3 gennaio 1971
Noi abbiamo ancora una grande riserva di auguri da farvi per il nuovo anno, che domandiamo al Signore per voi buono e felice, e per tutti sotto il segno della giustizia e della pace.
Ma sono tanti gli annunci di sciagure, che hanno rattristato il mondo in questo ultimo tempo, che ci sembra dovere di umana pietà e di cristiana carità proporre alle intenzioni di questa preghiera domenicale il pensiero per i morti e per i vivi coinvolti in queste gravi disgrazie.
Come dimenticare le vittime innumerevoli dell'alluvione del Pakistan e gli infelicissimi superstiti?
Come non avere oggi presenti i morti e i feriti della spaventosa sventura di ieri allo stadio di Ibrox Park a Glasgow?
e i naufraghi del motopeschereccio Rodi di S. Benedetto del Tronto?
e i cinque fratelli periti nell'incendio di Savino?
e i minatori sepolti nella miniera del Kentucky?
e gli uccisi nelle sommosse della Polonia?
Né possiamo dimenticare gli scomparsi dei disastri aerei di questi giorni, due dei quali nel Mediterraneo.
E poi quanti e quanti morti e feriti nei tanti incidenti della circolazione stradale, che hanno rattristato la serenità delle feste natalizie!
E abbiamo sempre nel cuore i colpiti, ogni giorno, dalle due guerre ancora sanguinanti dell'Estremo e del Medio Oriente.
Quanti altri lutti e quanti altri dolori!
Non può un animo cristiano rimanere insensibile a queste sventure e alle sofferenze che ne derivano, così gravi e così ripetute, proprio in giorni di festa e di letizia comune.
Bisogna che sia comune anche la compassione.
Bisogna che sia confortata in chi piange e in chi assiste una nuova speranza, e che la pena per umane calamità sia fonte di nuove energie morali, per virtù della croce e della morte di quel Salvatore, del quale abbiamo in questi giorni commemorato la nascita gaudiosa.
Ci sia propizia la Madonna dolente e consolatrice.