1 novembre 1966
Che direste, Figli carissimi, che direste se Noi oggi, festa dei Santi, vi ripetessimo, da questa finestra, il grande messaggio di Cristo sul monte, il discorso delle beatitudini?
« Beati i poveri in ispirito, perché di loro è il regno dei cieli …
Beati coloro che piangono, perché saranno consolati …
Beati i puri di cuore, perché essi vedranno Dio … ».
Forse direste che parole così sacrosante si dicono e si ascoltano in chiesa, durante la celebrazione dei misteri di parola e di grazia che ci rendono presente Cristo stesso.
È vero; ma se là si dicono e si ascoltano, dappertutto si pensano e si vivono.
Ed è questo il senso pratico di questa bellissima festa: la vocazione universale alla santità, di cui il Concilio ci ha dato solenni insegnamenti.
Bisogna tutti, bisogna sempre essere santi.
E questo lo ricordiamo qui, in faccia al panorama del mondo, perché di santi, diciamo, di santi soprattutto, il mondo ha bisogno.
Ricordiamolo con ardimento e con umiltà, invocando l'aiuto della Regina dei Santi.