30 giugno 1968
Questa sera, su questa Piazza, saremo « Ecclesia », cioè assemblea, riunione, comunione di presenti e di credenti; e Noi stessi, con altri Confratelli in rappresentanza di Roma e della cattolicità sparsa su tutta la terra, concelebreremo la santa Messa.
Sarà alle 19,30.
E Noi personalmente faremo, anche in nome del Popolo di Dio, un'ampia e solenne professione del nostro Credo, a conclusione dell'« Anno della Fede »; in memoria e ad onore del XIX centenario del martirio dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, nostri maestri e nostri protettori.
Invitiamo voi tutti ad essere, almeno col cuore, presenti e partecipanti a questo umile, esplicito e forte atto di fede.
Sembrerà forse a qualcuno che esso sia un po' lungo e difficile; ma si tratta semplicemente d'una parafrasi del Simbolo di Nicea, quello che si recita o si canta nelle nostre Messe consuete.
Solo che lo abbiamo voluto rendere più diffuso per confortare nei credenti la certezza e la chiarezza della fede comune e tradizionale.
Non vi stupisca perciò la durata e la complessità di questa Nostra professione di fede; essa dice la ricchezza, la profondità, la delicatezza delle verità, che la rivelazione divina ci ha dato la somma fortuna di conoscere.
L'oggetto della nostra fede è vasto, è copioso, è smisurato, come un panorama aperto al nostro sguardo.
Ma l'atto del nostro spirito, lo sguardo, potremmo dire, che abbraccia e contempla questo panorama delle verità della fede, è semplice e facile; e tutti, i più piccoli per primi, sono capaci di compiere bene l'atto di fede.
Si tratta di dire di si alla parola di Dio,
di aderire col pensiero e col cuore alla persona di Cristo, Maestro e Salvatore,
di accettare con fiduciosa semplicità ciò che la Chiesa, custode gelosa e interprete fedele della rivelazione divina, ci propone da credere.
Questo sì è ciò che a tutti e a ciascuno di noi è domandato; ed è un sì che ci fa discepoli di Cristo, e ci prepara nella presente certezza e nella presente oscurità della fede alla visione futura e beata della vita eterna.
Coraggio perciò a far nostro questo sì decisivo e vivificante; e ci aiuti a farne il centro della nostra esistenza terrena Colei che sopra tutti credette, Maria, prima anche nella fede.