8 ottobre 1967
Poco fa, qui nella Basilica di S. Pietro, è stata proclamata Beata un'umilissima Religiosa, Maria Fortunata Viti, una Conversa benedettina di Veroli, vissuta fino all'età di novantacinque anni, e morta nel 1922.
Beata vuol dire che nella vita di questa povera Monaca sono state riconosciute tante grazie e tanti meriti da autorizzare la Chiesa a dichiarare che l'anima di Maria Fortunata è in Paradiso, anche se ancora non le è accordato qui in terra un culto pubblico e universale.
E vuol dire che davanti a Dio e per l'eternità ciò che conta non sono i valori di questo mondo, ma solo quelli della santità, cioè quelli della grazia e della virtù.
Dobbiamo godere con la Chiesa, Figli carissimi, nel vedere che ancora su questa terra crescono fiori di santità; e dobbiamo auspicare che non manchino alla nostra società esempi di perfezione religiosa e morale, come questo.
E non mancano di fatto, anche se non ricevono riconoscimenti ufficiali.
Ma noi dobbiamo rallegrarci con le anime buone e coraggiose che ci offrono il conforto e lo stimolo delle virtù evangeliche.
È festa oggi: specialmente per voi, Religiose; per voi, Monache e Suore e anime generose, che tutto date al Signore, alla Chiesa, al mondo per amore di Cristo.
Perché cresca di numero e di santità la vostra schiera sarà oggi la nostra orazione alla Regina Virginum.