Pellegrinaggio della Casa di Carità a San Tommaso |
B308-A8
Come di consueto, anche quest'anno, il 27 gennaio, gli allievi della sede di Torino della Casa di Carità Arti e Mestieri hanno compiuto il loro pellegrinaggio nella chiesa di S. Tommaso, in adempimento del desiderio espresso dalla Madonna a fra Leopoldo, come risulta da questa frase riportata dal Francescano nel suo Diario, in data 28 maggio 1920: "Nostra Signora del Sacro Cuore di Gesù ( venerata nel santuario attiguo alla suddetta chiesa ) ama che i membri della pia Unione del SS. Crocifisso, unitamente ai figliuoli della Casa di Carità Arti e Mestieri, vengano una volta all'anno a visitarla in ricordo dei favori e grazie da Lei cooperate in loro vantaggio, con una S. Comunione in ringraziamento dell'amabile bontà usata loro da Dio e dalla sua SS. Madre".
Secondo la spiritualità che anima la Casa di Carità, così come le altre opere scaturite dal messaggio dei Servi di Dio fra Leopoldo e ven. fr. Teodoreto, il pellegrinaggio è stato incentrato sull'Adorazione a Gesù Crocifisso, articolata con riguardo alle fasi della S. Messa, segnalate come "Sorgenti di Grazia scaturite dalla Croce", e precisamente l'atto penitenziale, la liturgia della Parola, l'offertorio, la consacrazione e la comunione.
Va rilevato al riguardo che l'Adorazione a Gesù Crocifisso ha la sua formula tipica nella preghiera composta da fra Leopoldo e consolidata e diffusa da fr. Teodoreto, con le cinque riflessioni per ogni Piaga del Redentore, nonché con una formula sintetica nel testo approntato dai Fratelli delle Scuole Cristiane e dai Catechisti.
Ma sulla base di questi fondamenti la pietà cristiana, sotto la spinta dell'amore al Crocifisso, ha una prospettiva illimitata di meditazione, di ringraziamento e di domanda, a imitazione dell'Autore e del Promotore di questa devozione, dato che la loro adorazione si protraeva per ore.
Riportiamo la formula che è stata recitata nel pellegrinaggio, articolata nei momenti della S. Messa, consentendo oltretutto una più profonda comprensione del sacrificio eucaristico da parte degli allievi.
La Messa è stata celebrata dal parroco di S. Tommaso, canonico Ferrero, che nell'omelia ha sottolineato agli allievi come essi siano la testimonianza della validità del messaggio apostolico e sociale di fra Leopoldo, le cui spoglie mortali sono tumulate proprio nel santuario.
Piedi che ci portano spediti all'incontro con gli altri per recare soccorso, aiuto, consolazione; piedi piagati per il tanto andare e il tanto soccorrere come quelli dei buoni samaritani che si prendono cura e quelli dei missionari che educano il cuore all'ascolto del vangelo.
Ma anche piedi che conducono lontano da Dio e dall'uomo, piedi incatenati dall'egoismo.
Ecco perché all'inizio della celebrazione eucaristica chiediamo perdono per le tante volte che abbiamo camminato in direzione opposta al bene.
Lo facciamo sapendo che non tutto è uguale, il bene è bene e il male è male.
Ma il perdono di Dio, può far nascere un bene più grande anche dal male.
Chiediamo perdono nella consapevolezza che il rimorso è sterile mentre il pentimento è fecondo.
Giuda ha fatto un grosso sproposito il giorno che vendette Cristo per 30 denari.
Ma ne ha fatto uno ben più grande quando pensò che il suo peccato fosse troppo grave per essere perdonato.
Mio Signore Gesù crocifisso, unito a Maria santissima, con tutti gli angeli e santi del cielo, ti prego per quanti tra noi camminano su strade che portano lontano dal te.
Fa' che ognuno, sospinto dal comandamento dell'amore, s'incammini verso il bene senza farsi condizionare dal suo passato.
È dalla mente che scaturisce ogni anelito di bene e di male.
Ognuno di noi è lo specchio dei suoi pensieri e il suo domani sarà il risultato di ciò che pensa fin da adesso.
Se nutri pensieri di bene, quanto ti proponi genera altro bene e respinge ogni forma di male.
Si muore prima con la testa e poi con il corpo, non per nulla per eliminarne un'organizzazione malavitosa se ne colpisce la testa.
Il mondo che viene raffigurato oggi è impregnato per oltre l'80% di pensieri negativi e conseguenti comportamenti svianti, ed è quasi impossibile non esserne contaminati.
Ma per ritrovare e dare stabili ormeggi al primato della persona e della coscienza, è necessario coltivare pensieri positivi.
Cristo si è lasciato coronare di spine per insegnarci che va purificata la mente se si vuole contrastare la rappresentazione fasulla dell'esistenza e la desertificazione dei valori.
Mio Signore Gesù crocifisso, unito a Maria santissima, con tutti gli angeli e santi del cielo, ti prego perché libera la mente da ogni forma di autosufficienza e sopraffazione, io sappia contribuire a un mondo più giusto e fraterno dove chi è meno favorito, chi viene da lontano, trovi in me amicizia, comprensione e accoglienza, nel segno di quella carità che contrasta ogni tornaconto.
Vi sono mani tese che portano sollievo, guariscono e salvano: emblema di disponibilità.
Ma vi sono anche mani chiuse che trattengono, mani avvinghiate ai possessi: simbolo di egoismo.
Vi sono mani che trasudano affetto, fatte per accarezzare: esempio di tenerezza.
Ma vi sono anche mani serrate come pugni d'odio che grondano sangue: simbolo di violenza.
Vi sono mani benedicenti, capaci di infondere serenità, portare sollievo, recare perdono: immagine di generosa gratuità.
Ma vi sono anche mani pronte a lacerare e ferire, che mai sanno dare una stretta di amicizia: simbolo di arroganza.
Mio Signore Gesù crocifisso, unito a Maria santissima, con tutti gli angeli e santi del cielo, ti presento le mie mani aperte.
Tu che sei grande in generosità, guarda alla loro povertà e ricolmale della tua bontà, perché diventino segno di un amore gratuito che sa regalare conforto e gioia ai piccoli e i poveri, ai lontani e agli esclusi.
Noi attorniamo il corpo di infinite cure per ostentazione, per essere trendy, per far colpo sugli altri; lo facciamo per suscitare invidia, non certo per svilupparne le capacità e metterlo a servizio degli altri.
Siamo assidui frequentatori di palestre, pratichiamo il fitness e ci dedichiamo al culturismo, in vista solo del benessere fisico e dello sviluppo muscolare, non tanto per potenziare i valori interiori.
Lui, invece, il corpo l'ha dato come caparra per la salvezza incondizionata di tutti.
Dalle sue piaghe siamo stati salvati, mica per i nostri meriti.
È passato sanando e guarendo, considerando ogni corpo una riproduzione della divinità, « fatto a immagine e somiglianza di Dio ».
Ha restituito dignità anche ai corpi segnati da malattie devastanti come la lebbra, o abbrutiti nella dissolutezza come quello del figliol prodigo.
Noi rivestiamo il corpo con capi firmati all'ultima moda, nel miraggio del look, nella conformazione più totale.
Non rientra tra i nostri status symbol quel giovane ufficiale romano ( S. Martino ) che spartì il mantello con chi rischiava l'assideramento.
Manco la sciarpa siamo disposti a prestare.
Lui, invece, si è spogliato di tutte le sue vesti.
Pure la tunica, quella senza cuciture tessuta tutta d'un pezzo da cima a fondo, è stata tirata a sorte dai soldati.
Alla fine, al suo corpo rimane come unica veste la forza di attirare tutti a sé nel segno della croce.
L'esatto opposto del mercimonio che fanno in troppi del proprio corpo.
Mio Signore Gesù crocifisso, unito a Maria santissima, con tutti gli angeli e santi del cielo, ti prego perché attingendo all'inesauribile fonte divina che scaturisce dal tuo corpo crocifisso, possa io diventare un segno di consolazione e di risurrezione per chiunque incontro in casa, a scuola, sul posto di lavoro.
Se con le considerazioni fatte ai piedi della croce hai compreso in tutta la sua profondità la passione del Signore e sai contemplare il crocifisso con gli occhi del cuore, ora nell'accostarti alla comunione puoi riconoscere in quel pane spezzato, fatto cibo per tutti, l'autentico corpo di Gesù.
Questa verità non è un'idea vaga, una presenza aleatoria fatta per rassicurare.
La presenza eucaristica è lì a comprovare come la risposta autentica a ogni sofferenza non può che essere l'Amore.
« Non vi è amore più grande di chi dà la vita per gli altri » attraverso l'esercizio quotidiano della prossimità, dell'ospitalità, della solidarietà.
Se mantieni il cuore radicato nell'amore, da questa radice non può uscire che del bene.
I grandi pensieri vengono dal cuore e anche gli occhi hanno le radici nel cuore … che non è dove batte, ma dove ama.
Mio Signore Gesù crocifisso, unito a Maria santissima, con tutti gli angeli e santi del cielo, ti prego perché soltanto il tuo amore diriga i miei pensieri, le mie parole e le mie azioni.
Fa' che la mia vita si traduca in amore: la fede sia l'amore che crede; la speranza sia l'amore che attende; la carità sia l'amore che incontra e la comunione con gli altri sia l'amore che s'immola.
Mio Signore Gesù Crocifisso, unito a Maria santissima, con tutti gli Angeli e i Santi del cielo ti adoro e ti amo, perché per amore del Padre, nello Spirito Santo, con la tua croce hai redento il mondo.
Ti ringrazio di avermi amato, di aver sofferto tanti dolori e preso su di te i miei peccati, di cui mi pento con tutto il cuore.
Signore Gesù, mio maestro e salvatore, unito a Maria santissima, con tutti gli Angeli e i Santi del cielo adoro le piaghe sanguinanti e gloriose
delle tue mani benedicenti, che guariscono e salvano,
dei tuoi piedi feriti, che portano il vangelo di pace,
del tuo cuore trafitto, che sulla croce ha vinto la morte.
Possa vedere in te Crocifisso il volto di Dio, lasciarmi attrarre dal tuo amore, amando i fratelli come tu li hai amati e trovare in te la forza del perdono e il conforto nella sofferenza.
Ti prego affinché la tua Chiesa sia sempre testimone di amore e centro di unità e di pace per tutti gli uomini.
Amen!