Io ho scelto voi |
All'uomo prigioniero di se stesso Paolo annuncia con gioia: "Non c'è più nessuna condanna per quelli che sono in Cristo Gesù.
Poiché la legge dello Spirito che dà vita in Cristo Gesù ti ha liberato dalla legge del peccato e della morte" ( Rm 8,1-2 ).
Gesù risorto, per sempre vivo presso Dio, si fa contemporaneo e presente ad ogni uomo attraverso lo Spirito.
E lo Spirito la radice e la fonte della nostra libertà, perché "dove c'è lo Spirito del Signore c'è libertà" ( 2 Cor 3,17 ).
Lo Spirito fa rivivere e mantiene salda dentro di noi la parola di Gesù.
È questa Parola viva che ci apre la strada della libertà: "Se rimanete fedeli alla mia parola, sarete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi" ( Gv 8,31-32 ).
Ed è ancora lui che opera efficacemente nel segno del Battesimo.
Nello Spirito infatti siamo divenuti "figli", ad immagine di Gesù ( Gv 3,5 ).
È passata l'angoscia di una libertà affidata a se stessa, facile preda di ogni tipo di schiavitù, ed è subentrata una libertà serena, che sa di non poter venire meno, perché è riposta nelle mani di Dio-Amore, che è fedele: "E voi non avete ricevuto uno spirito da schiavi per ricadere nella paura, ma avete ricevuto uno spirito da figli adottivi per mezzo del quale gridiamo: "Abbà, Padre!".
Lo Spirito stesso attesta al nostro spirito che siamo figli di Dio" ( Rm 8,15-16 ).
Ecco la libertà nuova, che scopre il suo fondamento al di fuori di sé.
Essa si riconosce gioiosamente come un dono dello Spirito, e per la sua presenza si sente finalmente sicura delle proprie possibilità.
Così la libertà non è più il sogno riservato solo ai forti e ai capaci.
Anche là dove gravi handicap fisici e psichici, pesanti condizionamenti della storia e dell'ambiente, la stessa prospettiva ultima della morte possono far disperare della presenza e delle disponibilità della libertà, essa riemerge nella sua realtà più vera, come dono gratuito dell'amore di Dio.
Alla potenza del suo dono non possono fare da argine neppure i più pesanti limiti umani.
L'unico tragico argine può essere solo peccato, il rifiuto cosciente e libero dell'uomo.
Certo questa radice della libertà è costretta sempre ad esprimersi entro le possibilità limitate della nostra storia.
La pienezza della libertà senza barriere ci è possibile solo nella speranza.
Ma le resistenze che troveremo, le realizzazioni sempre parziali che scaturiranno dal nostro impegno, non ci abbatteranno.
Sono il banco di prova e di maturazione per la nostra fede e per la speranza nella libertà: "Sappiamo bene infatti che tutta la creazione geme e soffre fino ad oggi nelle doglie del parto; essa non è la sola, ma anche noi, che possediamo le primizie dello Spirito, gemiamo interiormente aspettando l'adozione a figli, la redenzione del nostro corpo.
Poiché nella speranza noi siamo stati salvati" ( Rm 8,22-24 ).
Troppe ideologie, sistemi e costumi di vita si propongono oggi come autentiche vie di liberazione dell'uomo.
Come orientarsi? La Chiesa illumina questo nostro tempo richiamando l'uomo all'origine e al fine della libertà.
"L'uomo può volgersi al bene soltanto nella libertà, quella libertà cui i nostri contemporanei tanto tengono e che ardentemente cercano, e a ragione.
Spesso però la coltivano in malo modo, quasi sia lecito tutto purché piaccia, compreso il male.
La vera libertà, invece, è nell'uomo segno altissimo dell'immagine divina.
Dio volle, infatti, lasciare l'uomo "in mano al suo consiglio".
Perciò la dignità dell'uomo richiede che egli agisca secondo scelte consapevoli e libere, mosso cioè e indotto da convinzioni personali, e non per cieco impulso interno o per mera coazione esterna.
Ma tale dignità l'uomo la ottiene quando, liberandosi da ogni schiavitù di passioni, tende al suo fine con libera scelta del bene, e si procura da sé e con la sua diligente iniziativa i mezzi convenienti". ( Gaudium et spes, 17 )
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