Io ho scelto voi |
Una grande capacità di accettare la volontà di Dio, che le si manifesta attraverso sofferenze durissime, segna l'esistenza di Benedetta che, nata a Dovadola, presso Forlì, nel 1936, muore a soli 27 anni a Sirmione.
Ancora più colpisce il suo aprirsi agli altri, cercati non per propria consolazione, ma per essere vicina a loro nei momenti in cui, paradossalmente, potevano sentirsi più infelici di lei.
Studentessa di medicina per scelta consapevole di "vivere, lottare e sacrificarsi per tutti gli uomini", ha la forza di arrivare al quinto anno di università, nonostante la malattia progressivamente le tolga tutti i sensi: alla fine può comunicare solo attraverso una mano.
Riesce a far fiorire intorno a sé grandi amicizie, con un dialogo personale intenso e profondo.
A tutti comunica la fede che la illumina; la sua parola testimonia una vita vissuta nella coerenza e nella speranza.
Non vive la sua storia come storia di dolore, né di solitaria accettazione della croce, ma con la volontà di prendere su di sé il peso degli altri.
"Il mio compito è di amare la sofferenza di tutti quelli che vengono attorno al mio letto e mi danno o mi domandano l'aiuto di una preghiera".
"Sto vivendo la semplicità, cioè lo spogliamento dell'anima: è così bella! Si diventa molto leggeri e liberi".
"Dio ci dà il suo pane attraverso gli altri: ho provato.
Ed è nella sofferenza che si accende in noi la luce di Cristo che ci sostiene: quando soffriamo ci volgiamo tutti al bene".
In questa meravigliosa storia di rapporti umani è il Signore a dare la motivazione e la grazia.
Scrive ad un'amica: "Vorrei tanto poter essere utile anche a te, ma sono povera, così poveramente inoperosa e mi accade a volte di trovarmi a terra, sulla via.
Allora lo chiamo con amore, ai suoi piedi, e lui dolcemente mi fa posare la testa sul suo grembo.
Conosci la dolcezza di questi istanti?
Non dimenticare questa frase: "Prendi la tua croce e seguimi".
Non cercare di spiegare il perché".
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