28 aprile 1968
Quest'oggi vi ricordiamo l'intenzione che la Chiesa mette, in modo speciale, nelle sue preghiere e nelle sue attività: le vocazioni, cioè il reclutamento di anime giovani e forti, che si consacrano al culto di Dio e al servizio spirituale e caritativo della comunità cristiana.
La quale comunità, ch'è poi la Chiesa nella sua concreta ed efficiente compagine, ha molto bisogno, quantitativo e qualitativo, di fratelli e di sorelle che, lasciando ogni cosa, dànno la loro vita per l'amore del regno di Dio.
Come sapete, oggi cresce la necessità e diminuisce il numero di questi figli e di queste figlie, che fanno della loro vita un'oblazione, un sacrificio.
È una questione assai grave e assai importante, che riguarda l'interesse di tutti e la responsabilità di tutti, in modo diverso, ma con comune solidarietà, come ha detto anche il recente Concilio.
Ed è questione che si risolve con la cooperazione familiare e ambientale di tutti quanti amano la Chiesa e il bene del mondo:
bisogna onorare, favorire, rispettare le vocazioni, sia ecclesiastiche che religiose; sia maschili che femminili;
e bisogna almeno che tutti preghiamo, affinché il misterioso incontro della voce divina, che chiama, silenziosamente, ma potentemente, gli eletti alla sequela di Cristo, con la loro voce timida e coraggiosa, che risponde:
- Sì, vengo -, si ripeta e si moltiplichi ai nostri giorni, per nostro onore cattolico e nostra fortuna spirituale.
Così pregheremo oggi.