Catechismo di S. Pio X |
Per fare una buona comunione sono necessarie tre cose:
1° essere in grazia di Dio;
2° sapere e pensare chi si va a ricevere;
3° essere digiuno dalla mezzanotte.
Essere in grazia di Dio significa avere la coscienza monda da ogni peccato mortale.
Chi si comunica sapendo d'essere in peccato mortale, riceve Gesù Cristo, ma non la sua grazia, anzi, commettendo un orribile sacrilegio, si rende meritevole di dannazione.
Sapere e pensare chi si va a ricevere significa accostarsi a Nostro Signor Gesù Cristo nell'Eucaristia con fede viva, con ardente desiderio e con profonda umiltà e modestia.
Prima della comunione si richiede il digiuno naturale ossia totale, che si rompe con qualunque cosa presa a modo di cibo o di bevanda.
La comunione a chi non è digiuno, è permessa in pericolo di morte, e durante le lunghe malattie, nelle condizioni determinate dalla Chiesa.
C'è obbligo di ricevere la comunione ogni anno a Pasqua, e in pericolo di morte, come viatico che sostenti l'anima nel viaggio all'eternità.
L'obbligo della comunione pasquale comincia all'età in cui si è capaci di farla con sufficienti disposizioni, cioè, d'ordinario, circa i sette anni.
È cosa ottima e utilissima comunicarsi spesso, anche tutti i giorni, purché si faccia sempre con le dovute disposizioni.
Dopo la comunione Gesù Cristo resta in noi finché durano le specie eucaristiche.
L'Eucaristia, in chi la riceve degnamente, conserva e accresce la grazia, che è la vita dell'anima, come fa il cibo per la vita del corpo; rimette i peccati veniali e preserva dai mortali; dà spirituale consolazione e conforto, accrescendo la carità e la speranza della vita eterna di cui è pegno.
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