36. Rio de Janeiro ( Brasile ) dal 17 al 24 luglio 1955
Organizzato da: Cardinal Jaime de Barros Câmara, Arcivescovo di Rio de Janeiro.
Presidente: Legato Pontificio Cardinale Benedetto Aloisi Masella e S.E. Mons. José da Costa Nunes.
Segretario generale: S.E. Mons Helder Câmara.
Al pellegrino che vi giunge in aereo, Rio de Janeiro offre il suo stupendo panorama: ecco i quartieri periferici della così detta Zona nord e poi, più vicino, le masse nereggianti dei monti, dominate dal pinnacolo del Corcovado ( col suo Cristo dalle braccia spalancate ) che intersecano la città fin nelle sue parti centrali.
Più in là, l'Avenida Atlantica, leggermente ricurva sull'oceano, che indica i vasti complessi urbani di Copacabana, Ipanema e Leblon, scintillanti insenature mondialmente celebri.
Di qua le acque miti della baia Guanabara che abbracciano il mare.
Una di queste insenature di Rio, la più vicina al centro cittadino, fu prescelta come luogo di celebrazione per il 36° Congresso eucaristico internazionale.
Il suo interramento era stato progettato da tempo mediante la demolizione della vicina collina del Morro di S. Antonio.
Ma una simile impresa probabilmente si sarebbe protratta per anni, se la decisione di celebrare là il Congresso non fosse venuta a stimolarne l'esecuzione.
Così, con un milione novecentomila metri cubi di terra, fu colmata la parte centrale dell'insenatura e si venne a creare un piazzale di trecentotrentamila metri quadri
Già nel gennaio 1955, vi si poteva celebrare la festa di san Sebastiano, patrono di Rio, con una grande Messa alla presenza di circa mezzo milione di persone.
Fu quella, in certo modo, la "prova generale" delle grandiose manifestazioni dell'imminente Congresso.
A proposito di preparazione remota al Congresso Internazionale, bisogna segnalare l'Anno Eucaristico indetto dal cardinale Giacomo de Barros Câmara, Arcivescovo di Rio ed inaugurato nel luglio 1954 con una Messa nello stadio Maracanà gremito da quasi 200 mila fedeli.
Nel marzo del 1995 si tenne anche un'altra grandiosa cerimonia eucaristica che riempì lo stesso stadio: si trattava della festa della gioventù, un omaggio dei giovani al Congresso ormai imminente, con la sfilata di tutti i rappresentanti degli stati brasiliani e di numerose altre nazioni, festa che si concluse con la Messa celebrata dal cardinale Arcivescovo.
Sulla nuova piazza destinata alla celebrazione del congresso fu costruito un edificio in legno di 150 metri di lunghezza, con la sagoma architettonica di una grande barca aperta a modo di tribuna verso il, piazzale e la città, che costituì un vasto presbiterio.
Al centro si collocò l'altare, ai due lati le tribune per i cardinali, arcivescovi e vescovi.
Il tutto sovrastato da una vela quadrangolare di 500 metri quadri, dai colori bianco e giallo, sostenuta da un albero in ferro di 38 metri di altezza.
Alla sera, l'edificio e la vela, sapientemente illuminati con luci bianche e gialle, offrivano uno spettacolo veramente suggestivo, una specie di visione tra terra, cielo e mare.
Davanti alla tribuna di sinistra si ergeva una croce di 15 metri nel tipico legno rosso del Paese.
Davanti all'altare-monumento furono disposti in larghi semicerchi migliaia di banchi con posti a sedere per 300 mila persone.
Lo sguardo del pubblico, al di là dell'altare, si posava sugli incantevoli panorami della Guanabara aperta sull'Atlantico e sulla mole rotondeggiante del Pão de Açugar.
Il Comitato organizzatore, presieduto e animato dal vescovo ausiliare, mons. Helder Câmara, facilitò al massimo l'accoglienza ai pellegrini distribuendo a collegi, conventi e famiglie particolari, dodicimila letti.
E i pellegrini cominciarono ad affluire.
Il primo fu il Legato di Sua Santità, il Cardinale Benedetto Aloisi-Masella che giunse con il pellegrinaggio italiano sulla motonave « Augustus », sabato 16 luglio.
Lo ricevettero, al porto, il presidente della Repubblica con quasi tutti i ministri, le rappresentanze dell'autorità religiosa e una grande folla di popolo che acclamò entusiasticamente questo amico del Brasile: il card. Masella, infatti, era stato per, ben diciotto anni Nunzio apostolico a Rio de Janeiro.
La sera del giorno seguente, domenica 17 luglio, si svolse la memorabile accoglienza della veneranda e taumaturga statua della Madonna conosciuta col titolo di Aparecida, patrona del Brasile, che dalla stazione ferroviaria alla piazza del Congresso, per un percorso di circa tre chilometri, fu accompagnata e salutata da un milione di persone.
Il baldacchino dorato che proteggeva l'effige, era preceduto da un corteo di carri simbolici che rappresentavano le più suggestive scene della storia brasiliana: la prima Messa ( 26 aprile 1500 ), la colonizzazione, l'opera degli antichi missionari e civilizzatori e così via, fino al Brasile attuale, con rappresentanze del governo, delle forze armate, del commercio, con splendidi esemplari della fauna e della flora nazionale ecc.
Il grande corteo era chiuso da una numerosa rappresentanza degli operai che avevano realizzato la gigantesca opera della spianata per il Congresso, in abito da lavoro e con i loro strumenti su enormi automezzi, trattori, scavatrici meccaniche ecc.
Infine, venivano le candide schiere di ventimila figlie di Maria con oltre cento bandiere.
Quando, dopo due ore, l'immagine giunse all'altare del Congresso, ci fu un delirio di applausi, di evviva e di suppliche.
La prima celebrazione nella piazza del Congresso fu la benedizione degli infermi.
Alle nove di martedì mattina, 19 luglio, la piazza del Congresso offriva uno spettacolo commovente: ben diecimila infermi, trasportati in quel luogo con tutti i mezzi possibili, celebravano il loro incontro solenne con il Signore.
Dopo un lungo momento di preghiera, venti vescovi impartirono la benedizione individuale secondo l'uso di Lourdes e di Fatima col SS.mo Sacramento.
Poi tra le file, passò anche la Madonna Aparecida.
Fu questo il preludio per l'apertura del Congresso che si tenne quella stessa sera.
All'imbrunire, il piazzale era letteralmente affollato.
Alle 20,15 giunse il Presidente della Repubblica con i membri del governo e delle due camere, che presero posto nei banchi loro riservati.
Dopo breve attesa giunse il card. Legato col suo seguito e accompagnato dall'Arcivescovo di Rio mentre risuonava il canto dell'Ecce Sacerdos.
Tra i seggi occupati dai cardinali presenti, ne risaltavano alcuni vuoti.
Erano quelli riservati riservati ai membri del Sacro Collegio vittime della persecuzione e impossibilitati a partecipare: i cardinali Stepinač, Mindszenty, Wyszynski e, da ultimo, i due cardinali argentini Copello e Caggiano che all'ultimo momento non poterono uscire dall'Argentina.
Dopo il saluto dell'Arcivescovo di Rio al Cardinal Legato, la lettura della bolla pontificia, le parole di Mons. Giuseppe da Costa Nunes, presidente dei Congressi eucaristici internazionali e l'allocuzione dello stesso Legato, tutti gli sguardi si volsero verso il mare perché già si avvistava la processione eucaristica marittima uscita da Niteroi sulla sponda opposta della Guanabara.
Il SS.mo Sacramento era trasportato dal cacciatorpediniere Grajaù, trasformato in uno splendido altare galleggiante.
Era scortato da unità della marina da guerra, tutte superbamente illuminate e da centinaia di altre imbarcazioni.
Questo corteo navale avanzava tra lanci ininterrotti di splendidi fuochi artificiali.
Non si poteva pensare nulla di più suggestivo per sottolineare il grande avvenimento dell'arrivo dell'Eucaristia in quel luogo.
Una volta approdata la nave, il Santissimo fu recato, con solenne processione di centinaia di migliaia di luci, fino all'altare del Congresso da dove il cardinale Augusto Alvaro da Silva, arcivescovo di Bahia e primate del Brasile, impartì la solenne benedizione con la quale si concluse la cerimonia.
Il Congresso propriamente detto si svolse nei giorni 20-24 luglio secondo il fitto programma predisposto.
Gli atti principali, destinati a tutti, si realizzavano nella piazza del Congresso e consistevano nel solenne pontificale celebrato verso le ore 10 del mattino e nelle sessioni plenarie convocate alle 20,30 di sera.
Il pontificale del mercoledì fu celebrato dal cardinale Fernando Quiroga y Palacios di Santiago de Compostela mentre nei tre giorni seguenti officiarono vescovi dei differenti riti orientali.
Le sessioni plenarie, presiedute sempre da un cardinale, iniziavano con il canto del Credo, cui seguiva un saluto indirizzato al Sommo Pontefice e ai presenti.
Seguiva poi un programma di canti sacri eseguito dai migliori cori religiosi della città e, finalmente, si teneva la conferenza pronunciata da un oratore laico.
Il tutto terminava con la benedizione eucaristica impartita.
Di giorno in giorno, da vari porporati.
Queste furono le conferenze:
Il Regno eucaristico di Cristo e la Sua Chiesa, brillantemente svolta dal prof. dott. Alceu Amoroso Lima;
L'individuo nel Regno eucaristico di Cristo Redentore, dell'on. dott. Euripides Cardoso di Menezes;
La famiglia nel Regno eucaristico di Cristo Redentore, del dott. Luigi Delgado;
La società nel Regno eucaristico di Cristo Redentore, del dott. Armando Câmara
Le sessioni di studio nazionali si riunivano al pomeriggio nelle varie chiese della città dove si tenevano anche momenti di adorazione.
Durante la notte poi, alle 23, si celebravano vigilie eucaristiche sia per gli uomini che per le donne.
In tutta la città si notava uno straordinario fervore eucaristico.
In quei giorni tutte le chiese della capitale erano affollate come nei giorni di festa, e numerosissime furono le comunioni.
Si calcola che durante la settimana del Congresso in tutta Rio furono distribuite un milione e mezzo di comunioni, delle quali circa la metà nelle grandiose comunioni generali nella piazza.
La prima fu quella dedicata alle donne il mattino di giovedì 21 luglio.
Alla vigilia, in tutte le chiese, numerosi sacerdoti avevano atteso alle confessioni.
Ma molti furono ancora coloro che si confessarono nella piazza del Congresso.
L'aspetto della piazza-cattedrale in quel mattino era commovente: donne e ragazze delle più diverse classi sociali e di ogni colore, tutte accese dalla stessa fiamma d'amore verso il Cristo eucaristico.
Il numero delle comunioni distribuite nell'occasione fu calcolato a trecentomila; la distribuzione fatta da cinquecento sacerdoti durò quarantacinque minuti.
Ancora maggiore - giungendo a quattrocentomila - fu il numero delle comunioni di uomini nella notte dal 22 al 23 luglio in una impressionante manifestazione di fede.
Scesa la notte del 22, gli uomini entrarono a gruppi compatti nel recinto del Congresso: operai, militari delle diverse armi, gruppi sciolti di ogni classe sociale.
Entravano in silenzio e prendevano posto nei banchi loro destinati, occupandoli tutti, e dilagando negli spazi adiacenti.
Si contarono quattrocentocinquantamila presenze.
Molti uomini ancora chiedevano di confessarsi e, nonostante le centinaia di confessori, non fu possibile soddisfare tutti.
A mezzanotte il card. Spellman celebrò la santa Messa.
In quella notte, molti alti personaggi del mondo politico o culturale, vollero ricevere l'Eucaristia insieme ai semplici operai, ai contadini, ai soldati.
Un ammiraglio della marina ricevette la prima comunione, come pure un soldato, figlio di giapponesi.
La notte fu seguita, da un'alba altrettanto festosa: la comunione generale dei bambini.
Il cardinale più anziano del Congresso, l'arcivescovo di Santiago del Cile, Caro Rodriguez, celebrò la Messa per schiere di bambini molti dei quali affiancati da genitori e familiari.
Terminata la distribuzione della comunione ai 200 mila presenti, gli altoparlanti invitarono i bambini ad acclamare Gesù Eucaristia e la grande ovazione, tra uno sventolare frenetico di fazzoletti bianchi, durò circa dieci minuti.
Tra le altre manifestazioni di pietà ricordiamone un'altra delle più originali.
Venerdì, alle 18, ebbe luogo nella piazza del Congresso la Via Crucis della « Chiesa del silenzio ».
Esiliati dei vari paesi comunisti divisi in gruppi nazionali, molti con i loro tipici costumi, portarono nella piazza quattordici grandi croci di legno, collocandosi lungo la fronte dell'altare-monumento.
Ciascuna delle quattordici stazioni era dedicata ad uno dei paesi vittime del comunismo nell'ordine seguente: Albania, Germania Orientale, Stati Baltici ( Lituania, Lettonia, Estonia ), Bulgaria, Cina, Croazia, Corea, Ungheria, Polonia, Romania, Russia, Cecoslovacchia, Iugoslavia, Viet-Nam.
Spente le luci, solo le 14 croci restarono illuminate.
Ad ogni stazione un oratore commemorava, in portoghese, la storia e il martirio della nazione ivi rappresentata.
Seguiva una preghiera recitata da un sacerdote nella lingua, di quella nazione e un canto sacro nazionale eseguito da tutti i componenti il gruppo.
La cerimonia durò due ore suscitando vivissima commozione in tutta la moltitudine presente.
Nel pomeriggio di sabato, 23 luglio, penultimo giorno del Congresso, si tennero due altri grandi raduni.
Il primo, quello della Gioventù Operaia Cattolica ( J.O.C. ), alle 15 nel grande stadio del Maracanà.
Vi erano presenti 80 mila persone.
Circa 1.600 giovani operai eseguirono una sacra rappresentazione sull'argomento "L'operaio e l'Eucaristia".
Personaggi simbolici rappresentavano l'Eterno Padre nell'opera della Creazione, il Figlio nell'opera della Redenzione e lo Spirito Santo che opera nella Chiesa per la liberazione della classe operaia.
Gli operai montarono tre fabbriche, una di metallurgia, una tessile e una di mobili, da cui trassero gli elementi per la costruzione di un altare.
Quando quest'altare, frutto del lavoro di tutte le professioni, fu pronto, Mons. Annibale Mena Porta, arcivescovo di Asunción ( Paraguay ), vi celebrò la santa Messa.
Il secondo raduno, quello delle Congregazioni Mariane, si tenne alle 19,30 nella piazza del Congresso.
Fu forse meno spettacolare del precedente ma non meno entusiastico.
Parlarono vari oratori brasiliani ed esteri, insigni rappresentanti del movimento mariano nella Chiesa.
Il card. Manuele Arteaga, arcivescovo di Cuba, lesse un telegramma con la speciale benedizione del S. Padre.
Si chiuse con magnifici giuochi pirotecnici che disegnarono in cielo il monogramma delle Congregazioni Mariane e il saluto "Salve Maria".
Dopo la grandiosità di queste manifestazioni, si può immaginare che cosa dovette essere l'ultimo giorno.
Nessuno poteva né voleva mancare.
Dalle città e dalle regioni circostanti affluirono con tutti i mezzi di trasporto centinaia di migliaia di persone e tutta Rio de Janeiro partecipò al Congresso.
Al pontificale di chiusura, alle 10 del mattino, celebrato dal Cardinale Legato, l'immenso piazzale era gremito.
Rappresentanti politici, civili, militari, deputati, senatori, con il Presidente della Repubblica e quasi tutti i ministri, occupavano i loro rispettivi posti.
Terminato il pontificale, il Cardinal Legato parlò al popolo brasiliano e sottolineò i frutti spirituali del Congresso, esaltando la fede religiosa ed eucaristica del Brasile e il suo incrollabile attaccamento al Papa.
Non dimenticò di encomiare la meravigliosa e generosa collaborazione morale e materiale del Governo Federale, della Municipalità di Rio e delle Forze Armate, senza la quale non sarebbe stato possibile un trionfo eucaristico così imponente.
Dopo le parole del Cardinale Legato, avvenne la consacrazione del Brasile al Sacro Cuore di Gesù.
Salì sulla tribuna il presidente del Senato, sig. Nereu Ramos, che spiegò il significato e l'importanza della consacrazione.
Poi i ministri presenti, il prefetto, numerosi senatori e deputati, membri della magistratura e dell'esercito, all'invito dell'oratore, salirono la monumentale gradinata e si posero in ginocchio.
Tutti insieme, all'unisono, recitarono questa formula di consacrazione: « Cuore Eucaristico di Gesù, Cuore dell'Uomo-Dio, Cuore di Cristo Re, Salvatore dell'umanità … in questo momento culminante della nostra storia, rispondendo all'appello di migliaia di voci, al più vasto plebiscito di religione e di patriottismo, veniamo a ratificare questa consacrazione nazionale al Vostro Cuore Divino.
A Voi consacriamo tutti gli Stati e territori del Brasile con le loro grandezze naturali, le loro imprese e attuazioni, le loro ricchezze materiali e il loro patrimonio spirituale e morale.
Regnate nelle nostre case, santificando tutte le famiglie; dalle più agiate alle più povere.
Regnate in tutte le attività degli uomini.
Siate Voi luce agli studiosi, siate difesa della Patria per mezzo delle Forze Armate, siate Voi la saggezza dei legislatori, la giustizia dei magistrati, l'orientazione del Governo … ».
L'artistica pergamena in cui era scritta la formula della consacrazione fu firmata dal presidente Café Filho e da tutti i dignitari presenti e consegnata al Cardinal Legato.
Frattanto nella piazza e in tutte le adiacenze, diffuse dagli altoparlanti vibravano le note dell'inno nazionale, cantato dalla moltitudine.
La processione finale del pomeriggio coronò degnamente le grandiose celebrazioni del Congresso.
La processione partì dalla chiesa della Candelaria, la maggiore di Rio, e percorrendo il breve tratto dell'Avenida G. Vargas entrò nell'Avenida Rio Branco, la grande arteria dove pulsa la vita della capitale, dirigendosi verso il piazzale del Congresso: un percorso complessivo di circa due chilometri.
Sfilarono le rappresentanze delle associazioni religiose con rispettiva bandiera; seguivano i pellegrinaggi stranieri, poi cinquemila suore, quattromila sacerdoti e seminaristi.
Venivano poi, uno dietro l'altro, in piviale e fiancheggiati da due assistenti in dalmatica, i trecento vescovi.
Dietro di loro incedeva maestoso il carro trionfale col SS.mo Sacramento e il Cardinal Legato in adorazione.
Seguivano i venti cardinali con relativo accompagnamento di assistenti e caudatari; in fine venivano i membri del Governo, parlamentari delle due camere e altre autorità civili e militari.
L'ostensorio usato in questa circostanza fu una delle meraviglie del Congresso.
Fabbricato con preziosi offerti dalla pietà dei cattolici di tutto il Brasile era composto da due parti combinate: un ostensorio minore, mobile, in oro, e un altro maggiore in argento dorato, alto due metri e mezzo, del peso di 140 chili e munito di un'apertura nella quale si inseriva l'ostensorio minore.
A congresso terminato, questo capolavoro di arte fu destinato alla chiesa dei Padri Sacramentini di Sant'Anna, in Rio de Janeiro, per l'adorazione perpetua.
Al passaggio del Santissimo la moltitudine prorompeva in acclamazioni, evviva e suppliche.
Dalle finestre dei grattacieli piovevano petali di fiori.
Quando il corteo giunse al piazzale, questo con tutte le vaste adiacenze era gremito di popolo: almeno un milione e mezzo di persone.
Dinanzi all'altare monumentale era una foresta di bandiere.
Il clero prese posto nei banchi riservati; vescovi e cardinali salirono nella tribuna-altare.
Il carro col Santissimo attraversò la piazza lentamente, maestosamente, in un oceano di evviva e di canti.
Giunto dinanzi all'altare fu rimosso dal grande ostensorio l'ostensorio minore.
Il coro cantò il Tantum ergo e l'enorme moltitudine chinò il capo in profondo silenzio mentre il Cardinal Legato impartì in tutte le direzioni la benedizione eucaristica.
Pochi minuti dopo, gli altoparlanti annunziarono il messaggio del Santo Padre.
La voce di Pio XII risuonò forte e chiara: « Venerabili Fratelli e diletti figli!
Spettacolo quanto mai grandioso è quello che in quest'ora solenne si presenta al Nostro spirito … ».
Il Papa parlò della Madonna Aparecida, parlò dell'Eucaristia, parlò della santa Messa: « O si scires donum Dei! se veramente si conoscesse e si riconoscesse il dono di Dio, nessun fedele nel giorno del Signore tralascerebbe di prendere parte attiva al divino sacrificio … mistero di unione … mistero di vita … mistero di energie divine, armatura invincibile della milizia cristiana …
Amati figli! pensate che il Redentore e Re Eucaristico vi ha consacrati araldi e apostoli per far conoscere ovunque le meraviglie del Suo amore … perché non solo di diritto, ma anche di fatto, regni in tutti i cuori che palpitano dalle Amazzoni al Plata, stabilendo in tutti il Suo regno di pace e d'amore, di giustizia e di santità ».
Quando le ultime parole della benedizione, accompagnate da milioni di segni di croce, chiusero il messaggio del Santo Padre, scoppiò un uragano di evviva: Evviva il Papa!
Evviva Gesù Eucaristia!
Evviva il cardinal Legato!
Evviva il cardinal Arcivescovo!
Evviva Maria!
Evviva i nostri fratelli perseguitati! …
Il Congresso era finito, ma la folla pareva non poter separarsi da quel luogo dove aveva vissuto ore così intense di fede.
Già era notte.
Decine di riflettori giganti di tutte le armi saettavano in cielo e sciabolavano l'oceano, inondando di luce la baia meravigliosa.
La sede del Congresso nella baia di Rio.