28 gennaio 1968
Nel tumulto degli avvenimenti tristi di questi giorni pochi forse hanno ascoltato, come conveniva, la voce dei Vescovi italiani, la quale si è pronunciata in due documenti molto importanti,
uno sugli studi teologici e il magistero della Chiesa,
l'altro sui doveri dei cattolici nella società civile.
Siccome questi due documenti toccano da vicino la cultura e l'attività del popolo cristiano, sono d'interesse generale, e riguardano la maturità spirituale e morale di questa Nazione, a voi e a Noi molto cara, non solo li raccomandiamo alla vostra intelligente attenzione, ma ne facciamo oggi tema intenzionale della nostra domenicale preghiera,
affinché abbiano a produrre quei frutti religiosi e civili, che ne hanno ispirato la pubblicazione ai vostri Vescovi, ai vostri Pastori, responsabili della tutela e del progresso della vita cattolica in un Paese cattolico, come è, e come, per suo onore, per sua fortuna, per suo dovere, dev'essere l'Italia;
e ciò al di sopra di interessi contingenti, nel riconoscimento d'una duplice libertà, quella dello studio delle questioni religiose, e quella di assumere nella vita civile l'orientamento più conforme al bene comune;
e l'una e l'altra libertà non schiava di pregiudizi, non cieca, non indifferente alla luce superiore ed orientatrice dei valori cristiani.
Sono documenti che meritano d'essere conosciuti e suffragati dalla nostra invocazione orante per la loro provvida validità.
E con questo non dimenticheremo ancora le vittime della Sicilia tormentata dal terremoto, e ancora incoraggeremo con i Nostri voti quanti coraggiosamente e pietosamente cercano di portare conforto e soccorso ai fratelli provati da tanta afflizione.