La bellezza di Dio rivelata dalla Sindone |
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cioè la bellezza assoluta e infinita, possa essere intravista attraverso la Sindone che, come oggetto reale, è un lenzuolo mortuario riportante tracce cadaveriche, oltretutto di non immediata percettibilità?
Premesso che noi possiamo riferire a Dio i nostri concetti di perfezione solo in via analogica, dato che in lui ogni bene, tra cui appunto la bellezza, sussiste in modo eminente, proprio dalla Sindone possiamo trarre non solo spunti, ma autentici segni rivelatori della bellezza di Dio, attraverso l'umanità di Cristo, le cui tracce rileviamo dal Sacro Telo.
Per quanto non sia di fede che la Sindone abbia avvolto il corpo di Gesù, tuttavia l'esattezza stupefacente con cui l'immagine ivi impressa rappresenta il racconto evangelico della sua passione e morte - oltre a tutte le conferme sulla sua autenticità che ci danno gli esami scientifici -, ci consente di effettuare una lettura teologica dell'immagine, da cui scaturisce, tra l'altro, la rilevazione della bellezza.
La lettura teologica fa emergere da un segno un significato che nessun'altra lettura fa emergere, perché aggiunge un elemento nell'interpretazione, che è il pensiero di Dio.
Sotto questo profilo l'uomo crocifisso della Sindone è interpretabile nel modo con cui la fede lo contempla secondo il contesto della Parola di Dio, 1 ed in questa visuale ci si rivela non solo il dolore, ma anche la bellezza di Cristo.2
La Sindone ci svela "il volto del bel Pastore",3 in conformità all'espressione del Vangelo secondo Giovanni: "Io sono il buon pastore" ( Gv 10,11 ).
Invero va tenuto presente che "il testo originale dice « il bel pastore ».
Non si tratta di bellezza fisica, ma dell'insieme delle qualità ideali che portano i responsabili di una comunità fino a dare la propria vita per le pecore".4
"È attraverso la Croce che si rivela la bellezza del Dio che si avvicina all'uomo e dà senso alla vita e alla morte, dando a tutti la possibilità di allargare lo sguardo verso un orizzonte più grande".5
Certamente, tanto più che la bellezza "ha sempre a che fare con l'amore, come dice Agostino: « non possiamo amare se non ciò che è bello », perciò dobbiamo riscoprire la bellezza" quella bellezza che non ha nulla di "ammaliante o estetizzante, ma passa attraverso la via conturbante del dolore".
Si tratta di una "bellezza sindonica", perché si rileva nella Passione.6
La bellezza di Gesù è salvifica, poiché egli, crocifisso per amore "liberamente si è assunto il peso del nostro peccato e l'infinito cumulo della sofferenza umana: proprio così la sua bellezza è capace di consolare e di salvare".
"Seguire Lui sulla via dell'amore fino alla fine, vuol dire conoscere la bellezza vera, quella che non delude e che non tramonterà mai".7
Nel negativo fotografico, che è poi la ripresa diretta del Volto di Gesù morto, emerge un fascino tutto spirituale, ma senza dubbio avvincente.
"Gesù ha, nella Sindone, non la faccia mostruosa, stravolta di chi muore male, ma sembra un uomo che dorma; questo Gesù, che la morte la vive tutta, l'assapora fino all'ultima goccia, però risorge".8
Dal suo Volto traspare la presenza della divinità, di quella vita eucaristica - del Corpo dato e del Sangue sparso - che è sempre sussistita in Gesù nel triduo della sua morte,9 e che si perpetua appunto nell'Eucaristia, in cui dopo la resurrezione Egli realmente è presente con il suo Corpo glorioso, ma sacramentalmente si ripresenta immolato.
Questo Volto, "nella diafana immobilità scuote l'anima, muove il cuore, sconvolge le certezze del sapiente, denuncia la protervia della perfida follia e l'inganno della ragione superba.
L'uomo si riflette in quel Volto, si riconosce nella propria colpa e trova la pace della propria inquietitudine".10
Certamente, se ce lo imprimiamo nella mente e nel cuore, tendendo alla meta che ci indica S. Paolo: "Sono stato crocifisso con Cristo, e non vivo più io, ma Cristo vive in me" ( Gal 2,18-19 ).
Modelliamoci alla sia effigie, cogliendo tutti i palpiti del suo amore per il Padre e per ogni persona, pronti a corrispondere, al suo passaggio, al suo sguardo di passione, gioiosi di accostarci a Lui senza indugio, senza remore per l'amor proprio o delle folle.
La bellezza del suo Volto desti in noi l'ardore della Veronica, ci spinga a ricercarlo in ogni angolo, in chi sia assiduo nel pianto per il dolore, in chi sia arido per l'indifferenza o per l'odio, e nel detergerlo risplenda più fulgido il suo splendore.
Ogni donna e ogni uomo è chiamato a riconoscere e a contemplare il Volto di Dio, dato che è venuta "nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo" ( Gv 1,9 ), e come ha dichiarato Gesù a Nicodemo: "Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai da dove viene né dove va: così è chiunque è nato dallo Spirito"( Gv 3,8 ).
Ma ogni cristiano è chiamato a dare il suo apporto, modesto, ma che nel disegno di Dio potrebbe essere necessario, per la conversione e la chiamata di ogni uomo, tenendo presente l'invito di Gesù a far risplender la testimonianza della fede e della carità ( Mt 5,16 ).
Come è stato scritto, "La bellezza della nostra fede è la santità della vita.
Può darsi che a tante persone che, come nella vita di Mosè, ci chiedono di vedere il volto di Dio, noi rispondiamo mostrando le sue spalle, perché non presentiamo la bellezza del suo amore e della sua misericordia, ma il peso delle nostre prescrizioni e il formalismo dei nostri riti".11
Senza togliere nulla o attenuare la ricchezza di tale pensiero, così intessuto di insegnamenti biblici, cui costantemente ispirarci, teniamo altresì presente che nella Sindone anche le impronte delle spalle di Gesù sono testimonianza di amore, e perciò di bellezza, per i segni che attestano la spietata tortura da Lui patita.
Certamente, anzi potremmo dire determinante, poiché, come già detto, è attraverso il negativo fotografico che abbiamo potuto contemplare il Volto di Cristo morto nella sua conformazione effettiva.
La Sindone quindi, pur essendo "muto testimone" ( secondo l'efficace espressione di Giovanni Paolo II° ), ha dato la sua forte testimonianza anche in ordine al rapporto tra scienza e fede, che non vanno poste in opposizione, secondo la mentalità laicista, ma in piena armonia, scaturendo entrambe, pur in ordine e con metodi diversi, dall'unica sorgente, che è Dio.12
Come abbiamo detto all'inizio, premessa la limitatezza dei nostri concetti nell'applicarli a Dio, possiamo affermare che non solo la bellezza attiene a Dio, ma che Dio è la bellezza, così come è la verità, il bene, la carità e ogni altra perfezione, tutte contenute nel suo nome, da lui stesso rivelatoci: "Io Sono Colui che Sono" ( Es 3,14 ).
Dio "è l'Essere spirituale, trascendente, onnipotente, eterno, personale, perfetto.
È verità e amore",13 attributi che implicano la bellezza.
Sono innumerevoli, tanto da poterne compilare un'antologia.
È celebre l'invocazione di S. Agostino: "Tardi ti ho amato, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amato.
Ed ecco che tu stavi dentro di me e io ero fuori e là ti cercavo.
E io, brutto, mi avventavo sulle cose belle da te create".
Come commenta la Restivo, "l'esperienza agostiniana ci assicura che la bellezza di Dio non conosce stagioni e non fa preferenza di persone.
Essa può salvare chi ama, chi si perde per amare e chi si rovina per odiare.
La bellezza di Dio è paziente, ed è soprattutto misericordia: pazienza nell'attesa del ritorno di chi si perde, misericordia nel perdono di chi si pente".14
E come non ricordare S. Francesco d'Assisi, che nel Cantico di frate Sole ( chiamato anche Cantico delle creature ) pone nel sole, denominato "bellu e radiante cum grande splendore", un segno della bellezza di Dio, e in un altro suo scritto, in latino, Laudes Dei ( Lodi di Dio ) dichiara espressamente a Dio: "Tu sei bellezza! "?
Il testo che riportiamo, in un nostro libero adattamento in lingua corrente, è di uno scrittore scientifico galileiano del Seicento, Mario Guiducci ( 1585 - 1646 ), ad attestazione del costante riferimento, lungo i tempi, della bellezza a Dio: "Essendo l'umana bellezza quasi un piccolo riflesso della massima e sovrana Bellezza, ci investe e ci fa godere dei benefici e dei privilegi di quella, e ci orienta per il misterioso mare della nostra vita ad acquisire i preziosi e ricchi tesori del Divino Amore".15
Nota e celeberrima è la frase di Dostoevskij: "La Bellezza ci salverà", tenendo però presente, come osserva la Restivo, "che ci si dimentica nella maggior parte dei casi di ricordare che egli intende la bellezza redentrice di Cristo.
Dobbiamo imparare a vederLo.
Se noi Lo conosciamo non più solo a parole ma veniamo colpiti dallo strale della sua paradossale bellezza, allora facciamo veramente la Sua conoscenza e sappiamo di Lui non solo per averne sentito parlare da altri; allora abbiamo incontrato la bellezza della Verità redentrice". 16
Per entrare in tali settori il discorso si amplierebbe e occorrerebbe una trattazione specifica, sia pure in termini di sintesi.
Ci limitiamo a due citazioni. S. Tommaso d'Aquino, con riferimento alla SS. Trinità, dichiara che "la bellezza presenta una certa analogia con le particolarità personali del Figlio.
Per la bellezza infatti si richiedono tre doti: l'integrità o perfezione, ( … ) la debita proporzione o armonia, la chiarezza o splendore", e prosegue dimostrando tale analogia con riguardo alla relazione del Figlio con il Padre, e più in generale tra le tre Persone divine.17
E in un altro passo: "La bellezza spirituale consiste nel fatto che il comportamento e gli atti di una persona sono ben proporzionati secondo la luce della ragione.
Ora questo ( … ) è il costitutivo dell'onestà che s'identifica con la virtù, la quale ultima modera tutte le cose umane.
Dunque l'onestà s'identifica con la bellezza spirituale".18
Il beato Antonio Rosmini dichiara che "essendo unica la natura divina, e questa essendo l'Essere stesso sussistente in tre modi o persone, questa natura è un uno intero d'una massima integrità, di cui si deve predicare la bellezza assoluta".19
Testo fondamentale in materia è poi lo scritto sulla bellezza dell'allora ( 2002 ) Card. Ratzinger, cui va dedicata una trattazione particolare.20
Sì, e molteplici.
Ne riportiamo qualcuno tratto dal suo Diario:
( Ebbi una visione in sogno. )
Vidi Maria SS. che mise le mani sopra una gran tenda, che dalla terra arrivava al cielo, la separò e allora vidi la SS. Trinità.
Oh! meraviglia, e mi disse di non disgustare mai quelle tre Gemme preziosissime, cioè il Padre, il Figliuolo e lo Spirito Santo.
N° 251,3 27 novembre 1908, venerdì.
Dopo la S. Comunione. Gesù SS.mo: "Né per poco né per molto, non voglio che tu t'inquieti, se vuoi essere il serafinetto del mio Cuore trafitto sopra questa terra; da te io voglio che tu sia in continua preghiera,22 lavorando, conversando, conversa pure, la tua conversazione sia come quella degli angioli; riposando, la tua mente voli al più alto dei cieli, indagando la misericordia, la bellezza di Dio che ti creò e sii sempre sottomesso, ubbidiente ai voleri dell'altissimo Signore."
N° 534 24 aprile 1909. Adorazione al SS.mo Sacramento.
Pensieri di Gesù e di Maria: "La fede e l'amore racchiudono in sé tanta bellezza da meravigliare gli Angeli; sono doni immensi.
L'uomo per quante scoperte possa fare di miniere d'oro, d'argento e di altre gemme preziose, non arriverà mai a scoprire questo segreto di Dio se non ha l'anima monda da ogni peccato".
N° 751,3 16 ottobre 1909. Sabato matt. Ore 3,30. Adorazione al SS.mo Crocifisso.
Mio Dio, io starei sempre con Te: oggi sono uscito per commissioni: ho visto quasi tutto brutto!
Gesù: Per te sarà sempre così, per tutto il tempo della tua vita, a cagione dell'amore che porti al tuo Gesù, la bellezza di tutte le bellezze; e non vedrai nulla mai più bello che il tuo Dio Gesù Crocifisso!".
N° 1610 20 maggio 1914. Adorazione in cella, ore 10,30 sera.
"Leopoldo, quando c'incontriamo, che bellezza!
Tu dici tante cose a Me, Io ne dico tante a te!": Gesù Crocifisso.
N° 293 ( del V° libro ). Ottobre 1919. Alcune preghiere.
La bellezza dei cuori offerti a Dio nella loro giovinezza; la pace di Dio che si gode al contatto con persone che si avrà da illuminare, la grazia che Dio fa sprigionare nell'interno per il bene altrui da infondere alle anime l'amor di Dio e la fede, ( sono ) veri miracoli.
( … ) La bellezza della carità soave nel convivere fraternamente uniti con Dio: paradiso in terra, fiori raccolti in terra per ( il ) paradiso.
Amore e devozione alla SS.ma Vergine.
Oh! La bellezza e l'amore che porta al suo popolo devoto la mamma santa di Dio.
Mostriamoci con la nostra buona mamma figli direttissimi e affezionatissimi.
La vita di fr. Teodoreto è tutta un rendimento di grazia a Dio e alla sua bellezza, a noi rivelata in modo sommo nell'amore di Gesù Crocifisso.
Limitandoci solo, in via esemplificativa, a due riferimenti, ricordiamo che alla richiesta rivoltagli se nei corsi di formazione professionale poteva essere opportuno inserire qualche nozione sull'arte, egli rispose affermativamente sottolineando come Dio sia Bellezza, per cui il bello artistico era un mezzo per avvicinarsi al Creatore.23
E di conseguenza attestava come la vita fosse bella, se vissuta nella luce della fede e nell'amor di Dio.
1 Da una conferenza inedita di mons. Giuseppe Pollano di riflessione sulla Sindone: "La passione e la gioia della salvezza", tenuta alla sezione di Torino dell'Associazione Medici Cattolici Italiani, l'8 aprile 2000.
2 Cfr. conferenza di mons. Bruno Forte, tenuta nel salone della chiesa del Santo Volto in Torino, il 1° marzo 2010.
3 B. Forte, conferenza citata, nella sintesi comparsa su Il Nostro Tempo del 7.3.20010 a cura di Luca Bistolfi.
4 Bruno Maggioni, nella nota di commento al versetto Gv 10,11, in La Bibbia – Via Verità e Vita. Ed. S. Paolo, 2009.
5 B. Forte, conferenza citata, nella sintesi di Fabrizio Assandri, pubblicata su La Voce del Popolo del 7.3.2010.
6 B. Forte, citata sintesi su La Voce del Popolo.
7 B. Forte, citata sintesi su Il Nostro Tempo.
8 G. Pollano, conferenza citata.
9 Cfr. beato A. Rosmini, L'introduzione del vangelo secondo Giovanni, lezione LXX.
10 Dr. Antonio De Salvia. "Il Volto". Libero adattamento di alcuni stralci della poesia, pubblicata integralmente in questo bollettino.
11 Da "Ricercare la bellezza" di Maria Rosaria Restivo, editoriale de "il Cantico", mensile dell'Ordine Francescano Secolare, n° 1-2 del 2008.
12 Cfr. "Fides et ratio" di Giovanni Paolo II° sui rapporti tra fede e ragione, e pertanto anche tra fede e scienza.
13 Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica, domanda 40.
14 M. R. Restivo, op. cit.
15 Testo tratto, nella forma originale, dal Grande Dizionario della Lingua Italiana – UTET, II° vol., pag. 149.
16 M. R. Restivo, op. cit. La frase di Dostoevskij è contenuta nel romanzo "L'idiota".
17 Cfr. Summa theologica, I, q. 39, a. 8.
18 Ibidem, II-II, q. 145, a.2.
19 Teosofia, libro 3°, § 1087.
20 Cfr. Messaggio per la XXIII edizione del Meeting per l'amicizia fra i popoli, dal titolo: Il sentimento delle cose, la contemplazione della bellezza ( 18-24 agosto 2002 ), pubblicato da ITACAlibri, Castel Bolognese ( RA ).
Notiamo che la conclusione di tale Messaggio è analoga a quanto sopra riportato al § 11, nelle riflessioni della Restivo.
21 La numerazione dei brani è quella adottata nell'edizione del 1997.
22 L'unione permanente con Dio è la pienezza dell'amore e della vita cristiana. Ottime riflessioni e di grande aiuto per realizzare tale sublime obiettivo sono contenute nel libro "Come in Cielo", di mons. Giuseppe Pollano, Effetà editrice.
23 Fr. Teodoreto aveva una particolare inclinazione artistica, sia per la musica, e da ragazzo prese lezioni di chitarra, sia per la pittura, essendo abilitato all'insegnamento del disegno.