29 dicembre 1968
Non possiamo sottrarci alle riflessioni, che l'impresa spaziale testé compiuta solleva nelle menti degli uomini.
E indubbiamente il ripensamento di questo fatto singolarissimo sarà utile al progresso della coscienza umana,
sia per ricordarle le proporzioni sbalorditive dell'universo rispetto alla nostra infima piccolezza,
sia per disporla a concepire la vita terrestre in termini più esatti e più comunitari,
e sia per risvegliare il senso del mistero della vita umana, dei suoi destini e dei suoi rapporti con l'Essere primo, trascendente e sovrano, da cui il cosmo deriva la sua esistenza e la sua segreta finalità.
È questa una grande meditazione, a cui la nostra formazione religiosa ci ha preparati.
Abbiamo anche Noi ammirato la preghiera di Frank Borman,1 il primo dei tre astronauti, prima della sua partenza per il viaggio interplanetario.
E abbiamo ricordato la celebre frase del pensatore francese: « Per lo spazio, l'universo mi comprende e mi inghiotte come un punto; per il pensiero, io lo comprendo » ( Pascal, Pensées 104 ).
La statura dell'uomo, nel prodigioso confronto col cosmo, risulta immensamente piccola e immensamente grande.
Il mistero cristiano, che si posa sull'uomo, mette in evidenza da sempre questa duplice dimensione del nostro essere, e rende il nostro pensiero pronto alle vertiginose considerazioni dell'esperienza cosmica.
Con una conseguenza che ci consola e che ci esalta: la necessità del concetto di Dio, della sua esistenza e della sua conoscenza s'impone con maggiore forza, e irrompe nella mentalità angusta ed empirica, che spesso ci facciamo della Divinità, per dilatare all'infinito il nostro infantile pensiero, per stimolarlo a ripetere con senso nuovo e profondo la semplice, sublime, insuperabile invocazione evangelica: « Padre nostro, che stai nei cieli ».
E Maria, profetessa del Magnificat, ci aiuti a questo celeste e terrestre linguaggio.
1 | Comandante della navicella Apollo 8, preghiera recitata nello spazio il 25 dicembre 1968 « Concedici, o Dio, di vedere il tuo amore nel mondo, nonostante il fallimento degli uomini. Dacci la fede per confidare nella Tua bontà, nonostante la nostra ignoranza e debolezza. Dacci la conoscenza. Perché noi possiamo continuare a pregare con cuore consapevole, e mostraci quello che ciascuno di noi può fare per favorire l'avvenimento del giorno della pace universale. Amen ». |