9 maggio 1971
La nostra finestra si apre oggi non sopra una folla immobile, ma sopra un lungo e folto corteo in movimento.
Chi siete, amici?
E donde venite e dove andate?
Qual è il motivo della pacifica, ma fervida marcia?
Voi ci avete fatto sapere che siete cittadini d'ogni Paese progredito, d'ogni lingua, d'ogni età, d'ogni tendenza; voi siete gli aderenti al movimento così detto delle « Mani tese », cioè siete i promotori d'una « campagna d'informazione internazionale, per suscitare uno sforzo decisivo in favore dei Paesi in via di sviluppo ».
Vediamo le vostre cinquanta bandiere, che dimostrano come anche in altre città del mondo si sta snodando la vostra concorde e pubblica manifestazione; 650 marce, ci dicono, si svolgono in molte altre Nazioni.
Ammiriamo codesto avvenimento.
Esso è un segno eloquente d'una nuova coscienza che sta maturando nel mondo,
quella dell'unità del genere umano,
quella della solidarietà fra i Popoli della terra,
quella della non più tollerabile sperequazione fra Nazioni benestanti e Nazioni che sono in via di faticoso sviluppo;
quella infine della necessità umana e cristiana
che alle mani tese di queste Nazioni bisognose di aiuto fraterno rispondano le mani tese delle Nazioni che, volendo, con generosità e con disinteressato amore possono offrirlo.
Voi venite dalle profondità ormai aperte di questa coscienza moderna, e voi andate verso le necessità non meno aperte e profonde dell'umanità, cosciente essa pure che una superiore giustizia internazionale deve ottenere per via di sapienza civile e di amore spontaneo quanto occorre alle nuove comunità nazionali per la loro liberazione dal bisogno e per la loro elevazione al livello del comune progresso.
Questo, ch'è semplice e chiaro alla vista dei giovani vaticinatori dell'avvenire, è difficile a compiersi, perché richiede qualche sensibile sacrificio in chi possiede.
Noi pure, con altri, più competenti e più potenti di Noi, da qualche anno lo andiamo dicendo, e ancora lo diremo, procurando di dare Noi stessi, sebbene sprovvisti di consistenti risorse economiche, almeno qualche simbolico ed effettivo esempio.
Ma la Chiesa, non da oggi, offre di più; offre la vita, la vita intera dei suoi Missionari; e non può pertanto essere insensibile alla vostra meravigliosa iniziativa.
Vi salutiamo di cuore, figli e fratelli carissimi, pellegrini attraverso questa Roma, città-cuore della civiltà così detta occidentale, e attraverso tante altre città fiorenti di progresso e di benessere su tutta la faccia della terra.
Vi salutiamo e vi ammiriamo, voi giovani specialmente, che con nuova strategia spirituale preferite la proposta alla protesta; la proposta positiva, costruttiva e altruista alla protesta negativa, contestataria, decadente ed egoista;
vi salutiamo e vi incoraggiamo tutti, specialmente voi uomini agiati e uomini reggitori delle sorti dei popoli, a pianificare e a promuovere qualche forma di consistente e perseverante aiuto ai Paesi del « terzo mondo »; e tutti di cuore nel nome di Cristo vi benediciamo.