2 febbraio 1969
Ecco oggi la Candelora: una festa religiosa che conclude il periodo del Natale, e festa popolare che merita ancora d'essere capita e vissuta:
essa onora nell'incomparabile ed insieme materna figura di Maria non soltanto una purificazione legale della maternità, com'era prescritta nell'antico Testamento, ma una purezza reale e virginale, così singolare, così esemplare da offrire al mondo un modello stupendo, un'immagine tipica, l'« idea », com'è detto nella liturgia ambrosiana.
Un simbolo familiare offerto oggi ai fedeli ce la ricorda e a noi la avvicina:
un'umile candela, di pura cera, a significare, con la sua fiammella luminosa,
una innocenza, come quella della Madonna, esistenziale,
una bellezza,
un'eleganza,
uno stile, vissuti nell'integrità dei sentimenti e della condotta,
un amore candido e vero, che si dona e si consuma diffondendo d'intorno a sé luce, calore e gioia.
È un simbolo estremamente semplice, come vedete; ma significativo e istruttivo per noi,
che, purificati dal battesimo come siamo, dobbiamo avere quasi connaturato il senso della dignità della persona umana, anima e corpo;
e che dobbiamo difendere e restaurare nella società contemporanea, scivolante verso un neo-paganesimo,
il rispetto e il gusto dell'onestà del costume, ora insidiata e offesa dalla decadenza edonistica e licenziosa di tante manifestazioni della vita moderna.
Rivolgiamo lo sguardo e il cuore a Maria purissima, come alunni intelligenti e come figli devoti, e procuriamo noi stessi di diffondere, ciascuno nell'ambito suo proprio, un'irradiazione limpida e sincera di purezza e di bellezza cristiane.
Così Ella, la Madre di Cristo, ci aiuti.