2 agosto 1970
A Voi tutti presenti, e anche a quelli che a Piazza san Pietro sono collegati e ci ascoltano, il Nostro saluto e il Nostro augurio domenicale con la cordiale e paterna Benedizione.
Il Nostro pensiero in questo momento è attirato da un tema particolare.
Non possiamo dimenticare che ieri è piamente deceduto il Cardinale Giuseppe Pizzarda, Vescovo del titolo di questa Chiesa suburbicaria di Albano, Sotto Decano del S. Collegio, al quale apparteneva fino dal dicembre 1937.
Era, sì, molto vecchio: aveva 93 anni; ma aveva lavorato per tutta la vita fino alla più tarda età, e con proverbiale intensità e rapida sollecitudine in vari uffici della Curia Romana,
prima come Sostituto della Segreteria di Stato,
poi come Segretario agli Affari Straordinari, Segretario del Santo Uffizio,
e lungamente Prefetto della S. Congregazione dei Seminari e delle Università.
Ebbe la fiducia dei Papi, a cominciare da Papa Benedetto XV, e tutti li servì con grandissima dedizione.
Fu lui che ci chiamò, nel lontano novembre del 1921, al servizio della Santa Sede e ci fu poi per diversi anni superiore diretto.
Molte istituzioni lo ebbero indefesso promotore e guida, e di moltissime e gravi questioni fu sempre occupata la sua instancabile e frettolosa attività, tutta rivolta al bene della Chiesa.
Dobbiamo raccomandare al Signore questo suo servitore, che non conobbe riposo in questa vita, e che perciò tanto più merita riposo e ricompensa nell'altra, di cui egli ha ora varcata la soglia misteriosa.
L'esempio di questo insigne uomo di Curia ci tenterebbe a fare qualche apologia di questa Curia Romana, l'organismo complesso, e più semplice di quanto non si creda, al servizio del Papa e della Chiesa, della causa di Cristo e della pace nel mondo,
mentre oggi è facile e frequente farne bersaglio di critiche sospettose e spesso infondate ed ingiuste;
e nonostante limiti e difetti umani, l'onore della verità e quello dei nostri collaboratori meriterebbero questa apologia.
Ma ci basta segnalare alla vostra considerazione anche questo bisogno della Chiesa, quello d'una Curia Romana, che sia oggi sempre più cosciente e capace della sua missione, tutta composta di persone valenti e tutte pervase dello Spirito di Cristo, e votate in umiltà e in carità alla affermazione, alla difesa e alla diffusione della fede cattolica nel tempo e nel mondo.
Così Maria, madre della Chiesa, ci assista e ci aiuti.