21 luglio 1968
Non possiamo godere di questo estivo soggiorno ristoratore, né scambiarci gli auguri sinceri delle vacanze senza pensare alle condizioni inquiete e minacciose del mondo e specialmente ad alcuni punti della terra, dove ancora infierisce la guerra e dove le sofferenze di intere popolazioni sono diventate molto gravi, e in alcune regioni si sono fatte così spaventose, che l'opinione pubblica mondiale si è destata, piena di deplorazione e di orrore.
Alludiamo al Biafra specialmente, la bella regione orientale della Nigeria, che anni or sono Noi avemmo la fortuna di visitare, incontrando gente svegliata alla civiltà, in pieno sviluppo civile, culturale e religioso.
Non possiamo pensare a quella gente buona e laboriosa ora sconvolta dalla guerra civile e morente di fame e di stenti, senza profondo dolore.
Abbiamo anche Noi, mediante le Nostre opere caritative, accanto alla Croce Rossa e ad altre iniziative benefiche, mandato aiuti in alimenti e medicine, quanto potevamo, con difficoltà e rischi e spese non poche.
Ma è sempre poca cosa al confronto dei bisogni.
Abbiamo anche Noi per di più interposto fra le parti in contesa la Nostra voce invocante di pace; e speriamo non invano!
Così la situazione del Viet-Nam Ci pesa sempre sul cuore.
Così quella del Medio Oriente, mentre ancora altri motivi di inquietudine rendono grave l'ora presente.
Ma non spegniamo il lume della speranza, unendo i Nostri voti a quelli di coloro che lavorano per ristabilire la giustizia, la concordia, la libertà fra i popoli.
Per questa causa, che deve suscitare la solidarietà degli uomini buoni e saggi, Noi alziamo fraternamente la nostra voce, e qui la rendiamo. preghiera a Dio per ottenerle efficacia salutare.