15 dicembre 1968
Si avvicina il Natale, Figli carissimi,
e Noi fin d'ora ve lo auguriamo buono, sereno, raccolto nei buoni pensieri e nella riflessione dell'umiltà e della povertà, con cui il Signore, Maestro fin dal primo giorno, ha voluto fare il suo ingresso nel mondo.
I valori, propri di questo mondo, orgoglio, ricchezza, piacere … non sono per Lui.
Egli ce ne insegna subito il distacco e ce ne ricorda il pericolo.
Dobbiamo riflettere su questi primi e fondamentali insegnamenti del Signore, per non lasciarci travolgere dall'illusione che quei beni, terreni ed effimeri, abbiano il segreto della felicità, e meritino i sommi posti nelle nostre aspirazioni.
Faremo bene, specialmente in questa ricorrenza, che diffonde dappertutto i segni, spesso eccessivi e provocanti, del benessere economico, a ricordarci dei Poveri, che sono per noi l'immagine viva di Cristo bisognoso del nostro soccorso e degno del nostro amore.
Ciascuno si faccia grato dovere, in omaggio al Natale, di onorare e di consolare qualche Povero con un segno di fraternità.
Non rifiutiamo la nostra attenzione alla lezione sul mistero della Povertà che il Signore ci dà dal Presepio, con un realismo di esempi molto eloquenti e molto esigenti; Egli subito, se lo ascoltiamo, ci conforta col dono interiore della sua gioia e con quello della sua pace.
Maria, al centro di questa festività, di questo mistero, ci aiuti a comprendere e ben celebrare il Natale di Cristo.