Chiesa e lavoratori nel cambiamento  

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Conclusione

Questo nostro documento è stato scritto nel tempo del V° anniversario della Laborem exercens:

alla forza del suo insegnamento,

alla luce dei suoi principi etici,

alle sue proposizioni spirituali si è ispirato il nostro riflettere.

In questi cinque anni la Laborem exercens ha risvegliato energie, creato interesse, provocato alla solidarietà.

A Giovanni Paolo II vogliamo esprimere la gratitudine di tutta la Chiesa italiana e confermargli la nostra docile e gioiosa adesione ad essere strumenti per l'annuncio di quell'impegnativo « Vangelo del lavoro » per l'uomo moderno che è l'Enciclica Laborem exercens.

Abbiamo visto

come il cambiamento in atto non sia di poco conto tanto a livello strutturale che culturale;

come si sia accentuato l'intreccio fra innovazioni tecnologiche e sistema produttivo con riflessi di ordine quantitativo e qualitativo sul lavoro;

come siano cresciute le interconnessioni internazionali ed i nodi riguardanti la qualità dello sviluppo;

come risultino più pronunciate le polarizzazioni sociali e territoriali;

come si sia diffusa una cultura individualistica e competitiva che si riflette in ideologie e politiche.

In questo cambiamento così profondo la Chiesa, serva del Vangelo del lavoro, lavora per la centralità della persona umana nella convinzione che solo così il lavoro può essere riscattato dal pericolo di essere ridotto a merce, a forza anonima, a esaltazione della macchina.

La Chiesa crede nell'uomo e nella possibilità che tutti gli uomini esperimentino e godano del lavoro come di un bene universale, qual è nel progetto di Dio.

Questo Vangelo del lavoro è messo nelle nostre mani, è affidata alle nostre labbra, vuole incarnarsi nella nostra vita, affinché il mondo veda e creda ( cf. Gv 17,21 ).

Roma, 17 gennaio 1987

La Comm. Ep. per i problemi sociali e il lavoro

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