4 ottobre 1970
Oggi ascoltiamo con letizia la voce dei Santi, quella di San Francesco d'Assisi, - è la sua festa -, che da Greccio ci parla di Gesù che nasce, piccolo e povero fratello nostro, e dalla Verna di Gesù che per noi muore crocifisso, e alla fine ci fa ascoltare, come egli ne è l'amico e il poeta, il cantico delle creature.
E ascoltiamo commossi la voce verginale e squillante di S. Caterina da Siena, oggi dichiarata Dottore della Chiesa, che dalle sue estasi e dalle sue imprese ci grida: sangue e fuoco; il Sangue di Cristo e il fuoco dello Spirito di Lui.
Entrambi questi due Santi segnati dalle stimmate della Passione, entrambi mistici, entrambi apostoli, entrambi Patroni d'Italia e luminari del mondo, entrambi innamorati riformatori e difensori di questa santa Chiesa romana e cattolica.
Voci lontane le loro?
voci di altri secoli e ormai spente per la nostra storia presente e futura?
O piuttosto voci che la penetrano ancora oggi e le annunciano ciò ch'essa più attende di scoprire: il senso profondo della realtà umana, stirpe di Dio, degradata dal peccato e redenta da Cristo, solo necessario e sufficiente alla nostra salvezza, maestro dell'amore per tutti?
Un'immensa dolcezza oggi inonda la Chiesa, una specie di estasi, di poesia e di bontà.
Questi Santi, più sono grandi e singolari, e più sono nostri fratelli, che ci prendono per mano e ci confortano a salire per i difficili sentieri della vita interiore e della carità per gli uomini fratelli.
Pax et bonum, mormora Francesco; Gesù dolce, Gesù amore, sospira Caterina: tendiamo l'orecchio, e ascoltiamoli.
Forse occorre coraggio.
Lo diciamo a noi Romani, che tanto dobbiamo a questi Santi; lo diciamo a Voi, fedeli di Assisi sparsi per tutto il mondo.
A Voi lo diciamo, fortunati figli di Siena.
Coraggio e letizia: e sia con noi la Madonna fortissima e dolcissima.