23 luglio 1967
Vi chiediamo, Figli carissimi, di accompagnare con i vostri voti e con le preghiere il viaggio, che in questa settimana, a Dio piacendo, intendiamo fare in Turchia, per incontrarCi - dopo aver reso omaggio alle più alte Autorità di quella Nazione - col Patriarca ortodosso Atenagora, e per visitare Efeso, una delle sedi celebri dei primi Concili Ecumenici.
Le notizie, che Noi abbiamo circa il terremoto di ieri in alcune località della Turchia, sono per fortuna meno gravi, anche se dolorose, di quelle diffuse subito dopo il luttuoso avvenimento, che non sembra dover impedire il Nostro viaggio.
Al quale viaggio, se mai, si aggiunge una nota di vivissima commiserazione per le vittime del terremoto e di maggior simpatia per il Paese provato da questa sciagura.
E si qualifica il Nostro viaggio tanto di più come un gesto di deferenza e di considerazione per quella Nazione;
e rimane un nuovo passo sul lungo e difficile sentiero della comunione da ristabilire fra la Chiesa cattolica e quella ortodossa;
uno stimolo cioè alla fede e alla carità nell'anno commemorativo del Martirio degli Apostoli Pietro e Paolo.
Seguiteci, dicevamo, col vostro cuore e con le vostre orazioni.