Il rinnovamento Liturgico |
Negli anni successivi al Concilio, la Chiesa ha prodotto uno sforzo davvero storico, sottoponendo a completa revisione tutto il patrimonio di riti e di testi ereditato dalla tradizione.
Le diverse celebrazioni sono state riportate, per quanto possibile, alla loro genuina struttura:
molti elementi ormai lontani dalla sensibilità contemporanea sono stati lasciati cadere;
altri, invece, che avevano conservato tutto il loro valore, ma che avevano finito nel corso dei secoli con il rimanere sommersi in un complicato ritualismo, hanno ritrovato il dovuto risalto;
altri, infine, sono venuti ad arricchire il patrimonio tradizionale apportandovi il contributo della cultura e della sensibilità degli uomini del nostro tempo,3
Frutto di questo imponente lavoro è innanzi tutto la serie completa dei nuovi libri liturgici che offrono al popolo di Dio uno strumento idoneo, ancorché perfettibile, per un rinnovamento profondo e autentico del culto della Chiesa e della vita liturgica delle comunità e dei singoli fedeli.
Sebbene sia prematuro azzardare una valutazione definitiva dell'opera intrapresa, i cui frutti maturi si potranno cogliere solo tra qualche generazione, è tuttavia possibile offrire riflessioni per un bilancio del lavoro fatto e dei risultati già conseguiti, alla luce dell'esperienza di questi primi anni di rinnovamento.
Tra i punti all'attivo si possono indicare i seguenti:
- l'impegno, mantenuto fedelmente, di completare entro un numero di anni ragionevolmente breve la promulgazione di quasi tutti i nuovi libri liturgici, dotati, ciascuno, di importanti « introduzioni » teologico-pastorali;
- l'adozione praticamente universale delle nuove forme liturgiche da parte dei presbiteri e delle comunità;
- il favore assai vasto che la Liturgia, così rinnovata, semplificata nella forma e resa più intelligente con l'adozione della lingua volgare, ha incontrato presso comunità e singoli fedeli.
Esistono tuttavia dei nodi ancora irrisolti, tra i quali ricordiamo:
- l'adozione dei nuovi libri e dei nuovi riti non è sempre stata accompagnata da un proporzionato rinnovamento interiore nel vivere il Mistero liturgico e da quell'aggiornamento culturale teologico e pastorale che la riforma avrebbe invece richiesto:
- talvolta si ha l'impressione che un nuovo formalismo, forse meno appariscente ma ugualmente infecondo e illusorio, stia sostituendosi all'antico.
In altri casi invece si è dovuta lamentare una smania poco motivata per cambiamenti ingiustificati;
- non sembra che l'assemblea abbia preso ovunque coscienza della propria funzione nell'azione liturgica.
I fedeli spesso appaiono ancora o relegati o attestati nella posizione puramente passiva di ascoltatori-spettatori-fruitori di un atto che altri ( presidente o ministro ) svolge per loro e davanti a loro.
Proprio per rendere più stabili i risultati conseguiti e per ridare impulso e slancio all'opera di rinnovamento voluta dal Concilio, i vescovi rivolgono a tutti, pastori e fedeli, a ciascuno secondo le rispettive responsabilità, questa Nota pastorale.
Lo fanno dopo attenta valutazione dell'esperienza di questi venti anni di riforma e dopo aver preso visione dei risultati dell'inchiesta promossa dalla Commissione Episcopale per la Liturgia sulla situazione della riforma liturgica in Italia, presentati alla XX assemblea della CEI nell'aprile del 1982.
Al di là delle diverse valutazioni degli esperti, tali risultati consentono di avere una conoscenza meno approssimativa della situazione e di individuare i punti sui quali gli interventi pastorali si rivelano più urgenti.
Con questa Nota pastorale i vescovi intendono indicare alcuni aspetti della riforma liturgica che ancora richiedono un'attenta riflessione e un particolare impegno, senza tuttavia pretendere di trattare tutti gli argomenti che pur meriterebbero approfondita considerazione.
Lo fanno nella consapevolezza dell'importanza che la pastorale liturgia riveste per quel programma di rinnovamento di tutta la vita cristiana che il Concilio Vaticano II ha promosso e intrapreso.4
Indice |
3 | Cfr. Principi e Norme per l'uso del Messale Romano 9,12 |
4 | Sacrosanctum Concilium 43; cfr. Inter Oecumenici. 4-8 |