Io ho scelto voi

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Noi ti lodiamo e ti benediciamo

Contemplare, lodare, ringraziare il Signore è, senza dubbio, una preghiera difficile.

Difficile perché chiede che fissiamo lo sguardo su Dio stesso, l'invisibile fonte di ogni bellezza e di ogni gioia.

Difficile perché, se vogliamo impararla e gustarla fino in fondo, esige un vero cammino di purificazione, di distacco anche dal succedersi delle vicende della vita.

Si pensa spesso che la preghiera di contemplazione, di lode e di ringraziamento sia legata a momenti belli, in qualche modo particolari della vita.

Questo è vero solo in parte.

Non si può aspettare una notte stellata, la visione di una meraviglia del creato, un evento felice per pregare.

Tutta la vita è un dono.

Se le vicende umane a volte la oscurano, essa non cessa di essere il segno grande dell'amore di Dio per noi.

Occorre saper guardare e contemplare la grandezza di Dio nella nostra stessa fragilità e soprattutto nella capacità sempre nuova che egli ci dona di rinascere ad ogni nostro insuccesso.

Il mondo che ci circonda è pieno di mistero.

Tutto in questo mondo è di Dio, anche noi stessi: è lui il Creatore di tutto e il Signore della storia.

Riconoscere la sua grandezza e il nostro essere creature, il suo amore e il nostro bisogno di essere salvati ci apre alla contemplazione del suo mistero.

È lui tutto l'amore, la bellezza, la libertà, la vita che ci attrae, ci genera e ci sostiene.

Di fronte al mistero, il cammino della preghiera si sviluppa lungo alcune tappe.

Il nostro cuore si apre anzitutto allo stupore.

Tutto ci parla di Dio: noi per primi, che ne siamo l'immagine, posta nel giardino della creazione per esserne custodi, secondo il disegno che egli vi ha iscritto.

Il misterioso disegno della creazione e della storia induce alla lode: "Tua, o Signore, è la forza, tua è la gloria, tua la potenza!".

Quello che noi siamo, quello che il Padre chiede che diveniamo è un progetto grande, in cui emerge con sempre maggiore chiarezza la nostra povertà, il nostro essere "piccoli", nelle sue mani.

Dalla lode nasce la riconoscenza, il ringraziamento: dire grazie con la parola, ma soprattutto con la vita, permettendo al Signore di prenderne pieno possesso.

Ringraziare è infatti questo: lasciarsi possedere, perché la vita che Dio ha creato cresca e sia sempre più sua.

Ma anche nei momenti difficili della vita, quando ci avvolge il mistero del male, nel centro della nostra sofferenza, io non è lontano o estraneo: la presenza del suo amore redime ogni male, anche la morte, come egli ha mostrato nella croce del suo Figlio.

Anche quando tutto crolla in noi o attorno a noi, c'è quindi un mistero da contemplare e una presenza d'amore per cui rendere lode e ringraziare.

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