8 dicembre 1970
Questa festività dell'Immacolata ci deve essere molto cara, per le grandi verità religiose ed umane, che essa ci obbliga a ricordare:
sulla sorte della natura umana, degradata dal peccato originale,
sulla necessità della redenzione operata da Cristo,
e sul prodigio unico e splendido che è toccato a Maria, quello di essere preservata, sempre per merito di Cristo,
dalla contaminazione della macchia ereditaria, propria della generazione umana,
e d'essere perciò immacolata,
perfettissima,
purissima,
ottima come nessun altro,
pura e candida,
come una vera creatura innocente in cui si rispecchia con limpidezza di cristallo il pensiero ideatore e creatore di Dio.
Chi è innamorato della bellezza umana e la va cercando nelle sue espressioni genuine o sofisticate, sempre deluso di trovarla pari all'idea, che essa dovrebbe realizzare, deve sostare nell'ammirazione e nel gaudio di poter salutare in Maria la bellissima, la veramente bella, la « tota pulchra », non foss'altro per la formula di bellezza completa, totale, l'unica veramente e pienamente, che in Maria si attesta realizzata.
E cercando il segreto di questo splendore ci si accorge che esso non è soltanto estetico, ma è insieme morale e spirituale; è bellezza perché santità.
La grazia è la più alta bellezza dell'anima.
Questo ci consola e ci istruisce assai.
Nel mistero dell'Immacolata ci è dato non solo il modello sublime della bellezza, ma il criterio altresì della bellezza stessa, che avevamo smarrito, e che, senza di esso, cerchiamo, talora a nostra confusione e a nostro danno, nelle espressioni o puramente estetiche e sensibili o sensuali e volgari, oggi spesso coonestate da una consueta licenza, ma non per questo non meno corrotte e corruttrici.
Ritorniamo a Maria, all'umile e virginea figura della benedetta fra le donne;
riaccendiamo la nostra pietà per l'immacolata Madre di Cristo;
confortiamo il nostro proposito, auspice Maria, di onorare in ogni persona e in ogni immagine la dignità dell'anima e del corpo dell'uomo;
e confidiamo in Maria, in cui veneriamo la forma primigenia dell'ideale umano, che in noi deve essere restaurato per Cristo suo Figlio.