27 giugno 1965
Anche la scorsa settimana non ha recato confortanti notizie per questa preghiera, che quasi ci obbliga a fare il bollettino spirituale.
I fatti non lieti li conosciamo.
Ma vi sono due maniere di giudicare l'andamento del mondo, specialmente quando esso non è confortante;
c'è la maniera della rassegnazione fatalistica, che non vede rimedio, o che cerca il rimedio negli avvenimenti stessi sperando che da sé si mettano a posto;
e vi è la maniera che spera;
spera sempre nell'intervento della Provvidenza, anche se questo intervento non porta segni prodigiosi, ma si riveste del gioco felice delle circostanze umane,
e spera nella buona volontà di chi dirige le cose, nel merito di chi soffre o nell'efficacia di chi prega.
Perciò la nostra speranza si appoggia ancor più alla nostra preghiera: essa si fa ora più viva e fiduciosa; e, rivolta com'è alla Madre celeste, non potrà essere delusa.
Perciò, preghiamo.