30 marzo 1969
Per quanti hanno il senso della vita orante della Chiesa, oggi, Domenica delle Palme, è un giorno spiritualmente decisivo.
Si tratta cioè di decidere
se riconosciamo Gesù come il vero e unico Messia,
se lo accettiamo, lo celebriamo e lo seguiamo, come Egli veramente è,
come il Cristo, come l'inviato da Dio, Dio Lui stesso, Figlio del Padre,
venuto nel mondo,
per dargli la luce,
la scienza della vita,
per redimerlo dalle sue colpe,
per salvarlo,
per infondere negli uomini credenti una speranza nuova,
un principio divino di vita, che vincerà la morte e ci farà degni della sua risurrezione, la nostra felice sorte finale.
In una parola sola: si tratta di decidere se vogliamo « fare la Pasqua ».
Questa domenica, che precede quella solenne della Pasqua, dovrebbe infonderci perciò una nuova psicologia,
quella della conversione innanzi tutto;
e poi quella del sentirci cristiani, cioè seguaci coerenti e coraggiosi di Cristo, affrancati dalla indifferenza, dall'apatia, dalla paura d'essere cristiani;
e desiderosi d'essere tali nell'amore di Dio e nell'amore del prossimo, degli umili e dei poveri specialmente.
Tutto ciò, come vedete, è molto serio, è molto importante, per ciascuno di noi; e poi per tutta la società in cui viviamo, e che è nostra; nostra anche se ci procura talvolta disagi ed amarezze; perché in essa, ch'è il nostro prossimo, dobbiamo trovare quel Cristo che andiamo cercando e celebrando.
Preghiamo un po' la Madonna, che ci aiuti a fare bene la Pasqua, così.