5 settembre 1965
Non possiamo distogliere il Nostro pensiero dai luoghi devastati dalle alluvioni di questa stagione, in Italia e in altri Paesi, a Roma specialmente, da quelli ieri da Noi visitati.
I luoghi ci mostrano, oltre le loro tristi condizioni, le persone, le tante persone colpite da questa sventura.
E con loro le vittime del ghiacciaio di Mattmark, e le loro piangenti famiglie.
Pregheremo oggi per tutti questi fratelli, nel lutto, nella rovina e nel dolore.
Ma pregheremo per tutti coloro - Autorità e persone private - che si sono prodigate, in queste tremende circostanze, a portare soccorso e conforto.
È grande consolazione vedere come queste pubbliche calamità suscitino reazioni ammirabili di bontà, di coraggio, di generosità e come esse aprano il cuore a meglio conoscere e a soccorrere validamente quelli che sono nella disgrazia, nel bisogno, nell'indigenza e nel pericolo.
È questa una conseguenza buona e positiva, che nasce da circostanze penose e deprecabili, ma, per grazia di Dio, non vane almeno per accrescere la solidarietà sociale, la generosità civile, la carità cristiana.
Perciò per le vittime e per i loro soccorritori preghiamo Maria, consolatrice degli afflitti.