Eucaristia, comunione e comunità  

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Conclusione

114. Testimoni del Regno nel mondo

L'Eucaristia ci conduce a investire nella nostra missione cristiana quella tensione spirituale e morale che deve animare ogni impegno temporale del cristiano: l'attesa della seconda venuta di Cristo.

Il nostro compito è quello di lavorare nel mondo, per aprirlo al Regno di Dio.

L'Eucaristia a questo ci spinge e per questo ci dà forza.

Nello stesso tempo però essa ci impedisce di assolutizzare le realtà terrene e ogni conquista umana, e ci rimanda sempre in avanti verso una meta che resta dono da attendere nella speranza.

È questa speranza che il mondo oggi chiede ai cristiani.

In forza di questa speranza, siamo chiamati, anche in mezzo alle presenti difficoltà, a conservare il senso consistente e sereno della vita, come ricorda l'Apostolo: « Non siate pigri nello zelo; siate invece fervidi nello Spirito, servite il Signore.

State lieti nella speranza, forti nella tribolazione, perseveranti nella preghiera, solleciti per le necessità dei fratelli, premurosi nell'ospitalità ( Rm 12,11-13 ).

115. Non è certo una attesa passiva e tanto meno alienante quella a cui l'Eucaristia ci invita.

Gesù, nelle parabole cosiddette della « vigilanza », presenta gente attiva, dinamica, avveduta e intraprendente.

In esse vengono raccomandate la perseveranza e la necessità di tenersi pronti per il futuro, mettendo a frutto i talenti ricevuti e rifornendo di olio la lampada. ( Cfr. Mt 25,1-30 )

Questo saper resistere e durare nella sofferenza e nella pazienza è un fondamentale atteggiamento di fortezza e di perseveranza, capace di sviluppare mirabili energie di rinnovamento spirituale e di trasformazione del mondo.

Eppure ogni passo avanti, ogni fatica, ogni conquista storica, ogni impegno nel presente non può che avere un valore relativo rispetto al compimento futuro, che rimane dono imprevedibile di Dio.

Tutto va giudicato sulla base delle istanze radicali del Vangelo.

È nel segno del Regno e della croce dunque che l'Eucaristia ci immette nel mondo, e ci impegna a gettare la vita in memoria di Lui, per essere coscienza critica e fermento continuo di novità e di progresso umano.

Allora ogni impegno diverrà concreta partecipazione al mistero della morte e risurrezione di Cristo, in attesa che Egli sia « tutto in tutti ». ( Col 3,11 )

Roma, 22 maggio 1983 - Domenica di Pentecoste

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