasciarmi attrarre dal tuo amore, amando i fratelli come Tu li hai amati, nell'impegno per la giustizia, l'unità e la pace.
17 Questa devozione, denominata anche Corona della Misericordia, è stata introdotta da suor Maria Marta Chambon, umile conversa della Visitazione di Chambéry, morta in concetto di santità il 21 marzo 1907.
18 Questa preghiera risale a S. Bernardo di Chiaravalle.
19 Pregate, pregate, pregate, Editrice MIR, 1992, 113.
20 S. Gaspare del Bufalo diede un forte impulso a questa devozione.
Essa fu praticata dal ven. A. Rosmini, deceduto proprio il giorno in cui ricorreva la festa liturgica del Preziosissimo Sangue, il 1° luglio 1855, ora fatta confluire nella solennità del Corpus Domini.
Giovanni XXIII incrementò tale culto con la lettera apostolica Inde a primis.
21 Enciclopedia cattolica. Città del Vaticano 1950, voi. IV, voce Devozioni.
22 Costituzione sulla Liturgia 12.
23 Costituzione sulla Liturgia 13.
24 Le rivelazioni avvenute negli anni 30 a suor Faustina Kowaiska ( 1905 - 1938 ), canonizzata il 30 aprile 2000, oltre ad avere promosso varie devozioni, quali la venerazione dell'immagine di Gesù misericordioso, la coroncina, la novena, le litanie alla Divina Misericordia e l'ora terza pomeridiana in comunione con Gesù agonizzante sulla croce, hanno portato all'istituzione della festa della Divina Misericordia nella domenica in Albis.
25 È suggestivo e stimolante, con riguardo ai mali che colpiscono la Chiesa, il titolo dato da Rosmini alla sua opera su tale argomento: Delle cinque piaghe della santa Chiesa, titolo da lui ricollegato a Innocenze II, come risulta dal seguente passo: " Una tale intitolazione e partizione del libro sembra sia stata suggerita all'autore dal discorso con cui Innocenze II il 23 giugno 1245 aprì il Concilio di Lione, nel quale quel sommo Pontefice, somigliando la Chiesa a Cristo in croce, dimostra appunto com'ella, a suo tempo, fosse da cinque acerbissime piaghe addolorata" ( A. Rosmini, Risposta ad Agostino Theiner, I, Cedam, Padova 1971, 7 ).
26 Fra Leopoldo, Diario I, 22. Fr. Teodoreto, op. cit., 44.
27 Riporto, tra gli altri, questi detti: Io desidero che la mia Madre, Maria ss. ma, sia nominata nella mia Devozione essendo essa la patrona; lascio, però, sempre a discrezione dei Superiori: detti di Gesù Crocifisso ( 2.5.1915, mattino ore 3 ).
E ancora: Tu sei il mio " commissioniere ": sono contenta di ciò che ti ho comandato, cioè di rimanere unita al mio Divin Figlio nella Pia Devozione della pia Unione: detti di Maria SS.ma ( 3.5.1915 ) Diario IV, 164 e 165.
28 Lumen gentium, 68: La beata Maria vergine Madre di Dio nel mistero di Cristo e della Chiesa.
29 Viene opportuna al riguardo la citazione dei versi di Dante: Donna, se' tanto grande e tanto vali, / che qual vuoi grazia ed a tè non ricorre, / sua disianza vuoi volar sanz'ali ( Par. XXXIII, 13-15 ).
E ancora dai testi conciliari ( LG 68 ): " Già fino dai tempi più antichi la beata Vergine è venerata col titolo di 'Madre di Dio' e i fedeli si rifugiano sotto la sua protezione, implorandola in tutti i loro pericoli e le loro necessità.
Soprattutto a partire dal concilio di Efeso il culto del popolo di Dio verso Maria crebbe mirabilmente in venerazione e amore, in preghiera e imitazione, secondo le sue stesse parole profetiche: Tutte le generazioni mi chiameranno beata, poiché grandi cose mi ha fatto l'Onnipotente ( Lc 1,48 ) ".
30 Cf. J. Ratzinger, Introduzione al cristianesimo, Queriniana, 2 71 ss.; S. Dianich, II Messia sconfitto - L'enigma della morte di Gesù, Piemme, 144ss.
Peraltro tale dottrina è già presente in san Tommaso ( S Th I, q.20, a.4, adi ).
Rosmini la sviluppa ne L'introduzione del Vangelo secondo Giovanni, lez. LXIVss.
Per l'illustrazione dell'argomento e la bibliografìa, vedi Nuovo Dizionario di Teologia, ed. Paoline, voce Croce.
31 Cf. ibidem, Nuovo Dizionario, voce Croce, III, 2, La crocee la conoscibilità di Dio.
32 Messaggio ai giovani del 14.2.2001, ripreso l'8.4 successivo, domenica delle Palme, nella XVI Giornata mondiale della gioventù.
Tra l'altro in tale documento Giovanni Paolo II dichiara: " … portare la croce non intende essere un'esaltazione del dolore come mezzo per piacere a Dio.
Il cristiano non ricerca la sofferenza per se stessa, ma l'amore.
E la croce accolta diviene il segno dell'amore e del dono totale ".
E ancora: " La via della croce è la via della felicità di seguire Cristo sino in fondo, nelle circostanze spesso drammatiche del vivere quotidiano; è la via che non teme insuccessi, difficoltà, emarginazioni, solitudini, perché riempie il cuore dell'uomo della presenza di Gesù; è la via della pace, del dominio di sé, della gioia profonda del cuore ".
33 Giornate mondiali della gioventù del 15-20 agosto 2000, in concomitanza con il Giubileo.
34 Op. cit.,196.
35 S. Th. III, q. 25, a. 4.
36 Cf. la nota n. 2 del P. Tito S. Centi op, in calce a La Somma Teologica, III, q. 25, a.2 e 3, voi.. XXIV della trad. ital., Salani 1969, 248.
37 Per approfondire tali concetti, cf. san Tommaso, il già citato a. 2, della q. 25, della p. Ili .
38 Cf. Il Racconto della Speranza, CEI, Uff. Cat. Naz., Notiziario 4, agosto 2006. Una Speranza per l'Italia - II diario di Verona, Ed. Avvenire.
39 Da una riflessione di don Maurizio De Angeli, Seminario arcidiocesano di Torino.
40 Cf. U. Foscolo, Dei Sepolcri: "Anche la Speme,/ ultima dea, fugge i sepolcri", w. 16-17.
41 Cf. sull'argomento le accorate riflessioni di Benedetto XVI ad Auschwitz, 28 maggio 2006.
Vedi anche Hans Jonas, Der Gottesbegrìff nach Auschwitz: eine judische Stimine, 1987.
42 Nel senso, per esempio, di Nietzsche.
43 Dante, Par. XXXIII, 11-12.
44 Meditazione del Sabato santo sulle cinque piaghe di nostro Signore.
45 In tale circolare tra l'altro è raccomandata l'istituzione dell'Unione Catechisti in ogni Casa dei Fratelli, conseguenza questa strettamente connessa alla pratica e alla diffusione dell'Adorazione a Gesù Crocifisso.
Questo invito è stato recepito in alcune sedi, come in Spagna, in Eritrea e in Perù, in quest'ultimo Paese con frutti cospicui, essendosi costituita l'Unione con sedi autonome, con l'istituzione altresì di una dipendenza della Casa di Carità Arti e Mestieri.
46 Trattasi di un'annotazione di fr. Teodoreto in calce ad una lettera del 7 aprile 1916, a lui indirizzata da fra Leopoldo. ( Fra Leopoldo, Diario V, p. 106 ).
47 Cf. Fra Leopoldo, Diario IV, p.135.
Fr. Teodoreto, Nell'intimità del Crocifisso. Vita di fra Leopoldo M. Musso, Unione Catechisti.
Fr. Teodoreto, Scritti e conferenze, Unione Catechisti.
Fra Leopoldo, Diario, Unione Catechisti.
Carlo Tessitore, Scrìtti e conferenze, Unione Catechisti.
Domenico Conti, Scritti e conferenze, Unione Catechisti.
Gaetano G. di Sales, Orìgini della Divozione, Centro La Salle, Torino.
Fr. Leone di Maria, Fratel Teodoreto ( prof. Giovanni Garberoglio ), A.& C.
Fr. Cornelio fsc, Fratel Teodoreto, Elledici, Leumann.
Armando Riccardi, Maestro di vita oltre la scuola. Città Armoniosa, Reggio Emilia.
Elio D'Aurora, La santità è un 'utopia? Città Armoniosa, Reggio Emilia.
Marisa Patarino, Fratel Teodoreto maestro di vita, Elledici, Leumann.
Francesco Maccono, Un apostolo di Gesù Crocifisso. Il servo di Dio fra Leopoldo Maria Musso.
Renato Masconi, I servi di Cana. Itinerario spirituale di fra Leopoldo, Gribaudi.
Lorenzo Cattaneo, Alla ricerca di Fra Leopoldo, Casa di Carità.
Vito Moccia, Lavoro Formazione Vangelo, Casa di Carità.
Vari, Carta di lavoro della Casa di Carità Arti e Mestieri.
Vito Moccia, Via Crucis, Casa di Carità.
Disponibili presso la l'Unione Catechisti e la Casa di carità Arti e Mestieri.
Mi è doveroso un vivo ringraziamento alla sig.na Virgilia Togni, della Casa di Carità, per il contributo dato a questo articolo, con la ricerca di documenti e la battitura.
Al benevolo lettore cui tale scritto possa avere destato qualche interesse, chiedo umilmente una preghiera per persone a me care.
Grazie. ( V.M. )
Foglietti dell'Adorazione a Gesù Crocifisso - Opuscoli illustrativi vari e immagini
CD: 1. Progetto Asmara - 2. Opere dell'Unione Catechisti - 3. Casa di Carità
Lorenzo Cattaneo, Alla ricerca di Fr. Teodoreto, educatore e fondatore
Stefano Pizzio, Il percorso mistico di Fra Leopoldo M. Musso. Qualche riflessione
Bollettino L'amore a Gesù Crocifisso
S. Baldiga, II Crocifisso di San Damiano, Porziuncola, Assisi 2003
R. Cantalamessa, II potere della croce. Ancora, Milano 2004
P. Coda, II crocifisso e le religioni. Città nuova, Roma 2002
J. Delumeau - G. Billon, Gesù e la sua Passione, Messaggero, Padova 2007
S. Dianich, IL Messia sconfitto, Piemme, Casale M.to 2005
M.A. Fazio, Volgeranno lo sguardo a Colui che hanno trafitto, AdP, Roma 2006
M. Flick, II mistero della croce, Queriniana, Broscia 1990
G. Galgani, Innamorata di Gesù Crocifisso, Gribaudi, Torino 2003
E. Jùngel, Dio mistero del mondo, Queriniana, Broscia 2004
H. Kung, Sulla teologia della croce, Queriniana, Broscia 1992
L. Francois, L'amore di Gesù crocifisso redentore dell'uomo. Lev, Vaticano 2004
J. Moltmann, II Dio crocifisso, Queriniana, Broscia 2005
F. Negri, Davanti al Crocifisso, Paoline, Roma 2005
J. Ratzinger, Guardare al Crocifisso, Jaca Book, Milano 2006
F. Taccone, Quale volto di Dio rivela il Crocifisso^ OCD Ass. Carmelo 2006
A. Toniolo, La theologia crucis nel contesto …, Glossa, Milano 1996
F. Trisoglio, S. Gregorio di Nazianzo e il Cbrìstus patiens, Firenze 1996
Vari aa., Davanti a tè nel segno della croce. Biblioteca Francese, 2000
M. Welker, Dibattito sul Dio crocifisso di J. Moltmann, Queriniana, Broscia 1982