13 dicembre 1970
È bello che sia un giorno di festa e di gioia, e che i doni siano il segno della bontà e della letizia che deve caratterizzare questa festa, tanto umana e gentile.
Ma evitiamo lo spreco; e ricordiamo che intorno a noi e nel mondo vi sono ancora tanti poveri, tanti bisognosi che difettano spesso del necessario, mentre noi godiamo del superfluo.
Ed è anche bello vedere che il Natale sveglia tante iniziative di beneficenza, tanto senso di umanità e di fraternità.
Noi vi vogliamo incoraggiare a favorire questi gesti di spontaneo e generoso interesse verso chi soffre, o stenta, o meno possiede; verso i bambini specialmente, i baraccati, gli ammalati, i carcerati, i disoccupati, gli abbandonati.
Il motivo del Natale dà tanto a chi offre, come a chi riceve il senso cristiano della solidarietà, il gusto della carità, del volersi bene perché Cristo ci ha voluto bene.
Così il Natale ha un riflesso sociale di grande importanza;
diventa principio e simbolo di un alto costume civile, che Noi auguriamo sia avvertito ed apprezzato in una società che si dice democratica,
in cui spesso invece la libertà sembra favorire la formazione di grossi egoismi collettivi,
incuranti del bene comune e dell'ordine sociale,
mentre la difesa e la promozione d'ogni legittimo interesse dovrebbero contenersi nel rispetto dei diritti altrui.
Fa pena osservare la provocazione di simili disordini, quasi che da essi possa alla fine sortire un autentico vantaggio sociale.
Manchiamo forse di questo senso di simpatia e di amore comunitario, che appunto il Natale ridesta e diffonde.
Operiamo allora e preghiamo affinché il Natale ce ne dia nuova e felice esperienza.
Maria ci assista.