Il dono della scienza |
B343-A2
( Seguito delle meditazioni del ven. fr. Teodoreto sui doni dello Spirito Santo )
a) La Carità ci unisce a Dio.
Questa unione, se ci viene accordato il corrispondente soccorso attuale, ci dà un gusto intimo di Dio presente, una soavissima esperienza.
Questo gusto ci mette in grado di giudicare delle cose divine secondo la loro causa prima, cioè secondo Dio medesimo di cui sperimentiamo la dolce presenza.
Questo giudizio è l'ufficio del dono della sapienza.
Nello stesso tempo questo gusto di Dio ci facilita la penetrazione delle verità divine che ci fa distinguere dagli errori e dai concetti impropri che vi si potrebbero mescolare.
Questa semplice visione più profonda delle cose divine ci è concessa mediante il dono dell'intelletto.
Quale sarà quindi l'effetto del dono della scienza?
La Carità, il cui primo scopo è di unirci affettuosamente a Dio, ha come seconda funzione quella di farci amare le creature per Dio.
Se essa perciò ci procura un'esperienza intima di Dio, ci procura pure un gusto divino delle creature che dobbiamo amare per Dio.
Con lo sperimentare, in tal modo, le creature che dobbiamo riferire a Dio, diventiamo capaci, col dono della scienza, di apprezzare le loro proprietà, le loro perfezioni, come i loro difetti, il loro nulla, le loro imperfezioni.
Il dono della scienza ci mette perciò in grado di dare un vero giudizio paragonabile al dono della sapienza, ma inferiore ad esso, perché risale dalle creature a Dio, dagli effetti alla causa.
Questo giudizio del dono della scienza supera immensamente, per elevazione, quello che procede dalla scienza umana.
Il suo fondamento non è l'analisi filosofica degli elementi che compongono gli esseri creati, ma la conoscenza sperimentale che gli fu dato di farne.
Così per un istinto soprannaturale potente e sicuro, l'anima discerne nelle creature i rapporti che possono avere coll'Essere increato.
b) La conoscenza che ci fornisce il gusto e l'esperienza delle cose create è molto utile a noi stessi.
Essa è chiamata la scienza dei santi.
Ci aiuta a servirci delle creature per risalire a Dio, ci fa disprezzare quelli che tendessero ad allontanarcene, ci fa sentire, percepire la loro inanità e la loro povertà, l'amarezza che racchiudono, il vuoto che scavano e lasciano nel cuore che vi si attacca.
Così l'anima se ne allontana con orrore.
Una dolce melanconia si impadronisce di essa.
Tutto quaggiù le sembra vanità e miseria.
Si sente esule e aspira di continuo al suo Dio.
Chi mi darà delle ali, dice essa, e me ne volerò da questa terra d'esilio così piena di lagrime, di dolori, e mi riposerò in Dio, che solo merita il mio amore?
Il dono della scienza è molto utile nella vita spirituale.
Ci scopre il nostro intimo, i nostri difetti, le nostre qualità, le nostre virtù e i nostri vizi, il modo di agire e di eliminare gli ostacoli che si oppongono alla nostra santificazione.
Si è parlato antecedentemente della conoscenza che importa avere della nostra propria natura, delle sue molte risorse, degli ostacoli alla virtù che vi possiamo riscontrare.
Senza il dono della sapienza, tuttavia, tale conoscenza rimarrà sempre imperfetta, essa sarà quella del semplice psicologo che giudica secondo il lume della sua ragione, che attribuisce alle sue scoperte e ai suoi lumi un'importanza capitale, che sopprime o trascura volentieri l'intervento soprannaturale, la necessità assoluta della preghiera, per non esaltare che le risorse della natura umana e delle sue facoltà.
Il dono della scienza ci fa conoscere tutte le nostre risorse naturali, ce ne scopre anche la vera importanza che è secondaria; esso insegna le relazioni che uniscono la natura e la grazia, e il posto che ognuna di esse deve occupare nella nostra santificazione.
Fa, nello stesso tempo, giudicare sicuramente di tutte le cose esterne, di tutti gli avvenimenti della storia e della politica che possono avere dei rapporti con la nostra fede e con la nostra perfezione; procura una mirabile facilità di trattare con le anime delle cose soprannaturali; scopre ai direttori spirituali lo stato delle anime di cui hanno cura, le loro attitudini alla virtù, i loro bisogni spirituali, il modo per incoraggiarle, per istruirle, per guidarle nella loro strada.
L'anima illuminata dal dono della scienza sa rendersi conto di tutto, inquadrare tutto.
Ha una virtù comprensiva a cui nessun fatto sociale, politico, morale, religioso sfugge.
Perciò queste anime posseggono una grande calma davanti ai fatti della vita storica e quotidiana.
Fr. Teodoreto
Fratel Teodoreto alla Casa di Carità
( da un quadro di P. Favaro )