7 maggio 1970
La pace, ancora la pace, in questi giorni pieni di tristi vicende e di più tristi presagi, la pace è al vertice dei Nostri pensieri:
la pace nel mondo,
la pace fra i popoli,
la pace fra i cittadini,
e infine la pace negli animi.
Si direbbe che quanto più l'ideale della pace s'impone nella logica della civiltà e penetra nella coscienza dell'umanità, tanto più fragile ne diventa la realtà.
E forse oggi, anche più che il contrasto degli interessi,
è l'antagonismo delle ideologie che la minaccia,
è la gara di potenza dei mezzi di distruzione,
è la confusione dei concetti di potere e di giustizia,
è l'infatuazione per la lotta sistematica,
è la mancanza di un saldo riferimento a principii morali superiori, quali solo dal riconoscimento di Dio e dalla parola d'umanità del Vangelo possono derivare.
Ancora si manifesta l'ambiguo atteggiamento del mondo verso la pace, e quindi la sua incapacità a dare a se stesso quella tranquillità dell'ordine, di cui esso ha fondamentale bisogno.
Ma noi cristiani non dobbiamo mai disperare.
Procuriamo di essere noi per primi instancabili promotori di giustizia e di pace.
Dalla gloria, che oggi celebriamo, di Cristo asceso nella vita celeste ci viene tanta speranza!
Confortiamola con la nostra preghiera alla dolce e forte Regina della pace.