8 marzo 1970
Diamo a questo tempo l'importanza che merita rispetto alla nostra vita religiosa e morale.
Questa domenica è ormai il preludio della prossima e sempre grande celebrazione pasquale.
I motivi del dramma redentore sono già presenti nell'antica e nella nuova liturgia della Chiesa, e si faranno via via più espliciti fino a costituire nella settimana santa i temi veri e propri della Pasqua sacrificale e rinnovatrice.
È sempre un'ora piena di significato e di grazia, questa, per noi credenti, un'ora « forte ».
E lo è per la corrispondenza fra quell'ora tragica e sublime che Gesù definì la « sua ora », la sua Pasqua, e questa nostra ora presente, la nostra Pasqua, che riflette e rivive in noi il mistero doloroso e glorioso della salvezza operata dal Signore.
Questo rispecchiarsi della Pasqua di Gesù nella nostra Pasqua non avviene che a due condizioni:
cioè una nostra pensosa e decisa volontà, che nel linguaggio popolare si dice « fare la Pasqua »;
e l'intervento d'un ministero autorizzato, d'un servizio sacerdotale, che possiede la virtù prodigiosa di attualizzare per noi non solo la memoria spirituale, ma il mistero reale altresì della Pasqua del Signore.
Non vi facciamo ora una predica, ma una raccomandazione, anche essa duplice:
una per ciascuno di voi, affinché ciascuno di voi voglia « fare la Pasqua » con autentica coscienza cristiana;
l'altra raccomandazione è per la dignità e per l'efficienza del ministero sacerdotale, « dispensatore dei misteri di Dio ».
Vorremmo che aveste a pregare per i Sacerdoti in questi giorni, per la loro santità, per la loro fedeltà, per la loro esclusiva e totale dedizione al vostro servizio.
Il Popolo di Dio deve avere, nei suoi Sacerdoti, pastori e maestri, servitori e animatori santi, tutti per lui e tutti di Cristo; né estranei alle sfide, ai bisogni, alle sofferenze del Popolo, né confusi alle forme profane e agli interessi secolari.
Pregate per i Sacerdoti, e aiutateli ad essere veri ministri di Dio e veri ministri vostri.