1 giugno 1969
Questa finestra è diventata per noi un osservatorio sul mondo.
Veramente oggi non vi è bisogno di aprire la finestra, né tanto meno questa, per avere la visione del quadro del nostro tempo; basta un giornale, basta la radio o la televisione.
Ma questo nostro sguardo ha per noi un valore speciale; quello di ravvivare nel nostro spirito l'interesse che noi abbiamo per le persone, per i fatti, per le condizioni del nostro mondo, un interesse vivissimo; non curioso, ma doveroso; non di un osservatore estraneo, ma di Chi ha l'obbligo, un obbligo primario, di vigilare, l'obbligo pastorale che lo pone in mezzo alla gente e agli avvenimenti.
Abbiamo, Figli carissimi, la passione della vita, della vostra vita, anche se questa Nostra presenza, così diretta e così vivace, è consapevole dei limiti e delle forme della sua competenza, la competenza spirituale.
Ma questa basta per stabilire un rapporto fra Noi e la scena, che di quassù Ci si presenta, cioè che osserviamo con gli occhi del Nostro ministero, un rapporto molto sensibile, molto affettuoso, molto vicino alla realtà della vita vissuta.
Abbiamo oggi davanti a Noi un ricordo, quello di venticinque anni fa, quando proprio di questi giorni questa piazza si riempiva di popolo, del popolo di Roma, che dopo la liberazione della Città acclamava con spontanea totalità Pio XII, Nostro venerato predecessore, come suo difensore e riconosceva quanto il Papa vuol sempre bene a questa Urbe fatidica.
Abbiamo poi presente anche Noi la triste storia dei tecnici italiani in Africa, per la cui sorte Noi pure ci siamo interessati.
Davanti a Noi sono ora le torbide sommosse della carissima America Latina,
e i conflitti che turbano tante regioni della terra; come le tre guerre che non finiscono mai: Vietnam, Palestina, Nigeria;
e poi le agitazioni sociali e politiche disseminate un po' dappertutto;
e poi gli avvenimenti importanti che orientano le sorti delle Nazioni, come oggi le elezioni in Francia e le conferenze internazionali gravide di tante questioni generali; ecc.:
e vediamo anche le tante cose buone e belle, che sono sulla scena del nostro tempo; sì, anche queste, e con tanta compiacenza e tanta speranza.
E tutto guardiamo con grande cuore, e tutto, pregando, affidiamo al paterno governo della Provvidenza di Dio.