7 gennaio 1968
Giungono fino a Noi, in questa domenica dedicata alla sacra Famiglia in cui Cristo nacque, crebbe bambino, poi giovane artigiano, gli echi delle vostre famiglie, gli echi lieti, innocenti e chiassosi della Befana; e Ci riempiono il cuore di tenerezza gioconda.
Com'è bella la pura letizia dei fanciulli, com'è educativa la vivacità dei loro giuochi buoni e sereni, com'è provvida la cura di quanti, genitori e maestri, riempiono gli anni dell'infanzia di affezione, di vigilanza, di sapienza, che scoprano all'uomo che cresce l'arte di vivere bene e di distinguere bene i veri valori e i veri pericoli della vita.
Lasciate che anche Noi, con semplicità di fanciullo e con cuore di padre, Ci associamo alle piccole feste delle vostre famiglie e che benediciamo le vostre case, i papà e le mamme e tutti i vostri figliuoli, grandi e piccini.
Un pensiero Ci turba, ed è l'irriverenza, è lo scandalo a cui la nostra fanciullezza, la nostra gioventù sono così gravemente esposte, a causa della stampa immorale, che esibisce con procace licenza, un po' dappertutto Ci dicono, le immagini impressionanti e le storie eccitanti della pornografia e del vizio.
Abbiamo saputo delle oneste e vigorose reazioni, che, in questi giorni, sono insorte contro questo dilagante e disonorante malanno; e vogliamo anche Noi incoraggiare quanti hanno a cuore la bellezza morale della nostra gioventù a difenderla saggiamente e fortemente.
A questo fine sia oggi specialmente la nostra preghiera.