Io ho scelto voi |
Tutte le speranze che si muovono nella direzione di Gesù sono state da Dio dichiarate autentiche: "il Figlio di Dio, Gesù Cristo che abbiamo predicato tra voi, io, Silvano e Timòteo, non fu "sì" e "no" ma in lui c'è stato il "sì".
E in realtà tutte le promesse di Dio in lui sono divenute "sì".
Per questo sempre attraverso lui sale a Dio il nostro Amen per la sua gloria.
È Dio stesso che ci conferma, insieme a voi, in Cristo, e ci ha conferito l'unzione, ci ha impresso il sigillo e ci ha dato la caparra dello Spirito nei nostri cuori" ( 2 Cor 1,19-22 ).
In Cristo possiamo finalmente giudicare quali sono le attese vere e quelle false.
Siamo in grado di valutare i desideri realizzabili e quelli destinati alla frustrazione e alla delusione completa.
Dio però non si limita ad indicare la strada che la nostra speranza può percorrere.
Egli offre ai nostri cuori, deboli e timorosi, la potenza del suo Spirito.
Lo Spirito ci rassicura che non siamo più soli.
Mentre, con fatica, muoviamo i passi verso i grandi traguardi della speranza, Dio è con noi, diventa la nostra forza e ci fa già pregustare la gioia della realizzazione piena.
La paura del futuro, gli ostacoli che incontreremo, gli imprevisti della vita, persino il peccato, non riescono più a disarmarci e a farci incrociare le braccia.
Anche quando l'ombra della morte ci minaccia e, nella malattia, incontriamo il dolore, Dio non ci abbandona: attraverso la Chiesa, nell'Unzione degli infermi, egli dona forza e sollievo a chi è nella sofferenza, a chi si avvicina al termine di questa vita, perché l'angoscia e il male siano vinti e non venga meno la speranza.
Il Dio che ha detto "sì" al progetto umano costruito in Gesù, non ci abbandonerà in nessun momento della nostra crescita.
Con l'apostolo Paolo, siamo sicuri di poter gridare: "Se Dio è per noi, chi sarà contro di noi?…
Io sono infatti persuaso che né morte né vita, né angeli né principati, né presente né avvenire, né potenze, né altezza né profondità, né alcun'altra creatura potrà mai separarci dall'amore di Dio, in Cristo Gesù, nostro Signore" ( Rm 8,31.38-39 ).
La Chiesa, nel tempo di Pasqua, invoca dal Padre il dono dello Spirito, nella certezza che la vittoria di Cristo sui peccato e sulla morte è I inizio di un mondo nuovo, in cui poter vivere, nella libertà, o la pienezza dell'amore.
"O Padre, che nel giorno del Signore raduni il tuo popolo per celebrare colui che è il Primo e l'Ultimo, il Vivente che ha sconfitto la morte donaci la forza del tuo Spirito, perché spezzati i vincoli del male, ti rendiamo il libero sevizio della nostra obbedienza e del nostro amore, per regnare con Cristo nella gloria". ( Messale Romano, II domenica di Pasqua, Colletta anno C )
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