Evang. e sacramento del matrimonio  

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L'inpegno della Chiesa in Italia per la Evangelizzazione del Sacramento del Matrimonio

Contestualmente con l'approvazione del documento la XII Assemblea Generale della C.E.I. ha preso le seguenti deliberazioni conclusive.

I. - Criteri fondamentali della Pastorale Matrimoniale

1. - Il sacramento del Matrimonio rappresenta un momento decisivo della missione evangelizzatrice della Chiesa in Italia.

Il Matrimonio è infatti strettamente collegato ai sacramenti della iniziazione cristiana, poiché trova il suo fondamento nel Battesimo ed esplicita la vocazione battesimale; ha la sua ricchezza vitale nella Confermazione, dopo dello Spirito; il suo permanente sostegno nella Penitenza e il suo alimento nella Eucaristia.

Esso fonda, inoltre, una comunità primaria, che, come chiesa domestica, ha parte insostituibile nella missione della salvezza e nella testimonianza evangelica in mezzo al mondo.

Insieme al sacramento dell'Ordine, íl Matrimonio è costante punto di riferimento per la edificazione e la vita della comunità cristiana.

2. - Di qui la necessità che l'esposizione della fede e dell'insegnamento della Chiesa circa il Matrimonio e la conseguente opera evangelizzatrice in ordine alla preparazione, alla celebrazione del sacramento e alla vita coniugale che da esso procede, impegnino in modo organico e permanente ogni comunità ecclesiale, con la partecipazione di tutte le sue componenti e con il servizio di tutti i ministeri e doni, dei quali il Signore l'ha dotata.

Tale necessità è oggi particolarmente incalzante ed urgente per il contesto socio-culturale, che tenda ad affievolire, anche nei cristiani, la coscienza della dimensione religiosa e sacramentale del Matrimonio, e ne corrode i valori fondamentali.

3. - Perché il credente o chi è agli inizi nel cammino della fede o ne è sinceramente alla ricerca, possa accogliere con fiducia, senso di responsabilità e speranza la realtà consolante ed esigente del Matrimonio cristiano, e possa a sua volta annunciarla coraggiosamente al mondo, si rende necessaria una specifica evangelizzazione sul Matrimonio come sacramento, cioè come segno e strumento di liberazione e di salvezza integrale.

4. - In tal modo potrà compiersi, negli individui e nelle comunità, quel cambiamento di mentalità o conversione, alla quale il Vangelo continuamente sospinge; e la celebrazione del Matrimonio sarà il risultato di un itinerario di fede nella Chiesa e al tempo stesso il punto di partenza e di sostegno per un nuovo cammino ecclesiale.

Del resto, solo con una cosciente impostazione sacramentale della pastorale matrimoniale, la Chiesa potrà vivere la sua obbedienza e fedeltà al messaggio evangelico sul Matrimonio e sull'amore coniugale.

È una fedeltà alla quale la Chiesa non può rinunciare, anche se il suo annuncio da alcuni non è compreso e da altri è rifiutato.

Ma anche in questa situazione di contraddizione, che fa riscontro a quella registrata dal Vangelo proprio a proposito del Matrimonio indissolubile ( cfr. Mt 9,3-12 ), la Chiesa sa di contribuire in modo originale e insostituibile al bene della stessa società civile, la quale viene così richiamata ai valori irrinunciabili della realtà matrimoniale.

5. - Come ogni altra forma secondo cui si esprime e si attua l'azione pastorale, anche quella relativa al sacramento del Matrimonio dovrà rispondere ad alcuni criteri fondamentali che scaturiscono dalla natura stessa della missione salvifica della Chiesa di Gesù Cristo nel mondo.

Tali criteri possono essere così riassunti:

- Il criterio dell'ecclesialità.

Chi opera nell'ambito della pastorale cristiana non propone un proprio progetto, ma il progetto di Dio sul Matrimonio; non manifesta le sue personali convinzioni ma comunica la fede e l'insegnamento autentico della Chiesa, operando in comunione con la Gerarchia e il Popolo di Dio.

- Il criterio dell'esistenzialità.

La fedeltà piena al disegno di Dio chiede che l'opera pastorale sia attenta alle situazioni storiche e alle concrete condizioni in cui sono inseriti e agiscono gli uomini di oggi.

- Il criterio dell'organicità.

La vocazione matrimoniale non è qualche cosa di aggiuntivo o di complementare alla comune vocazione battesimale, ma ne costituisce una esplicitazione e un arricchimento in ordine ad un particolare stato di vita e di missione.

Per questo la pastorale del Matrimonio deve inserirsi organicamente nella permanente azione educativa che la Chiesa svolge per lo sviluppo della vocazione cristiana nelle sue diverse specificazioni.

- Il criterio della gradualità.

La comunità ecclesiale, mentre annuncia la grandezza della vocazione cristiana degli sposi e delle famiglie, deve sostenerle nella loro missione di testimonianza, e nel loro cammino verso la santità.

Considerando con pazienza e comprensione evangelica le lentezze e gli insuccessi dei suoi fedeli la Chiesa li aprirà di continuo alla speranza della quotidiana conversione e li sospingerà verso la piena fedeltà al comando del Signore, con il sostegno della sua grazia.

- Il criterio della formazione permanente.

La celebrazione del sacramento del Matrimonio è il momento forte di un itinerario che incomincia là dove inizia la vita cristiana e si conclude solo quando essa finisce: per questo è anche un tempo punto di arrivo e di partenza nella vita e nella missione della famiglia cristiana.

II. - Deliberazioni

Si richiedono, pertanto, alcune scelte pastorali di fondo che la Chiesa in Italia è chiamata a compiere in modo unitario e convergente, consapevole della gravità del momento ma anche illuminata e sostenuta, nella speranza, dalle attese dei fedeli e dalle prospettive aperte dal Concilio.

1. - La Chiesa in Italia decide, anzitutto, di dare alla pastorale matrimoniale e familiare un posto del tutto particolare nella sua missione evangelizzatrice, impegnando più intensamente tutti i credenti, ed in speciale modo i pastori, i teologi, i diaconi, i catechisti, le associazioni ad una azione coordinata e costante.

In questa opera di evangelizzazione e catechesi verso i nuclei familiari deve essere valorizzato soprattutto il ministero dei coniugi cristiani.

2. - Sia chiaramente affermata e riconosciuta la necessità e la conseguente obbligatorietà di una adeguata preparazione al sacramento del Matrimonio.

In tale prospettiva:

a) siano valorizzati i colloqui dei fidanzati col parroco da premettere alla celebrazione del Matrimonio.

Oggetto di tali colloqui a carattere catechetico e pastorale dovrà essere in molti casi la riscoperta o l'approfondimento dei dati essenziali della fede.

Pertanto i nubendi saranno invitati a presentarsi al parroco alcuni mesi prima della celebrazione del sacramento e il parroco rilascerà un attestato della avvenuta preparazione da allegare ai documenti per il Matrimonio;

b) siano promossi e utilizzati i corsi di preparazione al Matrimonio, rivolti all'approfondimento non solo dei valori umani della vita coniugale e familiare, ma anche e soprattutto degli aspetti propri del sacramento e del conseguente impegno cristiano;

c) in relazione alla mobilità sociale e alla migrazione interna e esterna, si incrementi la collaborazione fra le Chiese locali, le parrocchie e le missioni per gli emigrati all'estero, ai fini di un'azione unitaria e di un reciproco aiuto fra comunità variamente interessate nella preparazione dei nubendi;

d) siano avviate in ogni diocesi, in forma organica e permanente, esperienze di itinerari catecumenali per la preparazione al Matrimonio, cosicché tali esperienze diventino in prospettiva forma esemplare di evangelizzazione del Matrimonio cristiano.

3. - L'azione della Chiesa per l'evangelizzazione del sacramento del Matrimonio non può svolgersi isolatamente, prescindendo da una catechesi e da una formazione permanente alla mentalità di fede e all'impegno vocazionale.

Le diocesi italiane decidono, perciò, di inserire l'evangelizzazione del Matrimonio in un'opera educativa globale, in cui ogni forma e stato di vita cristiana sia presentato come vocazione e missione, seguendo lo sviluppo delle diverse età.

4. - La Chiesa in Italia si impegna ad offrire, a tutti i livelli e in tutte le sue strutture diocesane, parrocchiali e associative, i mezzi idonei per una adeguata preparazione al Matrimonio e per una attenzione continua alle coppie e alle famiglie in ordine alla loro vita di fede e alla loro missione nella Chiesa e nel mondo.

5. - Nel rispetto della creatività e delle concrete possibilità delle Chiese particolari, in ogni diocesi, o gruppo di diocesi, vi sia uno specifico Organismo per la promozione della pastorale familiare collegato con gli altri organismi della Chiesa locale:

- finalizzato ai diversi valori e momenti della pastorale matrimoniale;

- aperto alla collaborazione di sacerdoti, religiosi, laici, e in particolare di coppie di sposi;

- impegnato specialmente nella scelta e nella formazione di operatori pastorali.

6. - Nella preparazione teologica e pastorale dei futuri presbiteri, così come nella formazione permanente e nell'aggiornamento del clero, dei religiosi e delle religiose, si curi lo studio del Matrimonio, con specifico riferimento alla sua dimensione sacramentale.

Sia sollecitato un più forte impegno delle Facoltà teologiche, degli Istituti di pastorale, dei Centri e delle Scuole di teologia nel l'approfondimento dei vari aspetti teologici ed antropologici del Matrimonio e della famiglia, con particolare attenzione ai problemi dottrinali e pastorali posti dalle coppie che vivono in situazioni irregolari o difficili.

III. - Raccomandazioni e voti

1. - Vengano promossi all'interno della comunità cristiana e delle sue associazioni, gruppi di fidanzati e di sposi.

Si operi pastoralmente perché divengano:

- luogo di crescita nella fede e nella spiritualità propria dello stato coniugale;

- momento di apertura alla vita parrocchiale e comunitaria;

- stimolo al servizio pastorale nella Chiesa e all'impegno nella società civile.

2. - Sostenuti dalle Chiese locali e collegati con gli altri organismi della pastorale familiare, sorgano a livello diocesano, o almeno interdiocesano, o regionale, Consultori familiari professionalmente validi e di sicura ispirazione cattolica.

Nello stesso tempo si sappiano valorizzare, con spirito di apertura e di discernimento, i contributi offerti, anche agli stessi cristiani, dai Consultori già esistenti.

Adeguate forme di collaborazione e di collegamento potranno essere studiate e gradualmente realizzate.

3. - Le comunità cristiane siano illuminate e responsabilizzate per un atteggiamento di dialogo e di aiuto nei riguardi sia dei fidanzati non credenti sia delle coppie in situazioni irregolari o difficili.

4. - Si auspica la costituzione, a cura dell'Autorità ecclesiastica, di un Istituto superiore di scienze della famiglia, finalizzato alla ricerca interdisciplinare e all'aggiornamento degli operatori pastorali, specialmente sotto il profilo delle scienze antropologiche.

Roma, 20 giugno 1975.

+ Antonio Card. Poma Presidente

+ Enrico Bartoletti Segretario Generale

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