24 marzo 1968
Ci dicono che sono tra voi i Mutilati e Invalidi del lavoro, in onore dei quali si celebra oggi una giornata con cui la società vuole dimostrarsi riverente al loro dolore, riconoscente al loro sacrificio e premurosa per una loro adeguata assistenza.
Noi siamo molto sensibili a questo pio ed affettuoso interessamento rivolto ai Mutilati ed Invalidi del lavoro; e di cuore rivolgiamo loro il Nostro cordiale saluto, come pure incoraggiamo coloro che si dedicano all'assistenza morale e professionale di questa categoria di cittadini, i quali, nel compimento del loro dovere, spesso tanto arduo e rischioso, sono stati menomati da ferite non meno gravi per le membra del corpo, che nella loro vita morale, familiare e sociale.
Rivolgiamo a queste vittime del lavoro e perciò della civiltà il nostro pensiero, con un sentimento di profondo rispetto e di cordiale solidarietà, augurando a questi fratelli che essi possano essere ricuperati a qualche forma di attività, che consenta ad essi di occupare degnamente un posto nella società e di provvedere in sufficiente misura ai propri bisogni e a quelli delle loro famiglie.
Viene a noi una lezione di « cuore » da questa celebrazione, una lezione umana e cristiana che vale anche per tanti altri malanni del nostro mondo.
Una lezione che ci fa soffrire, ma che ci fa buoni.
E la Madonna, salus infirmorum, avrà oggi con queste intenzioni la nostra preghiera.