Convegno ecclesiale di Verona

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Messaggio alle Chiese particolari in Italia

20 ottobre 2006

Mentre lasciamo Verona per tornare alle nostre Chiese, vogliamo manifestare la gioia profonda per aver vissuto insieme questo 4° Convegno Ecclesiale Nazionale.

Portavamo con noi il desiderio di ravvivare, per noi e per tutti, le ragioni della speranza.

Nell'incontro con il Signore risorto, abbiamo rivissuto lo stupore, la trepidazione e la gioia dei primi discepoli.

Oggi, come loro, possiamo dire: « Abbiamo visto il Signore! ».

Lo abbiamo visto nel nostro essere insieme e nella comunione che ha unito tutti noi e che ha preso forma di Chiesa nell'ascolto della Parola e nell'Eucaristia.

Lo abbiamo incontrato nella persona di Papa Benedetto e ascoltato nelle sue parole.

Lo abbiamo toccato con mano nella testimonianza dei cristiani che, nelle nostre terre, hanno vissuto il Vangelo facendo della santità l'anelito della loro esistenza quotidiana.

Abbiamo avviato i nostri lavori lasciandoci illuminare dai loro volti, che sono apparsi a rischiarare la notte che scendeva sull'Arena.

Lo abbiamo conosciuto dentro e oltre le parole di quanti hanno raccontato la fatica di vivere nel nostro tempo e insieme hanno mostrato il coraggio di guardare a fondo la realtà, alla ricerca dei segni dello Spirito, efficacemente presente anche nella storia di oggi.

Lo abbiamo sperimentato nei dialoghi di queste giornate intense e indimenticabili, espressione di corresponsabile amore per la Chiesa e della volontà di comunicare la perla preziosa della fede che ci è stata donata.

Su questa esperienza del Signore risorto si fonda la nostra speranza.

La nostra speranza, infatti, è una Persona: il Signore Gesù, crocifisso e risorto.

In lui la vita è trasfigurata: per ciascuno di noi, per la storia umana e per la creazione tutta.

Su di lui si fonda l'attesa di quel mondo nuovo ed eterno, nel quale saranno vinti il dolore, la violenza e la morte, e il creato risplenderà nella sua straordinaria bellezza.

Noi desideriamo vivere già oggi secondo questa promessa e mostrare il disegno di un'umanità rinnovata, in cui tutto appaia trasformato.

In questa luce, vogliamo vivere gli affetti e la famiglia come segno dell'amore di Dio; il lavoro e la festa come momenti di un'esistenza compiuta; la solidarietà che si china sul povero e sull'ammalato come espressione di fraternità; il rapporto tra le generazioni come dialogo volto a liberare le energie profonde che ciascuno custodisce dentro di sé, orientandole alla verità e al bene; la cittadinanza come esercizio di responsabilità, a servizio della giustizia e dell'amore, per un cammino di vera pace.

Non ci tiriamo indietro davanti alle grandi sfide di oggi:

la promozione della vita, della dignità di ogni persona e del valore della famiglia fondata sul matrimonio;

l'attenzione al disagio e al senso di smarrimento che avvertiamo attorno e dentro di noi;

il dialogo tra le religioni e le culture;

la ricerca umile e coraggiosa della santità come misura alta della vita cristiana ordinaria;

la comunione e la corresponsabilità nella comunità cristiana;

la necessità per le nostre Chiese di dirigersi decisamente verso modelli e stili essenziali ed evangelicamente trasparenti.

Papa Benedetto XVI ci ha ricordato che la via maestra della missione della Chiesa è l'« unità tra verità e amore nelle condizioni proprie del nostro tempo, per l'evangelizzazione dell'Italia e del mondo di oggi ».

La verità del Vangelo e la fiducia nel Signore illuminino e sostengano il cammino che riprendiamo da Verona con più forte gioia e gratitudine, per essere testimoni di Gesù risorto, speranza del mondo.

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