17 marzo 1968
Il nostro pensiero va oggi alla gioventù.
Abbiamo nel cuore una grande tristezza per le agitazioni che, in varie parti d'Italia e qui a Roma specialmente, la sconvolgono, e per i disordini che ne derivano.
Ma abbiamo altresì grande fiducia per la generosità, di cui i giovani sono capaci, quando sono guidati da ideali buoni e alti.
Gli Alpini, confluiti oggi a Roma, ce lo ricordano; domani, se verranno su questa piazza, li saluteremo anche Noi e li benediremo.
E poi Ci consola sapere che proprio in questi giorni si tiene a Roma un significativo convegno, nel quale s'incontrano gli esponenti delle due organizzazioni giovanili cattoliche nazionali, quelli della Gioventù di Azione Cattolica, che ha celebrato testé il suo glorioso centenario dalla fondazione, con le rappresentanti della Gioventù Femminile di Azione Cattolica, della quale tutti sanno la fervida animazione.
È gioventù questa che vuole impegnarsi nell'attività concreta e forse modesta, ma veramente rinnovatrice, delle comunità locali della Chiesa e della società civile, nell'aperta testimonianza della loro fede e della lealtà del loro servizio ai bisogni del mondo moderno.
È un segno che Ci piace considerare come promessa d'un dinamico superamento morale della incertezza e della malavoglia, che disorientano e fiaccano tanta parte delle nuove generazioni.
Preghiamo per queste, e preghiamo per la nostra gioventù serena e forte, che nel nome di Cristo prepara con fiducia un migliore avvenire.