13 novembre 1966
Oggi doveva essere la « Giornata del Ringraziamento » per l'annata agraria, e Noi l'abbiamo poco fa ricordato alla Basilica di San Sebastiano.
Ma non possiamo liberare il Nostro animo dal pensiero della grande calamità, che ha devastato tante regioni d'Italia, tante città, tanti tesori d'arte e di cultura, tante laboriose campagne.
Ancora diamo espressione al Nostro rammarico: per le vittime, per i danneggiati, per i sofferenti e per tante rovine.
E ancora esortiamo quanti hanno cuore umano e cristiano a offrire ogni possibile soccorso di simpatia, di opera, di denaro e di quanto occorre a così vasta e molteplice necessità.
La raccolta promossa oggi in ogni chiesa d'Italia dalla Conferenza Episcopale trovi nei fedeli generosa risposta.
Noi sappiamo quanto è stato fatto dalle Autorità e da tutti si fa, e sosteniamo col Nostro elogio chi si prodiga per lenire i mali di tanta sventura.
Ma ancor più che soccorso materiale Noi oggi auguriamo ad un popolo provato da questa sciagura di non accrescerla esasperando gli animi già sofferenti con odi politici e con polemiche irritanti, ma auguriamo di cercare nella fede e nella maturità civile le virtù di quest'ora grande ed amara: il coraggio, la pazienza, l'unione, e soprattutto la bontà e la speranza.
Ci sia dolce e spontaneo chiedere alla Madonna queste virtù.