Io ho scelto voi |
Oggi la tentazione più facile e più grave è di fuggire dalla propria responsabilità, per nascondersi comodamente dietro il paravento dei comportamenti più diffusi e reclamizzati.
Quasi senza accorgersene si assume la concezione dominante, per la quale la vita di una persona vale e si realizza nella misura dei beni che possiede.
Il vestire "firmato" ed esageratamente attento alla volubilità della moda, un certo tipo di moto odi auto, lo sport dispendioso ma all'ultimo grido, le vacanze in una determinata cornice e località, assieme a tante altre cose, diventano le forme attraverso le quali la persona crede di poter ottenere rispetto o considerazione.
A queste cose si rischia di sacrificare valori fondamentali della vita.
La scelta del lavoro, il modo di lavorare e il tempo che ad esso si dedica vengono considerati solo in funzione di un maggior guadagno.
Anche la scuola e la cultura possono essere pensate unicamente in vista del benessere a cui danno accesso.
Se il possesso e le cose prendono il sopravvento nella scala dei valori, allora si cede ai compromessi, alla concorrenza, alle invidie e alle gelosie, e ci si chiude nel piccolo cerchio di coloro che appartengono al nostro livello sociale.
L'uomo si identifica con ciò che possiede, a poco a poco rinuncia alla possibilità di realizzarsi interiormente, di comunicare, di farsi sensibile alla giustizia.
È una malattia che genera vuoto interiore, ansie e paure, di cui possono risentire non solo quanti di fatto vivono in condizioni sociali ed economiche privilegiate, ma anche coloro che, non potendo accedere ai beni di moda e di consumo, soffrono questa situazione come stato di inferiorità e con frustrazione.
Impegnarsi per scoprire un nuovo rapporto con le cose del mondo non è compito facile nella società di oggi, ed esige spesso la forza di andare contro corrente.
Questo cammino di maturità critica prende avvio quando ciascuno riconosce di essere chiamato a vivere un progetto unico ed irripetibile, e trova efficace espressione nei luoghi di partecipazione alla vita sociale.
Allora l'uso dei beni, la possibilità di un guadagno, l'accesso alla cultura e all'istruzione, l'impegno del lavoro sono ricercati come vie per la maturazione di sé e come strumenti di servizio agli altri.
Perché il sogno cominci a diventare realtà, occorre che ognuno ricerchi uno stile di vita rinnovato: un uso essenziale delle cose, l'apertura dei propri beni materiali e culturali agli altri, l'impegno per trasformare le condizioni di lavoro e di istruzione, una nuova sensibilità e presenza nei problemi sociali …
Occorre, cioè, costruire un progetto di vita in cui le cose servano alla crescita della persona e permettano una vita soddisfacente per tutti.
- Ti definisci consumista o sobrio?
- Devi discutere con i tuoi genitori perché non ti comperano ciò che vorresti o perché ti seppelliscono sotto un cumulo di beni superflui?
- Ti sei trovato a fare il confronto con i tuoi amici in base alle cose che hai?
- Hai provato a fare un piccolo progetto, un sogno per uno stile diverso di vita?
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