3 marzo 1968
Vi sono tante voci piuttosto tristi e amare, che giungono a noi dal mondo in questi giorni; ma noi ascolteremo la voce della Chiesa che ci richiama oggi, prima domenica di Quaresima, alla concezione militante della vita cristiana.
Essa ci ricorda le difficoltà in cui il cristiano è destinato a vivere; ci ricorda, fra le peggiori difficoltà, le seduzioni che lo circondano, le tentazioni della scelta delle vie facili, delle vie conformi agli istinti, alle passioni, agli interessi immediati della nostra natura debole, complessa e corrotta.
E insieme la Chiesa ci presenta l'esempio di Cristo, Lui pure assalito dalle lotte dello spirito, ma resistente e vittorioso.
Per essere buoni, per essere uomini, per essere cristiani bisogna essere forti; bisogna conservare la lucidità di giudizio, che ci viene dal pensare onesto e dalla parola di Dio.
Bisogna essere indipendenti dalle suggestioni, che ci vengono dai tre nemici classici dell'uomo: il demonio, la carne, il mondo.
Vi è il pericolo oggi che si dissolvano i buoni ideali,
generati dall'esperienza tremenda dei dolori e degli errori sofferti dalla precedente generazione,
l'ordine civile,
nella giustizia,
nella concordia,
nella libertà,
nella pace.
Rinnoviamo i nostri propositi di virile bontà, e chiediamone al Signore, pregando, la forza e la grazia.