Io ho scelto voi |
La cultura moderna ha gridato forte la completa autonomia dell'uomo: l'uomo deve essere finalmente consegnato alle proprie mani, senza svendere la forza della propria libertà alle paure, alle soggezioni, ai miti di un Dio che lo condiziona.
La libertà non è tale se non è mia, si dichiara solennemente.
La nostra è una cultura che ha proclamato: occorre uccidere l'immagine di un Dio-Padre perché possano crescere uomini adulti, perché la libertà non sia più alienata dai suoi problemi e bisogni reali.
Questa morbosa gelosia per una libertà indipendente, che caratterizza il nostro mondo, non è una realtà del tutto nuova.
In una malintesa espressione della libertà fonda le sue radici il primo peccato, il peccato originale.
Secondo la visione biblica essa è la prima e più radicale tentazione dell'uomo: diventare come Dio, conoscitori del bene e del male ( Gn 3,5 ).
Essa ha percorso tutta la storia umana.
Paolo, dopo aver fatto un immenso affresco di questa storia, afferma che per tale pretesa autonomia "tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio" ( Rm 3,23 ).
La nostra epoca sembra rinverdire, in forme nuove, una tensione che è antica quanto il mondo dell'uomo.
Il mistero del peccato, la sua origine e le sue conseguenze, vengono così illustrate dal vescovo Melitone di Sardi ( II sec. ):
"L'uomo, che per sua natura è capace sia del bene che del male, come la zolla della terra che accoglie il seme buono e il seme cattivo, diede ascolto a un consigliere ostile e ingordo: mettendo mano all'albero trasgredì il precetto e disobbedì a Dio.
E così si trovò gettato fuori in questo mondo come in un carcere di condannati …
In questa situazione, chi si rallegrava era il peccato, il quale come complice della morte, le apriva la strada nell'anima degli uomini …
Ogni carne cadeva sotto il peccato, ogni corpo sotto la morte, e ogni anima era scacciata dalla sua dimora di carne …
L'uomo in catene era trascinato nell'ombra della morte, mentre il soffio della vita giaceva abbandonato.
Ecco quale fu la ragione per cui il mistero della Pasqua si è compiuto nel corpo del Signore".
( Omelia sulla Pasqua, 48-56 )
Indice |